domenica 31 luglio 2016

Weeds on Fire /点五步 ( Chan Chi-fat / 陈志发 , 2016 )



Giudizio: 6.5/10

Weeds on Fire è un altro di quei lavori venuti alla luce grazie agli sforzi produttivi governativi e non messi in atto per riportare in auge il cinema con connotati più squisitamente HKesi; in questo caso il lavoro dell'esordiente Chan Chi-fat vede la luce grazie al First Feature Film Institute , un programma messo in piedi dal governo di Hong Kong per permettere a giovani talenti di ottenere finanziamenti, sebbene piuttosto magri, per produrre le loro opere.
Per tale motivo Weeds on Fire, un po' come è avvenuto di recente per alcuni lavori prodotti con modalità simili, è opera che ha il suo interesse a prescindere.
Il regista poi decide di affrontare una tematica per nulla originale, il film su tematiche giovanili, filtrandolo però attraverso lo sport, uno di quelli, tra l'altro, ben poco praticati ad Hong Kong e cioè il baseball.



Ispirandosi ad una storia vera degli anni 80 con protagonisti reali, che vediamo poi omaggiati sui titoli di coda, Chan racconta il tentativo di un preside di una scuola dei Nuovi Territori di ottenere finanziamenti per mettere in piedi una squadra giovanile di baseball, la prima di tutta la città; per fare ciò mette insieme una masnada di giovanotti tutt'altro che disciplinati che trovano, seppur faticosamente, una motivazione interiore, filtrata attraverso le esperienze personali, per ottenere qualche risultato.

venerdì 22 luglio 2016

Flying Colors ( Doi Nobuhiro , 2015 )




Flying Colours (2015) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Può una ragazzina che è il prototipo della teen ager ignorante, frivola e pure mezza scema rendersi conto che rimanendo tale al di là dell'effimera ribellione giovanile vuota e fine a se stessa non fa altro che rovinarsi l'esistenza?
E può una tematica del genere apparire come una storia di rivalsa e redenzione?
Il lavoro di Doi Nobuhiro affronta questo tema raccontandoci la storia di Sayaka, biondo platino, minigonne ascellari, totalmente disinteressata alla scuola al punto di avere un rendimento nelle scuole superiori da ragazzina delle  elementari, interessata solo al suo look e alle mode fugaci dell'età adolescenziale.


La madre, unica ad interessarsi a lei visto che il padre pensa solo a lavare il cervello al figlio per farlo diventare un giocatore di baseball, decide di salvare il salvabile affidandola ad un insegnante che si occupa di corsi di recupero per adolescenti ignoranti come capre.
Il piglio e la simpatia dell'insegnante riescono a far breccia nell'orgoglio della ragazzina che piano piano prima prende coscienza della propria condizione poi decide di recuperare il tempo impegnandosi nello studio, sebbene i risultati all'inizio non fanno altro che mettere in luce la sua profonda inadeguatezza oltre che ignoranza abissale.
Ma i risultati sorprendentemente arrivano al punto che la ragazza punta addirittura ad entrare in una delle tante università d'elite di Tokyo , tipica mission impossible che però coinvolge tanto.

lunedì 18 luglio 2016

Round Trip Heart ( Tanada Yuki , 2015 )




Round Trip Heart (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Hachiko lavora come addetta alla ristorazione sul Romance Car un treno intriso di nostalgia che ogni giorno fa la spola con Hakone una località celebre per le sue terme e per le vedute mozzafiato sul Fuji; la ragazza svolge il suo lavoro con nipponica gentilezza e professionalità trascinando il suo carrello tra le file dei passeggeri in viaggio dispensando snack e bevande; uno dei passeggeri cerca di rubarle uno snack e lei , ligia al dovere, lo insegue nella stazione per consegnarlo ai poliziotti.
L'uomo è uno strambo personaggio ingobbito sotto il peso della sua altezza e quando Hachiko riesce a raggiungerlo entrambi sono esausti dalla folle rincorsa quasi fossero guardia e ladro; non solo , dopo un breve colloquio i due , con un colpo di scena quasi grottesco, si concedono una escursione, guidati dalla volontà della ragazza di rintracciare la madre,  fino alla cittadina termale della quale la ragazza ha un vago ricordo per una gita compiuta anni prima con la sua famiglia prima che si sfaldasse con la separazione tra i genitori.


