domenica 7 maggio 2023

Pacifiction ( Albert Serra , 2022 )

 




Pacifiction (2022) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

E' difficile inquadrare il lavoro di Albert Serra, presentato al Festival di Cannes e premiato in svariate altre kermesse, perchè il regista portando agli estremi la struttura narrativa che contraddistingue le sue opere crea un racconto in cui è domanda pienamente coerente quella di chi si chiede quale sia il tema centrale del film.
In effetti come sinossi basti dire che la storia ha al centro la figura dell'alto Commissario De Rolland, rappresentante del governo francese nella Polinesia , di stanza a Tahiti, il quale si muove fra sala da ballo, bar e case private cercando di tastare il polso e tenere sempre sotto osservazione della popolazione locale, soprattutto nel momento in cui voci incontrollate parlano dell'avvistamento di un sommergibile nelle acque dell'oceano che ripresentano lo spettro degli esperimenti con le armi nucleari che la Francia sviluppo a Mururoa nel secolo scorso.
Su questo tenue canovaccio narrativo Serra costruisce un film di quasi tre ore nel quale è proprio il girovagare di De Rollaqnd ad irrobustire una trama praticamente assente.



De Rolland infatti, nel suo aspetto post coloniale con abito bianco e camicie a fiori sgargianti incontra la popolazione locale, raccoglie sussurri e confidenze, scambi di opinioni con americani e stranieri che a vario titolo, spesso apparentemente anche piuttosto loschi, battono l' isola, Ammiragli della Marina francese con tanto di truppa al seguito che sbarcano-forse-da un sommergibile fantasma che scatena rabbia e paura tra gli indigeni, orrido ricordo degli esperimenti atomici di qualche decennio orsono.
Ma il suo vagare è anche andare a vedere da vicino le onde gigantesche in cui si esibiscono i prodi surfisti (una delle scene tecnicamente più strabilianti del film) sempre però con la sua divisa di ordinanza, anche a cavallo di una moto d'acqua e trattenere rapporti al limite dell'ambiguo -in tutti i sensi- con personaggi che fanno della loro incerta identità sessuale il proprio fascino fluido.
Tutto ciò fa di Pacifiction un'opera dal piacevole senso di vago e di indolenza, che si lascia abbindolare dallo splendore di una isola che sembra veramente l'anticamera del paradiso sulla terra.
Ma su questa isola il nostro eroe, quasi un archetipo ottocentesco che rimanda alla memoria Gaugin, sa anche che il suo potere quasi nullo in effetti potrebbe pochissimo verso una rabbia antifrancese forse mai sopita e pronta a riesplodere per la presenza di quel manipoli di marinai che però nell'isola appaiono quasi dei soldatini in licenza alla ricerca di divertimento.
Spy-story e thriller politico che non decollano mai, lasciano solo un'atmosfera sospesa nella quale il racconto si muove quasi senza un timone che lo lo indirizzi con sprazzi di esistenzialismo che si accendono intorno alla figura del protagonista.
De Roller in effetti sembra aver decretato la sua fine ( e quella dello stato che rappresenta), restando in balia di Tahiti, porta del paradiso, alla deriva nell'oceano infinito, impersonificazione stanca di una sconfitta personale e del colonialismo, seppur nelle forme moderne; una sconfitta che diventa oblio, sempre che quel sommergibile e quel manipolo di marinai in gita non abbiano il compito di riaccendere la miccia atomica.
E' proprio la deriva esistenzialista del film  che porta il racconto su ritmi e su atmosfere vacue, quasi ondeggianti sul mare cristallino di Tahiti, con De Roller che si trova a fare i conti con se stesso , con un ruolo pubblico ed uno privato che non sempre riescono a collimare: un senso continuo e strisciante di malinconia, di tempo trascorso, di qualcosa che sfugge dalle mani in un momento in cui la Storia potrebbe compiere un passo fatale, il film dilata gli spazi ed il tempo lanciandolo in una realtà lontana sperduta nell'oceano dove lo sguardo del colonialismo francese e dell'occidente che anela sempre al potere arriva a stento, coi contorni sbiaditi , non fosse per quell'Ammiraglio e quei marinai in apparente licenza premio.
Il film di Albert Serra è costruito con grande eleganza, di certo favorito dalla bellezza dei luoghi nei quali il regista inserisce il protagonista, di fatto il centro di gravità del racconto intorno al quale tutto si svolge, e grazie alla eccellente prova di Benoit Magimel costruisce un personaggio che riempie gli spazi e che si muove con i giusti ritmi, quasi adagiato sulle onde che lambiscono l'isola.
Pacifiction è opera che soffre forse di una ipertrofia narrativa ( quasi tre ore) che a volte si sente e che unita al ritmo lento sovente fa zoppicare il racconto, ma indubbiamente è lavoro che grazie alle atmosfere, ai paesaggi e ai colori risulta di grande qualità, con un personaggio ( ed un attore che lo interpreta) di apprezzabile efficacia.

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