martedì 8 dicembre 2015

The Divine Move ( Jo Bum-gu , 2014 )




The Divine Move (2014) on IMDb
Giudizio: 7/10

La variazione sul tema riguardante il gioco del Go e le sale in cui si giocano partite con una valanga di soldi rende The Divine Move un film che si discosta con un certo interesse dal clichè del thriller/noir condito di botte e brutalità di cui il cinema coreano è diventato da anni l'esponente più assiduo.
In effetti The Divine Move ha tutti i crismi per essere definito uno tra i più feroci, violenti e brutali film degli ultimi tempi, ma accanto a ciò ha saputo innestare il parallelismo simbolico tra gioco del Go ed esistenza umana.
La premessa è d'obbligo: se si conosce il gioco ovviamente la comprensione del film è totale, ma l'essere a digiuno del Go non inficia minimamente la visione.


Taek-seok è un giocatore professionista di Go che si trova invischiato in una vicenda di scommesse e partite illegali per cercare di salvare il fratello maggiore dai guai in cui si è cacciato incrociando la strada del super villain di turno, un trucido  Sal-soo che con la sua banda spadroneggia nel mondo del Go, ovviamente a mezzo di trucchi ed imbrogli anche tecnologicamente avanzati.
Finito di scontare sette anni di galera nei quali ha covato la vendetta verso gli assassini del fratello, diventando un autentica macchina da guerra umana, Taek-seok si mette alla caccia dell'infamone.
Mette insieme una sgangherata banda tra cui autentiche leggende del Go per entrare nel circuito delle sale del nemico giurato.
La vendetta sarà un gioco al massacro nel quale il protagonista è disposto a mettere sul piatto della bilancia tutto ciò che ha.

Come detto The Divine Move appartiene di diritto a quella schiera di film che si nutre della ormai proverbiale ferocia di immagini e di situazioni marchio di fabbrica del cinema coreano, e non lo nasconde , nè lo manda a dire in maniera celata: la scena iniziale in tal senso è emblematica; d'altra parte però, attraverso un racconto a capitoli, scanditi dalle situazioni più comuni nel Go, intesse una interessante similitudine, quasi una parabola tra il gioco e l'esistenza , visto che nel gioco il sottile confine che divide la  vittoria dalla sconfitta è sottilissimo, allo stesso modo in cui la vita e la morte sono separate da un battito di ali.
Jo Bum-gu insomma costruisce un film che ha ritmo, che insinua dubbi, che ci da una lettura della lotta per sopravvivere originale e che ci presenta tutti personaggi in qualche modo perennemente in bilico , proprio come nel gioco cui sono compulsivamente legati; accanto a ciò, che è indubbiamente l'aspetto più interessante del film c'è una bella dose di violenza, cazzotti, lingue tagliate, vendette, imbrogli,coltellate a non finire e personaggi raccapriccianti, quasi un videogioco estremo dove per salvarsi bisogna combattere fino alla fine.
Per tutto ciò The Divine Move è opera interessante, per certi versi estrema e dura, ma con una leggerezza che deriva proprio dall'ovvietà dei ruoli e delle situazioni, spesso funzionali solo alle esplosioni di violenza; la pellicola è ben diretta e altrettanto bene montata e fotografata e si avvale di buone prove da parte degli attori, tutti d'altronde sulla cresta dell'onda in Corea: Jung Woo-sung è il protagonista della vendetta covata per anni, l'eccellente Ahn Sung-ki, veterano del cinema coreano e volto tra i più famosi, nella parte del maestro di Go che aiuta il protagonista ed infine Lee Beom-soo, altro volto di spicco, efficacemente impegnato nella parte del cattivissimo di turno.

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