domenica 21 maggio 2023

Beau ha paura ( Ari Aster , 2023 )

 




Beau Is Afraid (2023) on IMDb
Giudizio: 8/10

Con alle spalle  due opere che in qualche modo hanno lasciato un segno profondo nel cinema "horror", Ari Aster, newyorkese trentasettenne di origine ebraica ,  si impone già come uno di quegli autori che hanno reso possibile la costruzione di autentiche falangi cinematografiche votate al martirio pur di osannarlo e di contro ampie schiere di critici feroci quando non di veri e propri detrattori: questo è un po' il destino che rincorre registi che diventano quasi personaggi più importanti delle loro opere, sebbene nel caso in questione Aster ha largamente dimostrato con le due prime opere di avere dell'indubbio talento.
Appare quindi ovvio che l'uscita di ogni film del regista sarà considerato un evento, come puntualmente è successo con Beau ha paura, sua ultima fatica dalle dimensioni mastodontiche ( tre ore di lunghezza) oltrechè ben diversa dalle precedenti.
Se in Hereditary e in Midsommar mostra l'ambiziosa ricerca di riscrivere i canoni del cinema horror attingendo alle tematiche della malattia mentale e del folklore, con Beau ha paura  sembra essere più interessato a descrivere ed esplorare l'orrore che risiede dentro di noi, motivo per il quale quest'ultimo lavoro deluderà chi si aspetta ambientazioni e situazioni proprie dei primi due lavori; inoltre è bene dirlo subito, l'ultima fatica di Ari Aster non è film per tutti, e non soltanto per la sua vastità , a tratti persino ipertrofica, ma proprio perchè si presenta a noi come una lunga analisi del disagio interiore del protagonista, quasi una seduta psicoanalitica , che non a caso è la scena iniziale del film, dopo un prologo brevissimo ma fondamentale, cui seguono quattro parti ben distinte e un epilogo: a qualcuno può venire in mente una struttura da opera teatrale ed in effetti per le tematiche trattate Beau ha paura potrebbe aspirare al rango di tragedia greca.



