Giudizio: 8/10
Il dominio della TV
Scena iniziale da autentica antologia, come spesso accade con Johnnie To (vedi il successivo Exiled): sparatoria furibonda in strada tra un gruppo di delinquenti e le forze dell'ordine appostate descritta con la solita, superba tecnica dal regista che incendia subito il film. Purtroppo per tutti la scena viene ripresa dalla onnipresente TV col risultato di mostrare l'incapacità della polizia e gettare la popolazione nella paura e nella sfiducia.
I vertici della polizia, su ispirazione dell'ufficiale Kelly Chen, unico neo del film , poco adatta al suo ruolo,decide di rispondere con un poco evangelico "occhio per occhio" mettendo in scena un grande show mediatico che mosterà a tutti come la Polizia stanerà i malviventi (usando anche mezzucci e disinformazione, presto sgamati).
L'idea del film è indubbiamente geniale: mostrare come la forza dei media sia capace di condizionare la realtà e il corso degli eventi.
La resa dei conti si avrà all'interno di un grande condominio dove i banditi si sono asserragliati e che le autorità scelgono come teatro del grande show.
Johnnie To muove i personaggi all'interno di questo scenario, mostrando, come sempre grande attenzione agli stati d'animo ,descrivendo con grande incisività una sempre sorprendente Hong Kong, alternando momenti di action movie in grande stile ad attimi in cui la descrizone dei personaggi prende il sopravvento: sparatorie alternate a pranzi tra banditi e ostaggi, attimi di tensione a simpatici e divertenti momenti di vita quasi quotidiana; porta lentamente ma inesorabilmente all'apice della tensione , nell'attesa dell'evento che concluderà gli eventi; momento che naturalmente arriva , in un finale forse meno convulso del solito, ma intriso della solita spettacolarità drammatica.
Tutto può essere trasformato in show, basta pensarlo e attuarlo con i modi che la TV consente e impone, bugie e menzogne comprese; questo il messaggio, carico di pungente sarcasmo ,del regista contenuto nel film, che non raggiunge forse l'apice artistico di altre opere di To, ma che sicuramente si propone come film valido e godibile, ben interpretato dal solito stuolo di fedeli attori.
I vertici della polizia, su ispirazione dell'ufficiale Kelly Chen, unico neo del film , poco adatta al suo ruolo,decide di rispondere con un poco evangelico "occhio per occhio" mettendo in scena un grande show mediatico che mosterà a tutti come la Polizia stanerà i malviventi (usando anche mezzucci e disinformazione, presto sgamati).
L'idea del film è indubbiamente geniale: mostrare come la forza dei media sia capace di condizionare la realtà e il corso degli eventi.
La resa dei conti si avrà all'interno di un grande condominio dove i banditi si sono asserragliati e che le autorità scelgono come teatro del grande show.
Johnnie To muove i personaggi all'interno di questo scenario, mostrando, come sempre grande attenzione agli stati d'animo ,descrivendo con grande incisività una sempre sorprendente Hong Kong, alternando momenti di action movie in grande stile ad attimi in cui la descrizone dei personaggi prende il sopravvento: sparatorie alternate a pranzi tra banditi e ostaggi, attimi di tensione a simpatici e divertenti momenti di vita quasi quotidiana; porta lentamente ma inesorabilmente all'apice della tensione , nell'attesa dell'evento che concluderà gli eventi; momento che naturalmente arriva , in un finale forse meno convulso del solito, ma intriso della solita spettacolarità drammatica.
Tutto può essere trasformato in show, basta pensarlo e attuarlo con i modi che la TV consente e impone, bugie e menzogne comprese; questo il messaggio, carico di pungente sarcasmo ,del regista contenuto nel film, che non raggiunge forse l'apice artistico di altre opere di To, ma che sicuramente si propone come film valido e godibile, ben interpretato dal solito stuolo di fedeli attori.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.