Dal canto suo Sakuraba, strambo e cialtrone che millanta posizioni sociali fasulle, è in realtà un povero disgraziato in fuga perchè la sua attività da produttore lo ha portato sull'orlo del fallimento, nonostante ciò mostra il suo lato più umano e quello che inizia con uno stranissimo incipit diventa ben presto un nostalgico road movie all'insegna della solitudine e della fragilità.
I due ben disposti a raccontarsi le proprie vicende pur mantenendo sempre un rigoroso distacco, nonostante per un momento sembra che qualcosa possa accadere, diventano insomma i protagonisti di una commedia agro dolce che nonostante le premesse non scade mai nel facile sentimentalismo, anzi lo evita accuratamente continuando ad affidarsi ad atmosfere spesso eteree e  riflessive.

sabato 16 luglio 2016

Inside Men ( Woo Min-ho , 2015 )




Inside Men (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Che la Corea del Sud potesse essere uno dei tanti paesi fondato e alimentato dalla corruzione dilagante è dato di fatto appurato vuoi dalla storia e vuoi dalle numerose storie cinematografiche che seppur di fantasia, si ispirano comunque a fatti realmente accaduti; ma che un film come Inside Men potesse ergersi quasi a film di denuncia risulta invece più sorprendente; il motivo del grande successo riscosso dal lavoro del regista coreano Woo Min-ho sta nel fatto di avere messo sullo schermo tutto ciò che bolle nelle viscere di un paese in cui la corruzione alimentata dalla bramosia di potere regola tutti i meccanismi politici e sociali: storia da dare in pasto insomma ad una opinione pubblica sempre più sospettosa e mal disposta verso il potere politico.


Va però detto che , fatte tutte le doverose distinzioni, Inside Men non è quello che ci si sarebbe aspettati da un Francesco Rosi o un Elio Petri asiatico del terzo millennio: la componente di denuncia è chiarissima, con tanto di riferimenti e di ambientazione a 360°, ma Woo sceglie quella che potremmo definire la via coreana al film di denuncia e cioè una pellicola nella quel accanto alle tematiche accennate c'è il thriller, c'è la violenza alla coreana (quindi tosta...) e c'è la vendetta.
Il racconto è imperniato intorno ad un losco affare che sta dietro ad alcuni importanti personaggi dell'establishment politico-finanziario coreano: il politico rampante, il giornalista che da anni muove le fila attraverso gli organi di stampa, industriali trasformati in bancomat senza fondo , tutti coagulati intorno ad una truffa che dovrebbe favorire il politico nella corsa elettorale e il potere industriale.

venerdì 15 luglio 2016

The Kodai Family ( Hijikata Masato , 2016 )




Kôdaike no hitobito (2016) on IMDb
Giudizio: 5/10

Ha ancora un senso riprodurre, con opportune correzioni e adattamenti, la favola di Cenerentola in un mondo come quello del terzo millennio dove le favole sembrano avere tutte la stessa confezione e il lieto fine standardizzato?
The Kodai Family del regista giapponese Hijikata Masato è la risposta forse più completa e al tempo stesso ovvia: chi vive nel mondo dei sogni perennemente ha bisogno di qualcuno che la comprenda e la aiuti a far sì che almeno una parte di quei sogni bambineschi diventino realtà.
Kie lavora come segretaria in una grande azienda, sognatrice ad occhi aperti col suo mondo personale popolato da personaggi di fantasia, aspira all'incontro della sua vita che possa far concretizzare le ingenue e semplici aspirazioni che si fondano sul bisogno di essere compresa ed accettata.