Una premessa si rende necessaria per chi volesse proseguire nella lettura, una sorta di disclaimer dovuto: pur cercando di evitarli, nel contesto dell'analisi del film qualche spoiler potrebbe emergere, inevitabilmente, pena l'assoluta inconsistenza di quanto verrà scritto; chi vuole vedere il film senza avere neppure un accenno di spoiler meglio che abbandoni la lettura subito.
Prologo: buio pesto, lontani lamenti, qualche timido squarcio di luce che lentamente regala spiragli  nell'oscurità, voci sempre più distinte: assistiamo in soggettiva alla nascita  di un bambino partendo da dentro la cavità uterina fino al tanto agognato vagito che rassicura tutti prima di ognuno la madre del neonato. E' la nascita di Beau, accolto al mondo dalle urla isteriche della madre che temeva per la sua salute.
Primo atto: Beau ha ormai quasi 50 anni, frequenta uno psicoanalista e dai discorsi cui assistiamo si capisce che l'uomo ha un rapporto malato, contorto, al limite del tossico con la madre dalla quale si dovrà recare a breve in occasione dell'anniversario della morte del padre. Sebbene Beau viva da solo ha un legame malsano con la mamma, una dipendenza che mal sopporta ma dalla quale non riesce a liberarsi.
Il mondo che circonda Beau è surreale: città sporca, violenta, pazzi che girano ammazzando, ballerini che si dimenano per tutto il tempo sul marciapiede, battone, drogati e via di seguito, tutti con un atteggiamento ben più che ostile verso il protagonista; l'ambientazione è talmente estrema ed eccessiva che ci appare subito chiaro come essa non sia altro che la proiezione delle paure e delle ossessioni di Beau, primo punto di partenza che ci fa capire da subito che quello a cui assisteremo sarà un viaggio nella mente malata di un uomo in preda ad ossessioni , manie di persecuzione e paure.
Per una serie di assurde circostanza Beau perde il volo per raggiungere la madre , la quale informata reagisce in maniera gelida e raccapricciante, come non bastasse l'uomo viene investito e si risveglia in una casa sconosciuta.
Secondo atto: la coppia che lo ha investito si prende cura di lui nella loro casa, lui è un medico che può quindi curarlo anche tendendolo in casa; qui l'ambiente è ben diverso da dove viveva Beau, casa grande linda e pulita, persone gentili che sentono ancora il peso della morte in guerra del giovane figlio un cui commilitone , tornato impazzito dalla guerra, ospitano in un camper nel loro giardino e per finire una figlia adolescente disturbata non poco.
Una famiglia quindi dall'apparenza quieta, ma che nasconde anch'essa del disagio profondo, motivo per cui Beau si trova costretto a fuggire inseguito.
Terzo atto: Beau in fuga si ritrova in un bosco dove si imbatte in una compagnia teatrale che sta mettendo in scena un'opera basata su una storia famigliare, l'uomo si immedesima nel racconto e immagina una vita che avrebbe potuto avere costruendo una famiglia e invecchiando; l'arrivo del commilitone impazzito sguinzagliato dalla famiglia che aveva accudito Beau e che mette in atto una carneficina , obbliga quest'ultimo a fuggire ancora.
Finalmente nonostante gli ostacoli, le peripezie e le situazioni estreme, Beau riesce ad arrivare a casa della madre, e qui si apre il quarto capitolo.
Durante tutto il percorso narrativo Ari Aster inserisce dei flashback , soprattutto con Beau bambino, che servono a dare un senso a certi comportamenti che poi vedremo nell'adulto, situazioni in cui il rapporto con la madre mostra i connotati della codipendenza, sostenuta da una perfidia materna  che utilizza il ricatto (se non mi vuoi più bene...) o il rapporto di esclusività assoluta ( solo io ti voglio berne...) oppure i sensi di colpa ( io ho fatto tutto questo per te...), insomma un bel compendio di situazioni in cui Freud avrebbe trovato grandissimo interesse; anche la nascita stessa di Beau viene usata dalla madre manipolatrice in senso castrante: la donna infatti ha fatto credere al ragazzo che il padre soffrisse di una rara malattia , che aveva ereditato anche lui, per cui se avesse compiuto un atto sessuale completo sarebbe morto, creando quindi un legame tra il concepimento del ragazzino e la morte del padre; scopriremo alla fine che ciò non era vero anche perchè Beau in casa della madre incontra una donna con la quale da ragazzini si erano scambiati un bacio durante una crociera, prima che la madre castrante lo chiamasse a se allontanandolo dalla ragazza e con la quale avrà un atto sessuale, senza morire.
L'arrivo nella casa della madre, che nel frattempo, con uno spietato stratagemma aveva ulteriormente creato terrore e dolore nell'uomo prima di raggiungerla, è un po' la meta del lungo viaggio periglioso, dove le verità si scopriranno, dove tutte le dinamiche psicanalitiche e il ruolo manipolatore della madre verrà chiarito in pieno e dove Beau potrà gettare uno sguardo su quanto di rimosso c' era nella sua vita.
Dal punto di vista puramente narrativo la parte finale è decisamente quella meglio riuscita , quella più drammatica e rivelatrice e anche quella in cui alcune situazioni del cinema di Aster sembrano ritornare, come una delle scene cruciali, anche stavolta, in una soffitta con tanto di enigmatico fallo gigantesco e parlante con denti acuminati e con associati testicoli.
Rimane l'epilogo, con Beau anche stavolta in fuga che si ritrova in una sorta di arena acquatica con tanto di spettatori dove viene inscenato un processo sommario a suo carico nel quale la madre si presenta come vittima fino al momento finale che costituisce l'anello perfetto che chiude la circolarità del film.
E' chiaro come le ambientazioni ed anche le tematiche , almeno in parte, di Beau ha paura differiscano in maniera netta dai precedenti lavori di Ari Aster, qui addirittura siamo nella psicanalisi pura, nella descrizione dei vari complessi insiti nel rapporto madre-figlio ed in senso lato nell'analisi dei rapporti di dipendenza, nello studio delle proiezioni esteriori delle nostre paure al punto che tutto il film si può considerare una proiezione della mente di Beau, compreso quel ritornare nel buio del finale che può apparire come il rientrare nella cavità uterina lontano dalle dinamiche della vita che generano il disagio mentale da cui il protagonista è chiaramente affetto; questo è forse l'unico aggancio rintracciabile con gli altri lavori, e precisamente con Hereditary , riguardo la malattia mentale ereditaria.
Come già detto Beau ha paura è lavoro non facile, chi si aspetta l'horror, seppure sui generis, come erano  Midsommer ed Hereditary, probabilmente rimarrà deluso, ma mostra nello stesso tempo i due lati di questa opera: da una parte il talento del regista e la sua ambizione nel solo ipotizzare una pellicola così complessa con in fondo solo due film alle spalle, la riuscita di larghe parti dell'opera, soprattutto il finale oltre che l'introduzione nella parte più onirica , quella del bosco, di tecniche di animazione che ben si collocano tecnicamente nel contesto, una certa dose di black humor e di ironia derivate dalla cultura ebraica, la creazione di un film che rimane per parecchio nella mente di chi lo ha visto, perchè in fin dei conti questo succede quando troviamo qualcuno che sa raccontare quelle che sono le spigolature oscure che risiedono dentro ognuno di noi; infine la probabile matrice autobiografica del racconto in considerazione del fatto che in tutti i 180 minuti della pellicola si ha chiara l'impressione che quanto vediamo sia la testimonianza di un vissuto a vari livelli.
Viceversa proprio la maestosità dell'opera è il suo limite più importante, quasi una ricerca di ipertrofia narrativa, non sappiamo bene quanto voluta, che fa sì che ad esempio l'inserto onirico del bosco appare troppo un momento scoordinato dal resto della narrazione: insomma si ha l'impressione che Aster avesse molto da raccontare e che a volte abbia perso le redini lasciando le briglie sciolte e che quindi in conclusione abbia peccato di un minimo di presunzione.
Tra gli attori vanno citati ovviamente Joaquin Phoenix, che continua il suo momento magico con una interpretazione di Beau intensa e di grande bravura soprattutto per la carica espressiva che ha donato al personaggio  e Patti LuPone straordinaria interprete della perfidia della madre di Beau.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi