Giudizio: 8/10
Spinto da una forza propulsiva che sembra ormai inarrestabile Anthony Chen compie un ulteriore passo avanti in direzione di quella stretta cerchia di cineasti capaci sempre di regalare qualcosa di speciale e meritevole di essere ricordato; seguendo quasi un nascosto filo antropologico il regista singaporiano dopo Ilo Ilo, in cui racconta una storia che vede al centro un ragazzino ,e Wet Season ,in cui il protagonista è un adolescente in formazione, con The Braeaking Ice approda al mondo giovanile post adolescenziale con un racconto che in molti tratti si presenta crudo, cupo, ma sempre sostenuto da toni mai sopra le righe; l'opera del regista appare quindi quasi una dissertazione sulle varie fasi della vita, sebbene poi i protagonisti nei lavori citati sono anche altri.
Il tratto in comune di tutte le opere di Chen è la solitudine, la difficoltà a tenere in piedi una esistenza carica di insoddisfazione quando non di dolore vero e proprio.
The Breaking Ice probabilmente tocca il punto più alto di questa dissertazione che abbiamo definito antropologica perchè le tematiche che scaturiscono dal film sono molto profonde, nonostante Chen abbia una capacità straordinaria, quella di far emergere dei profili umani complessi e molto articolati senza indugiare in troppe spiegazioni, lasciando che il lato emozionale dei suoi film venga in superficie quasi con lentezza e spontaneamente.
Ambientato in una glaciale Yanji, città di confine tra la Cina e la Corea del Nord , abitata da entrambe le etnie, Haofeng sta partecipando con ben poco entusiasmo al matrimonio di un amico, subito capiamo che il giovane è in preda ad un malessere profondo confermato dalle continue telefonate che riceve dall'istituto per disordini mentali presso cui è in cura che gli ricorda le sue visite da compiere; il suo sguardo nel vuoto in cima ad una scala lascia capire quale gelo abiti nel suo profondo animo, un gelo prossimo a rompersi e ad esplodere in un gesto insano. Qualcosa però lo distrae: un pullman di turisti che si svuota e la guida che scende, lei è Nana una ragazza che si occupa appunto di fare la guida turistica conducendo le persone in un giro alla visita delle poco memorabili bellezze della città; i due si conoscono e così come è precisa e professionale sul lavoro, dismessi gli abiti professionali la ragazza mostra un volto meno formale dal quale traspare una verve giovanile profonda unita però ad una nota di tristezza; la ragazza frequenta in maniera ambigua un altro giovane Henxiao che aiuta la famiglia nel ristorante e che ha dovuto rinunciare a seguire la sua indole per rimanere vicino alla famiglia.
Il trio si compone, una sorta di menage a trois , dove però il sesso non c'entra, o meglio le sottili tensioni sessuali fanno da sfondo al loro modo di rapportarsi: Haofeng è il classico cittadino della megalopoli (Shanghai), timido ed introverso che di certo è attratto da Nana e che decide di rimanere a Yanjin qualche giorno, la ragazza da parte sua alterna la sua vivacità a momenti in cui un passato difficile fatto di rinunce e di situazioni dolorose non sembra volerla abbandonare, Henxiao è il guascone del gruppo, anche lui attratto da Nana, con la quale si intuisce c'è stato qualcosa, e anche lui con quel gelo interiore derivato da una vita che ha preso una strada che lui non voleva.
I tre trascorrono alcuni giorni assieme, come buoni amici: bevono, si ubriacano, ridono, piangono, gironzolano, visitano luoghi che dovrebbero forse aiutarli a rompere quel ghiaccio che li circonda, sembra quasi che la simbiosi emotiva che si crea scaturisca da una prepotente voglia di avere qualcuno vicino che possa capire il proprio stato perchè anch'esso ferito e racchiuso nel suo disagio.
The Breakign Ice vive sulla metafora, forse un po' abusata e persino scontata, ma che appare efficace,del ghiaccio che circonda i giovani , espressione della loro situazione emozionale e delle piccole e grandi crepe che ogni tanto si aprono a lasciare intravedere un passo verso la salvezza.
Chen non va mai a fondo sul disagio che mostrano i tre ragazzi, non si sofferma più di tanto sull'incidente che spezzò la carriera di pattinatrice di Nana o sul disagio mentale di Haofeng, per cui le loro storie appena accennate sembrano quasi costruirsi davanti a noi, senza avere mai la pretesa di voler dare una spiegazione a quanto vediamo: The Braeking Ice ha questo che lo rende opera di valore: il racconto sommesso, asettico di un disagio interiore, di un bisogno di connessione umana, un anelito ad emergere dal gelo rompendo lo strato che attanaglia.
Il film presenta momenti di autentico grande cinema carico di lirismo mai fastidioso ( la scena del labirinto di ghiaccio nel quale i tre ragazzi si trovano a giocare, l'incontro con l'orso , animale solitario per eccellenza, tanto temuto ma di fatto mansueto e fiero della sua solitudine, la magistrale scena della doccia in cui, ben lungi dall'essere foriera di pruriginosità sessuale, i corpi di Haofeng e Nana si toccano attraverso la tenda della doccia, forse il punto di più alta poesia deòl film), conferma la capacità di Anthony Chen di saper essere efficace e profondo pur senza mai alzare i toni, e sebbene il finale possa apparire un po' scontato nella sua dinamica e nella sua poetica del viaggio che ci vuol rappresentare il risultato di quei giorni trascorsi insieme dai ragazzi, il film nel suo insieme è opera che mostra una certa maggiore maturità del regista rispetto alle precedenti prove e una regia di grande spessore.
Se Liu Haoran ( Haofeng ) e Qu Chuxiao ( Henxiao) sono credibili nei loro personaggi che stanno un po' agli antipodi, la vera fuoriclasse del film è la bravissima Zhou Dongyu, che già aveva entusiasmato in Better Days , decisamente ormai una delle attrici di punta del cinema cinese.
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