
Giudizio: 6/10
Insignito non senza sorpresa e con qualche riserva del premio come miglior lungometraggio al recente Trieste Film Festival, Intregalde del regista rumeno Radu Muntean è lavoro che miscela alcuni generi cinematografici per approdare in conclusione ad una sarcastica quanto divertita analisi del fenomeno del del volontariato in favore dei meno abbienti che troppo spesso si trasforma in una poco gradevole fiera della vanità personale e della propria autocelebrazione più o meno intima o plateale.
Come ogni anno in prossimità delle festività natalizie una associazione di fuoristradisti della media borghesia cittadina , intraprende un viaggio attraverso le impervie strade della Transilvania per portare pacchi doni che contengono generi di prima necessità alle popolazioni che vivono nell'indigenza in quella regione fredda e povera.
Sin dall'inizio capiamo subito che lo spirito col quale si intraprende l'impresa non è dei più autenticamente caritatevoli, impegnati come sono i vari partecipanti a chiacchierare di futilità , a scambiarsi pettegolezzi o a incensare se stessi con discorsi vacui.
Questo clima da gita scolastica, che serve tanto a ritemprare lo spirito perchè tanto poi c'è una bella mangiata da fare e una bella casa calda che li aspetta a Bucarest, viene sovvertito repentinamente dall'incontro dapprima con un vecchio che dice di conoscere bene la zona e poi da un incidente che rende la jeep inutilizzabile in quanto impantanatesi in un tratturo di montagna.
Il vecchio che millanta la perfetta conoscenza del posto sparisce mentre i componenti del gruppo cercano di risolvere il problema anche con l'aiuto di due loschi personaggi che passano sul sentiero con la loro macchina, ma al calare della sera appare evidente che saranno costretti a passare la notte nella foresta.
Dove è finito il vecchio? Ce la farà a sopravvivere da solo nel bosco? E' giusto andare a cercarlo o , fidandosi della sue chiacchiere, contare sulla sua presunta conoscenza dei luoghi? In definitiva, meglio girarsi dall'altra parte o cercare quel vecchio prima che il gelo lo ammazzi?
Partendo da quest'ultimo interrogativo Muntean, costruisce la sua personale riflessione sull'essenza dell'aiuto umanitario, sul senso della carità (intesa in senso cristiano), sulla moda di sfoggiare il nostro essere caritatevoli e volontari nell'alleviare la sofferenza altrui che serve solo per sentirci compiaciuti con noi stessi, come se potessimo appenderci una medaglia sul petto e darci una bella lavata di coscienza.
Il vecchio da andare a recuperare è l'emblema di una solidarietà diversa, forse più essenziale che però divide i componenti del gruppo in maniera violenta, così come i due loschi personaggi che incontrano, che altri non sono che i destinatari degli aiuti, sono visti con un occhio carico di paura e di sfiducia , come si potrebbero guardare dei malfattori.