giovedì 17 ottobre 2024

Crossing ( Levan Akin , 2024 )

 



Crossing (2024) on IMDb
Giudizio : 7/10

Lia è una insegnante di storia ormai in pensione, ha come scopo quello di ritrovare il nipote scomparso in fase di transizione sessuale, le ultime tracce si perdono a Batumi , città della Georgia sul Mar Nero, e siccome la rotta di fuga  per chi frequenta il mercato del sesso porta ad Istanbul, la donna , accompagnata da un ragazzotto, Achi, a lei di fatto sconosciuto, desideroso solo di fuggire dalla realtà misera cui appartiene, intraprende il viaggio alla ricerca della ragazza in una città che è un po' l'approdo di tutti i sogni, spesso fallaci,  di quella zona che sta a cavallo tra Europa ed Asia.
Crossing del regista svedese di origini georgiane Levan Akin affronta il tema dell'identità transgender con un tono sorprendentemente leggero, dove il conflitto tra il diverso e la società non è mai appesantito da atmosfere drammatiche o opprimenti. 
Al contrario, il film è permeato da momenti gioiosi, vibranti di vita e colore, con balli e musica che punteggiano la narrazione, creando un equilibrio tra la profondità dei temi trattati e la vitalità dell'esperienza umana.
Questo approccio stilistico alleggerisce il peso del conflitto, trasformando ciò che potrebbe essere una storia dolorosa in un racconto che celebra la resistenza e la ricerca della propria verità. Le scene di festa, spesso piene di energia e spensieratezza, dimostrano come la vita continui a fluire nonostante le difficoltà, e come anche nei momenti di incertezza ci sia spazio per la gioia e la condivisione.
 


Questi momenti rappresentano una forma di liberazione, non solo per i personaggi, ma anche per lo spettatore, che si ritrova coinvolto in un viaggio emotivo più complesso e sfumato di quanto si possa inizialmente immaginare.
La decisione di Levan Akin di non mostrare mai Tekla,la ragazza scomparsa, se non in un finale dai contorni magici, quasi una apparizione, forse il segmento più bello del film, è un espediente narrativo potente, che permette al film di concentrarsi sul vuoto che lascia dietro di sé e sull'eco delle sue scelte nelle vite degli altri. I personaggi parlano della sua assenza, riflettono su di lei, ma nessuno sa veramente se è ancora viva o dove si trovi. Questa incertezza crea una tensione narrativa sottile, che sottolinea il tema dell'invisibilità delle persone transgender nella società e, più ampiamente, di chiunque si trovi ai margini delle norme sociali.
Il contesto sociale e culturale gioca un ruolo fondamentale nel film: Crossing si interroga  sulla rigidità delle aspettative sociali nei confronti dell'identità di genere e il rifiuto implicito di accettare coloro che sfuggono alle definizioni tradizionali. 
Tekla, emblema quasi eroico nella sua assenza, rappresenta la rottura di queste convenzioni, ma lo fa attraverso il filtro delle parole e delle memorie altrui, un fantasma che aleggia etereo sul racconto. In questo senso, la narrazione diventa un'esplorazione del lutto e della perdita, non solo per un individuo che potrebbe non essere più presente, ma anche per un'idea di identità che non può essere controllata o imbrigliata.
La narrazione che in alcuni tratti diventa frammentaria e indiretta si trasforma in  una meditazione sulla memoria e su come costruiamo le identità delle persone a partire dai nostri ricordi di loro. È un film che parla della percezione degli altri e del modo in cui la società etichetta chi si discosta dalle norme, ma lo fa con una delicatezza che lascia spazio alla riflessione personale e soprattutto con una veste di road-buddy movie ci mostra come da un lato il viaggio e la ricerca siano lo scopo della strana coppia di personaggi sulle orme della ragazza, ma dall'altro è anche l'occasione per portare a galla i disagi dei due in una sorta di viaggio catartico e di liberazione.
Dal punto di vista visivo, Akin utilizza una regia sobria e minimalista, mantenendo l'attenzione sui volti e sui gesti dei personaggi quasi sempre inseguiti, braccati in una Istanbul vivace e vivida; la cinepresa si sofferma spesso sugli spazi vuoti, e crea un senso di silenzio e solitudine che permea alcuni momenti del film.
Istanbul, città in cui si svolge gran parte del film, è descritta con una forza visiva che ne cattura la bellezza complessa e stratificata, non cadendo nell'errore , sempre in agguato in questi casi, della descrizione da cartolina turistica. 
La città diventa un simbolo del passaggio e del cambiamento, una sorta di crocevia tra mondi, identità e culture nella quale , come dice Lia , tutti quelli che vogliono sparire si recano e che forse più di ogni altro aspetto dà un senso al titolo del film (Istanbul, da sempre come l'incrocio e lo snodo cruciale di culture , religioni e mondi che si toccano) . 
Akin dipinge Istanbul non come uno sfondo neutro, ma come un personaggio vivo, vibrante, che riflette la stessa varietà di colori e contraddizioni che caratterizzano la storia di un po' tutti i protagonisti. La città accoglie con le sue strade labirintiche e i suoi panorami mozzafiato, dando al viaggio di Achi e Lia una dimensione visiva e simbolica importante. Istanbul è il teatro di un cambiamento che, come le sue strade, è tortuoso e pieno di sorprese.
In definitiva, Crossing è un film che affronta il tema transgender in modo originale, evitando in buona parte i luoghi comuni del genere per concentrarsi su ciò che rimane invisibile e taciuto; d'altra parte però soffre di una certa dose di ridondanza , essendo forse troppe le situazioni che affronta, a volte anche un po' superficialmente , nel corso del racconto.  
Levan Akin ci offre un'opera che invita alla riflessione profonda e che lascia comunque complessivamente un segno proprio per la sua capacità di parlare di assenze , di ciò che non viene mostrato e di come affrontare con forza d'animo e  giusta leggerezza le trasformazioni che avvengono dentro di noi che portano ad ampliare il nostro sguardo sul mondo

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