Giudizio: 6.5/10
E' un prepotente ritorno alla commedia romantica nello stile di Love in a Puff prima e di Love in the Buff poi da parte di Pang Ho Cheung dopo la divagazione di Aberdeen che rimane il suo film forse più atipico; per dirigere Women who Flirt Pang si sposta nella Cina continentale, a Shanghai , e anche la scelta di scegliere il mandarino come lingua è un chiaro segnale da parte del regista di apertura verso il mercato cinese dove ha ottenuto un buon successo al botteghino.
La coppia protagonista di questa storia, che si svolge nel pieno della Shanghai tornata ai suoi fasti antichi grazie alle sue linee moderne e alle luci notturne, è composta da due vecchi amici , cresciuti insieme per una vita sin dai tempi del college, che per una sorta di cameratismo goliardico si sono sempre rapportati sul piano di una sincera amicizia; ora i due lavorano nella stessa azienda, una società di consulenza che valuta l'efficenza e la qualità dei ristoranti. Quando Marco mette al corrente Angie che ha una fidanzata taiwanese, ecco che il castello costruito per tanti anni cade, i sentimenti profondi e tenuti nascosti vengono a galla e per la donna rimane solo un disperato tentativo per cercare di tirare dalla sua parte quello che alla fine è stato sempre il suo unico amore.
Il problema di Angie è che nel campo delle relazioni sentimentali è goffa, tradizionalista, poco propensa al flirt fatto di smorfie e gridolini per cui accorrono in suo soccorso un gruppo di amiche che invece certi sistemi li conoscono bene e li mettono in atto ancora meglio: la guerra è contro la bambolotta taiwanese nella quale Angie dovrà imparare le arti ammaliatrici.
Angie ha sempre amato Marco, lui da parte sua ha sempre pensato alla carriera e alla famiglia per poi cadere come una pera cotta nelle braccia della taiwanese capricciosa con gli occhioni languidi; Pang mette a posto le cose con una bella dose di umiltà maschilista dopo avere dimostrato che nelle relazioni affettive il gioco lo conduce la donna, comunque.
Woman who flirt presenta alcune cose che funzionano, altre molto meno: la rigida dicotomia sessista è tutto sommato condotta con discrezione e con occhio divertito, e su questo Pang ha sempre avuto un talento particolare, il tema della difficoltà dei rapporti interpersonali che porta i due protagonisti a a celarsi dietro una maschera non convince a pieno, mentre l'atmosfera da commedia quasi sofisticata frequentemente sovvertita da situazioni ammiccanti e da battute allusive funziona discretamente, la regia è buona , c'è ritmo, ci sono dialoghi divertenti, c'è uno sguardo sulla città che regala frammenti da videoclip notturno tecnicamente belli, i tre personaggi centrali, Marco, Angie e la bambolotta taiwanese, sono azzeccati, così come le amiche di Angie esperte nell'arte di infinocchiare gli uomini,ma soprattutto Women who flirt irrobustisce le sue fondamenta piuttosto instabili grazie alla prova di Zhou Xun, bravissima nel trasformare se stessa in un personaggio cui apparentemente manca femminilità e appeal ( tutto il contrario di come è lei) e che si distingue per il suo anelito artistico in contrasto col mondo frivolo che la circonda; ottima spalla , è proprio il caso di dirlo, Huang Xiaoming stralunato e impacciato fino a che non si dichiara gay per giustificare il suo amore per Angie che lui considera un maschiaccio; Sonia Sui è perfetta nel suo ruolo di bambolona frivola e stupidina (ma neanche tanto...).
Come ormai è tradizione con Pang, vietato scappare via sui titoli di coda, si rischia di perdere una delle cose migliori del film.
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