venerdì 16 gennaio 2015

The Continent / 后会无期 ( Han Han / 韩寒 , 2014 )

Giudizio: 6.5/10

Mancava solo il Cinema nel già ricco e variegato curriculum di Han Han, personaggio tra i più famosi in Cina, che al di là delle pittoresche e iperboliche definizioni di qualche giornale  che tende a fare opinione  che lo pone sistematicamente tra i 50 personaggi più influenti al mondo, o amenità simili, è personaggio che ha al suo attivo diversi romanzi, tutti successi editoriali clamorosi, un blog di quelli che tutti leggono, una produzione musicale e ,come non bastasse, anche una discreta bacheca di trofei conquistati nei rally automobilistici professionistici.
Un personaggio , insomma, a 360 gradi, di quelli che come fanno qualcosa animano discussioni , dibattiti e polemiche.
Con The Continent Han Han fa il suo esordio nel mondo cinematografico, raccontando una storia semplice che ha nel mito del viaggio il suo perno centrale: un road movie in piena regola , sebbene ben lungi dai modelli americani che ne hanno fatto un genere tra i più in voga e abusati.
La storia parte da un isolotto ormai semiabbandonato nell'est della Cina, dove tre amici decidono che è il momento di abbandonare il passato e lanciarsi verso la terra ferma: il pretesto è dato dal fatto che Hu Sheng, insegnante presso la scuola sull'isola si trasferisce a lavorare nel lontano ovest del paese, a lui si aggregano Ma Haohan, tenebroso e nichilista e Hu Sheng, un mezzo ritardato che però funge da narratore della storia e che ben presto abbandonerà gli altri due durante il viaggio.
Ogni viaggio che si rispetta ha come premessa quello di incontrare nuove persone, ascoltare esperienze diverse ed è ovviamente quello che accade: i viaggiatori dapprima fanno visita ad una vecchia amica che vive in un set cinematografico di un film antigiapponese poi si imbattono in una aspirante escort, in realtà un'altra anima in pena che vuole fuggire, poi Ma Haohan incontra la sua vecchia amica di lettere che lo metterà al corrente della reale storia della sua famiglia e quindi , per finire, un biker appiedato che nel ricordo della moglie morta viaggia senza meta, appassionato di astronomia e di imprese spaziali; naturalmente non manca neppure il cucciolo di cane trovato tanto per dare un tocco di tenerezza alla storia, come non bastassero le svariate botte in testa regalate dal viaggio ai protagonisti
Attraverso il viaggio in zone incredibilmente belle e selvagge ed altrettanto inospitali i protagonisti inseguono il loro sogno, il loro ideale , le paure e le illusioni.
Più che un road movie The Continent è il racconto di una generazione sbandata , idealista e sognatrice che vive il suo disagio esistenziale fuggendo e cercando un nuovo orizzonte: spesso i dialoghi sono improntati a riflessioni filosofiche escatologiche contaminate da un certo surrealismo che si evidenzia in talune situazioni quale la sfacciata citazione di Still Life di Jia Zhangke (che nel film compare in una piccolissima parte) che vede il missile solcare il cielo della Cina remota e contadina, oppure a metafore più o meno riuscite come quella delle rane.
Insomma The Continent a conti fatti è molto meno di quello che vorrebbe essere, nel senso che non c'è uno sviluppo reale del mito del viaggio, inteso come la cinematografia soprattutto americana lo ha plasmato e tanto meno di quello della frontiera come era nei western; il film è un racconto a tinte variopinte di un disagio generazionale che esprime l'insicurezza e la paura per un presente povero di certezze.
L'operazione comunque può dirsi riuscita: Han Han ha saputo dire la sua anche nel Cinema e vedremo se tra un rally ed un altro sarà in grado di dare seguito a questa nuova prospettiva cinematografica.

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