Giudizio: 7.5/10
Puntuale dopo due anni arriva il secondo capitolo di una saga che potrebbe diventare infinita , vista la vastità del modello letterario cui si ispira: The Monkey King 2 presenta il medesimo regista, Soi Cheang, è prodotto anche in 3D per magnificarne l'aspetto spettacolare, vede il classico rimescolamento di attori con scelte iniziali che vengono poi capovolte alla vigilia delle riprese, per cui troviamo Aaron Kwok che da cattivo diventa lo Scimmiotto protagonista in luogo del Donnie Yen del primo capitolo, Louis Koo, inizialmente designato per il ruolo del monaco Tang Sanzang, sostituito da Feng Shaofeng e dulcis in fundo, la presenza della divina Gong Li, nel ruolo del Demone Bianco, antagonista principe.
Tutto ciò per dire che poca importa aver visto o no il primo The Monkey King , in quanto questo non ha alcuna connessione nè temporale nè tantomeno narrativa col precedente, il quale , come si ricorderà trattava la figura del Re delle Scimmie alla sua origine.
Nel nuovo lavoro di Soi , il monaco ha appena ricevuto l'incarico divino di recarsi ad ovest per recuperare le sacre scrittura buddhiste, come suoi discepoli e accompagnatori la dea Guan Yin ha scelto il Re Scimmia appunto , che dorme ancora il suo sonno secolare nelle viscere della montagna dove fu relegato per la sua disobbedienza, Zhu Bajie, il porcello e Sha Wujing, entrambi nati demoni e recuperati alla giusta causa dalla forza del Cielo.
Il viaggio ad occidente si presenta irto di ostacoli e di incontri perigliosi, primo fra tutti quello col Demone Bianco, su cui si basa tutta storia: quest'ultimo ha le fattezze di una magnifica donna, affiancata da altre tre seducenti fanciulle, demone che cerca la strada per rimanere tale e non essere reincarnato , visto che il suo odio per l'umanità, in buona parte giustificato a dire il vero, lo porta a rifiutare il ritorno tra gli esseri viventi.
La battaglia con il Demone sarà dura, essa userà tutte le arti , non solo quelle della potenza dei suoi straordinari mezzi ma anche quelle sottili dell'inganno che causeranno l'irritazione del monaco verso il Re Scimma, l'unico tra tutti che possiede la capacità di leggere le cose nascoste.
Fedele al suo ruolo di seguace del buddhismo Sanzeng cercherà di redimere l'anima del Demone, mettendo anche a repentaglio la su stessa vita.
Come ben sappiamo Viaggio ad Occidente costituisce uno dei testi letterari classici cinesi più conosciuti e di più forte impronta ispirativa, proprio perchè sterminato e ricco di molteplici livelli di lettura che ne fanno un testo ideale per qualsiasi età e circostanza; il cinema cinese ha attinto per decenni a piene mani alla sua essenza avventurosa, filosofica, fiabesca e morale, creando una quantità enorme di lavori che sotto varie forme offrivano la loro lettura del testo di Wu Cheng'en.
Se nel primo capitolo Soi si incentrò maggiormente sull'aspetto più squisitamente spettacolare, in questo lavoro il viaggio dell'allegra brigata è costantemente visto, seguendo l'interpretazione buddhista, come una ricerca interiore e una consapevolezza da acquisire affrontando le prove durissime del viaggio stesso.
Naturalmente Soi si guarda bene dal farne un racconto morale o filosofico, ma sicuramente questo aspetto viene maggiormente tenuto in considerazione rispetto al primo film.
Il contrasto tra l'ascetismo del monaco, l'irruenza e la baldanza dei suoi compagni di viaggio e la malvagità del Demone che vede nell'anima del monaco da sottrarre l'unica possibilità di immortatlità nel suo ruolo demoniaco, regalano a The Monkey King 2 il substrato narrativo che tiene in piedi tutto il racconto, all'interno del quale le venature filosofiche e religiose sono chiaramente visibili.
Come lavoro nel suo complesso The Monkey King 2 risulta decisamente migliore rispetto al primo, anche la capacità registica di Soi, che conosciamo soprattutto per i suoi thriller e noir, emerge con più forza ed efficacia; certamente il ruolo di intrattenimento l'opera lo svolge al meglio proprio grazie alla dosata miscela di tematiche, affidandosi per altro anche al 3D, ma al suo interno c'è qualcosa di più profondo che lo rende veramente un film per tutti i gusti e per tutte le esigenze.
Nel ruolo di Action Director che fu di Donnie Yen , qui troviamo il grande Sammo Hung: presenza più che altro carismatica perchè anche in The Monkey King 2 le scene d'azione o vivono su una preponderanza assoluta del CGI (vedi la battaglia con gli scheletri di guardia alla dimora del Demone) o si svolgono tra le nuvole tra lo Scimmiotto e il Demone, limitando quindi di molto l'importanza dell'Action Director.
Aaron Kwok, irriconoscibile sotto il pesantissimo trucco, svolge bene il suo ruolo, forse in maniera anche più convincente di Donnie Yen e Feng Shaofeng riesce ad imprimere al suo personaggio la giusta aura ascetica, ma quello che fa sbancare il film è la presenza di Gong Li: inutile nasconderci, ogni scena in cui è presente, sale inevitabilmente di livello e non solo per la profondità del suo personaggio, ma anche per la conturbante bellezza e bravura che riesce a mettere nel suo ruolo, tali da giustificare il corposo compenso che l'attrice ha ricevuto (si parla di circa 6 milioni di euro...)
Insomma The Monkey King è film da vedere e godere in tutte le sue sfaccettature: bravo regista, grandissimo cast, storia universale a molteplici sfaccettature e ricca di tematiche costituiscono un inevitabile prologo al successo di un film.
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