Quando nell'azienda in cui lavora compare il giovane rampollo della famiglia proprietaria, un autentico principe tanto etereo quando inarrivabile, i pensieri di Kie spaziano a 360° gradi; il problema però è che Mitsumasa, il giovane belloccio e ricco figlio del padrone dell'azienda ha lo strana e prodigiosa dote di saper leggere il pensiero: di fronte a tanta purezza di sentimenti il ragazzo un po' incuriosito e divertito, un po' colpito agevola l'incontro con Kie che ben presto si tramuta in amicizia e quindi in amore.
Mitsumasa a dimostrazione dei suoi buoni propositi introduce la ragazza nella sua famiglia dove anche il fratello e la sorella sono telepatici per uno strano dono genetico; l'unico ostacolo è ovviamente la madre rigida e dispotica che non contempla per il futuro del figlio un matrimonio con una ragazza di origini non altolocate.

giovedì 14 luglio 2016

Young Love Lost / 少年巴比倫 ( Xiang Guoqiang / 相國強 , 2015 )




Young Love Lost (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Siamo nei primi anni novanta in una città del nord della Cina che vive agglomerata intorno ad una gigantesca fabbrica di prodotti chimici, uno degli ultimi baluardi della industrializzazione comunista, fonte inesauribile di lavoro e di speranza per gli abitanti della città.
Il protagonista della storia è un giovane , Lu Xiaolu, il cui padre appena ha potuto ha pensato di infilarlo, seguendo i soliti metodi basati sul favore e sul clientelismo, nella immensa fabbrica assicurandogli così un futuro; è lo stesso ragazzo che anni dopo racconta la sua storia, quegli anni che lo portavano fuori dalla adolescenza per affacciarsi al mondo degli adulti e alle prospettive che i cambiamenti sociali seguiti alla modernizzazione del paese si paravano davanti.


Ma il giovane ha ben altre idee per la testa: le pulsioni sessuali si affacciano prepotentemente e il vedersi infilato in un microcosmo colorato e variegato quale è quello della fabbrica non fa altro che alimentare i suoi desideri; eh sì perchè il regista Xiang Guoqiang, qui alla sua opera prima, ritrae il mondo della fabbrica come un universo colorato popolato da uomini allupati e sempre sensibili alle problematiche sessuali pecorecce, un ambiente che è un po' a metà strada tra una caserma e una scuola di eterni adolescenti.
Xiang è assegnato al nucleo che si occupa della parte meccanica del complesso industriale e ben presto scopre come ogni reparto vive delle sue regole , spesso in vivace contrapposizione con gli altri.
Unica traccia gentile all'interno della fabbrica è la giovane dottoressa Bai Lan che da parte sua tratta con distacco tutti, più che altro per salvaguardare se stessa.
Tra i due comunque, a tappe di lento avvicinamento, inizia un rapporto di amicizia che alla fine sfocerà in vero amore, culminando, grottescamente in una serata segnata da un forte terremoto.
Quegli anni sono stati per Lu di certo i più belli , come ricorda nel finale, ma anche i più amari, perchè sotto i suoi occhi sono passati a folle velocità non solo l'amore ma anche tutti i cambiamenti che hanno portato la Cina su una strada diversa: insomma alla fine Young Love Lost si tinge in maniera netta e decisa di quei colori della nostalgia verso l'epoca della giovinezza e di un'era che appare lontanissima nel tempo, approdando a quel genere di tematiche che il cinema cinese degli ultimi anni sta sempre più abbracciando nel suo guardare al passato che non è solo personale e nostalgico, ma anche storico e sociale.

mercoledì 13 luglio 2016

Lowlife Love ( Uchida Eiji , 2015 )




Lowlife Love (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

In una società come quella giapponese, votata al formalismo e animata da una competitività estrema che non prevede l'insuccesso o peggio il fallimento, non risulta difficile immaginare il sottobosco cinematografico che si muove tra produzioni low cost e cinema indipendente come un magma dove tutto sembra ridursi ad una lotta per la sopravvivenza, un ampio campo di battaglia dove esistono pochissime regole e dove imperversano millantatori, imbroglioni, farabutti, produttori privi di soldi e di scrupoli e l'immancabile yakuza.
Lowlife Love di Uchida Eiji  osserva proprio questo mondo marginale, quasi nascosto nel quale la domanda che tutti si pongono, più o meno esplicitamente , è: "quanto sono disposto a mettere in gioco per raggiungere il risultato ?".


