domenica 29 settembre 2024

In Our Day ( Hong Sangsoo , 2023 )

 




In Our Day (2023) on IMDb
Giudizio: 7.5

In Our Day è il secondo film girato nel 2023 da Hong Sangsoo e presentato al Festival di Cannes nella sezione delle proiezioni di mezzanotte, mantenendo l'ormai quasi immutabile ritmo di un paio di film l'anno, ennesimi capitoli di una filmografia che col passare del tempo ha assunto le dimensioni di un corpus unico frammentato nei numerosi capitoli che lo compongono.
Il film è suddiviso in due parti, ciascuna incentrata su un personaggio diverso che si confronta con le difficoltà della vita e dell'arte. Da un lato, un anziano poeta dalla salute traballante che vive in solitudine, e dall'altro una  attrice quarantenne di recente tornata in Corea, anch'essa alle prese con le proprie insicurezze. 
Attraverso le loro storie e soprattutto con il confronto con due giovani personaggi che si rivolgono a loro quasi a voler carpire qualche segreto della loro vita professionale, Hong esplora temi fondamentali come la solitudine, l'incomunicabilità, il processo creativo e la ricerca di autenticità.
La figura del poeta, che rappresenta chiaramente un altro dei tanti  alter ego di Hong, incarna il tema centrale della solitudine dell'artista. Quest’uomo vive in un isolamento autoimposto, costantemente riflettendo sul proprio lavoro, ma incapace di trovare appagamento o senso definitivo. La sua vita, come quella dei personaggi di tanti altri film di Hong, sembra sospesa in un ciclo ripetitivo di riflessioni e incompiutezze. 



L’arte, in questo contesto, è sia una via di fuga dalla realtà sia una trappola: il poeta è intrappolato nel suo stesso bisogno di creare, ma allo stesso tempo la sua arte non sembra fornirgli alcuna vera connessione con il mondo esterno. Questa condizione di isolamento esistenziale, di ricerca mai compiuta, riflette l'approccio di Hong alla vita e al cinema.
La riflessione sull’autenticità e la rappresentazione della vita in "In Our Day" pone domande sull’autenticità della rappresentazione, sia nel cinema che nella vita. Il cinema di Hong, caratterizzato da una messa in scena minimalista e da una forte componente autobiografica, è un mezzo attraverso il quale i suoi personaggi cercano di afferrare una verità più profonda sulla loro esistenza. L'ossessione per l'immagine, per l'apparenza e per l’autenticità, rispecchia le ansie che spesso affliggono gli artisti, e sottolinea come l'arte e la vita si influenzino reciprocamente. Anche la struttura stessa del film, fatta di episodi e conversazioni che sembrano non avere una direzione precisa, riflette la difficoltà di trovare una narrazione lineare o conclusiva nella vita reale.
Il concetto di tempo, e in particolare la sua circolarità , è un altro tema dominante non solo in "In Our Day", ma  in gran parte della sua filmografia: Hong sembra interessato a esplorare come le esperienze, le emozioni e gli affanni si ripetano in maniera quasi ineluttabile. I personaggi discutono spesso dei propri fallimenti, delle proprie speranze disilluse e del modo in cui la vita sembra costringerli a rivivere sempre le stesse situazioni. 
Il cinema di Hong, con la sua narrazione frammentata e i suoi ritorni su temi e situazioni simili, crea una sensazione di immobilità temporale, quasi come se i suoi personaggi fossero intrappolati in un limbo esistenziale. In "In Our Day", questa ripetizione diventa un simbolo del ciclo della vita: i personaggi non sono in grado di scappare dai loro schemi, ma possono solo imparare a convivere con essi.
Anche in questa opera il tema dell'incomunicabilità sembra essere quello portante, i dialoghi tra i personaggi, pur essendo spesso lunghi e dettagliati, sembrano mancare di una vera connessione emotiva. Le parole non riescono a colmare il vuoto tra le persone, e spesso lasciano dietro di sé un senso di solitudine ancora più profondo. Questo è particolarmente evidente nelle scene in cui  l'anziano poeta cerca di comunicare le sue riflessioni, ma finisce per sentirsi frainteso o ignorato. Anche l'attrice protagonista pur circondata da persone, sembra essere costantemente in cerca di una connessione autentica che non riesce mai a trovare pienamente. 
L'incomunicabilità diventa così un riflesso della condizione umana nel cinema di Hong: tutti cercano di esprimere qualcosa di profondo, ma alla fine non riescono mai a dirlo fino in fondo.
Hong Sang-soo ha sempre utilizzato il cinema come un mezzo per riflettere sulla vita, e "In Our Day" non fa eccezione essendo l'ennesimo tentativo cinematografico  di esplorare e ridefinire le questioni esistenziali che caratterizzano l'esistenza dei suoi personaggi. Il cinema diventa un processo di esplorazione continua, un luogo in cui le domande sull'esistenza, sull'arte e sulle relazioni umane possono essere affrontate, anche se mai risolte. Questa tensione tra il bisogno di comprensione e l'impossibilità di raggiungerla è ciò che rende il cinema di Hong così profondamente umano e universale.
"In Our Day" si inserisce perfettamente nella poetica circolare e minimalista di Hong Sang-soo, offrendo un'altra meditazione sui temi della solitudine, dell’arte e della vita. 
In un mondo in cui i personaggi sembrano intrappolati in cicli di riflessione e ripetizione, Hong ci invita a considerare che forse non esiste una vera risoluzione, né nella vita né nell'arte. La sua è un’opera aperta, un dialogo infinito tra il regista, i suoi personaggi e il pubblico, che lascia spazio a riflessioni personali e a una profonda empatia verso l’intrinseca incertezza dell’esistenza umana.
Per questo film Hong sceglie come suo alter ego Gi Jubong, attore di lunga militanza nel cinema coreano , riservando a Kim Minhee  il ruolo di catalizzatrice e musa immancabile delle sue opere.

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