venerdì 5 maggio 2023

Il sol dell'avvenire ( Nanni Moretti , 2023 )

 




Il sol dell'avvenire (2023) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

L'uscita di ogni film di Nanni Moretti ripropone periodicamente la diatriba eterna ( a volte stucchevole) tra detrattori e fans del regista romano , quasi una crociata fideistica combattuta nel nome del Cinema , ma di fatto spesso, con argomenti che col Cinema hanno poco a che vedere; Il sol dell'avvenire , ultima fatica  prossima a sbarcare a Cannes , come tradizione ormai pluridecennale per Moretti, potrebbe , per una volta , non dico mettere d'accordo tutti, ma sicuramente stimolare un dibattito successivo alla visione (una volta tanto , e non prima come avviene sempre) perchè non è azzardato definire l'ultima opera un punto in qualche modo di svolta della carriera del regista, affermazione sulla quale converrà tornare sopra in seguito.
Moretti interpreta un regista ormai prossimo alla settantina, impegnato nella regia di un film ambientato nel 1956 in cui si racconta di come in una sezione periferica di Roma, venne accolta la notizia dell'invasione dell'Ungheria, proprio mentre a Roma la sezione del PCI ha come ospiti gli artisti di un circo ungherese.
Giovanni ( Moretti naturalmente) vive da decenni con la moglie Paola, produttrice, ha una figlia  fidanzata con un uomo molto più grande di lei, mostra una stanchezza sia fisica che psicologica incipiente e soprattutto ha un caratteraccio che lo porta ad essere polemico, dispotico sul lavoro e con la famiglia, al punto che Paola medita di mollarlo ma non trova il coraggio di compiere il gesto.



Inoltre, ulteriore stratificazione cinematografica, Giovanni in cuor suo sogna di fare un film d'amore nel quale regnino le canzoni italiane e nel quale immagina di raccontare di fatto se stesso giovane alle prese con il rapporto amoroso con la fidanzata; a dire il vero immagina anche un altro film, ispirato al racconto Il nuotatore di John Cheever, ma questo sembra più una reminiscenza che si colloca all'interno delle numerose (auto)citazioni di cui il film è infarcito.
Insomma abbiamo un regista che sta girando un film, verso il quale avrà alla fine una sorta di abiura cinematografica, che immagina però di farne un'altro , metà romantico metà musical : in mezzo la figura di Nanni Moretti che mette se stesso in tutti e tre questi livelli narrativi e lo fa questa volta con grande onestà intellettuale, quasi con mestizia e con (udite! udite! ) modestia mettendosi di fronte al pubblico in tutte le sue nevrosi, idiosincrasie, manie e ossessioni con ironia e grande sincerità: non a caso una delle scene più belle del film è lui che funge da suggeritore nei dialoghi tra il giovane (proiezione di se stesso ) e la sua fidanzata ( protagonisti del film d'amore immaginato) al culmine di una lite , mettendo in bocca a quest'ultima tutta una serie di osservazioni e giudizi che fotografano il Moretti che conosciamo più o meno da sempre.
Questo porsi al centro del racconto con quello che potrebbe apparire come un atteggiamento narcisistico, cui non di rado Moretti indugia, è invece un mettersi sul banco degli imputati e accettare serenamente il giudizio dei giurati, scelta che dà al film , e lo fa da subito, una impronta per certi versi nuova , quasi rivoluzionaria.
Alla luce di ciò anche le numerose autocitazioni ( non esiste lavoro del regista che non venga in qualche maniera citato e non sarà difficile rintracciare i riferimenti) assumono un significato differente, perchè sembra che Moretti voglia ricordare il suo excursus artistico- cinematografico per chiudere con Il sol dell'avvenire un cerchio iniziato ormai quasi 50 anni fa.
Il sol dell'avvenire non è un film politico, come si potrebbe pensare, o per lo meno non lo è nel senso più tecnico del termine: la rivolta di Budapest, l'invasione russa, la presa di posizione del PCI in favore dell'invasione, sono solo le tracce di una Storia  che con un finale sorprendente e di indubbia efficacia , grazie al potere del Cinema, il regista, vestito da Tarantino per la circostanza, cambia l'ordine degli eventi e riscrive la Storia, in quello che è un grande omaggio al potere immaginifico del Cinema che si imprime nella nostra memoria con la sfilata finale molto felliniana in cui Moretti sembra chiamare a raccolta tutti coloro che della sua casa cinematografica hanno fatto parte.
E all'interno di questa Storia che cambia e rinasce sotto altra forma ( sempre seguendo i dettami di Marx ed Engels...) anche Giovanni cambia il finale del suo film perchè alla fine l'amore del film immaginario prende il sopravvento anche su quello "reale".
Il Cinema rimane il centro di gravità dei film di Moretti e in questo ci regala una delle scene più surreali e divertenti della sua carriera quando tiene in ostaggio per una notte la troupe di un film di cui la moglie è produttrice, diretto da un giovane regista che si esalta nella descrizione della violenza: come fece per Henry pioggia di sangue, qui Giovanni , alter ego di Moretti, si scaglia contro la violenza di facile presa, quella senza etica, quella in cui si spara e si uccide come se si bevesse un bicchiere d'acqua, chiama a raccolta intorno alla sua tesi non solo cinematografica ma artistica in senso lato, Kieslowski e Scorsese, Renzo Piano e  Corrado Augias per poi concludere con uno dei suoi proverbiali anatemi: "Tutti quanti, registi, produttori , sceneggiatori sono preda di un incantesimo. Un giorno vi sveglierete e piangerete, rendendovi conto di cosa avete combinato"; insomma l'integralismo morettiano figlio di una impermeabilità ideologica granitica, rimane uno dei capisaldi del suo linguaggio, emblematica in tal senso un'altra delle scene memorabili , quella dell'incontro con i dirigenti di Netflix.
Il film nel suo insieme sembra mostrare un Moretti che guarda forse al passato e forse ha in mente di ritornare al passato, di sicuro  lo pone davanti ad uno snodo fondamentale nella sua carriera nella quale ha abbracciato panorami molto vasti e spesso molto diversi tra di loro; ecco perchè Il sol dell'avvenire potrebbe risultare un lavoro fondamentale, anche al di là del suo valore puramente artistico.
Di certo il film risulterà meno ostico al grande pubblico perchè in fin dei conti è un lavoro molto godibile, divertente in alcuni punti, emozionante, direi addirittura commovente in altri , presenta dei momenti di grande cinema, soprattutto nella scena dei due giovani che si innamorano nel guardare La Dolce Vita di Fellini, nel già citato litigio tra i due con Moretti presente come suggeritore, gli stralci da musical con i brani di Battiato, Noemi, Aretha Franklin, i momenti di poesia con Tenco e De Andrè, la lezione di etica cinematografica sul set del film violento, più tutta una serie di piccoli e grandi riferimenti che faranno divertire i cinefili e non solo.
Quello che significherà questo film per il percorso artistico di Nanni Moretti non lo sappiamo, di certo Il sol dell'avvenire non passerà inosservato e forse , per una volta, creerà un dibattito privo di astio e di fideismo; poi la verità la scopriremo con il prossimo lavoro, magari tra cinque anni...





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