Il protagonista Tetsuo, ad esempio, regista di un film indipendente alcuni anni e da tempo impegnato a trovare il modo di dirigerne un altro, sebbene sia un personaggio di quelli che certamente non potremmo definire raccomandabili, ha però la sua sacra morale cinematografica votata all'idealismo un po' donchischottesco; poco importa che dietro questa sua forma di puro idealismo si nasconda un pornomane, un  molestatore che naturalmente sfrutta il suo ruolo per circuire le aspiranti attrici, Tetsuo sa però riconoscere il talento, spogliandosi del suo ruolo sgradevole da clichè cinematografico di quart'ordine.
Minami, una giovane appena giunta dalla provincia e che ben presto deve fare i conti, adeguandosi senza troppe difficoltà, con le regole che governano quel sottobosco e Ken, un giovane sceneggiatore alle prime armi, entrano ben presto nell'orbita di Tetsuo che vede in loro grandi potenzialità; ma la concorrenza nel variegato mondo del cinema indipendente e povero è feroce e quindi il protagpnosta deve fare i conti con colleghi e produttori senza scrupoli che usano i suoi stessi metodi, cioè le avances sessuali, per portare dalla propria parte la giovane aspirante attrice.

Mountain Cry / 喊山 ( Larry Yang / 杨子 , 2015 )




Mountain Cry (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Il giovane regista cinese Larry Yang, appartenente a quella generazione di cineasti che sebbene diplomatisi nelle prestigiose Accademie cinesi ( la Beijing Film Academy in questo caso), possiedono un bagaglio culturale di ampie vedute grazie alle esperienze maturate in altri paesi che gli hanno consentito di introdurre all'interno della a volte austera autorialità tipica del cinema cinese nuove vedute cinematografiche di certo più contaminate dalle esperienze occidentali.
In Mountain Cry Yang si cimenta con un periodo storico tra i più difficili e al tempo stesso più affascinanti che ha influenzato in maniera radicale la società cinese: siamo infatti negli anni 80, in un villaggio dello Shanxi dove, sebbene ormai il paese abbia imboccato la via delle aperture che lo porteranno al boom economico che conosciamo, l'eco della appena conclusa Rivoluzione Culturale è ancora forte , col suo carico di usanze , tradizioni e regole quasi tribali.


Quando il marito della giovane e bella ma purtroppo muta Hong Xia muore a causa di una trappola piazzata maldestramente dallo scapestrato Han Chong, il consiglio del villaggio, temendo la reazione delle autorità che avrebbe minato l'armonia della comunità, decide di non denunciare il fatto e di compensare la perdita della donna con l'impegno del giovane a farsi carico dei bisogni della famiglia della giovane vedova, da tutti vista come una intrusa nel villaggio in quanto giunta da poco insieme al marito.
Han Chong accetta obtorto collo l'incarico e si prende sulle spalle i bisogni della famiglia, Hong da parte sua si dimostra fedele al suo ruolo di donna di casa sfamando il giovane e accudendolo dopo le fatiche lavorative.
I due trovano quindi un modo per comunicare e per riuscire a mettere su una specie di famiglia surrogata, ma soprattutto, quello che all'inizio era un rapporto fondato sulla diffidenza e sul rancore si tramuta in una storia di amore cresciuta all'ombra di un ambiente ostile e gretto, che si nutre anche del tragico passato della donna.

lunedì 11 luglio 2016

The Exclusive: Beat the Devil's Tattoo (Roh Deok , 2015 )




Journalist (2015) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Heo lavora come reporter in un grande network, con la sua professionalità cerca di mettere una pezza nella vita personale ( la moglie non crede in lui e vuole il divorzio) e in quella professionale dove si addensano le nubi di un ridimensionamento del personale che potrebbe coinvolgerlo; quasi per caso però si trova di fronte ad una soffiata che potrebbe cambiare la sua vita per sempre; negli ultimi mesi Seoul è stata sconvolta dalle gesta esecrabili di un serial killer feroce e Heo sembra avere una informazione che potrebbe risolvere il caso sul quale anche la polizia annaspa senza fare progressi.
I dirigenti del network si gettano sulla notizia , infervorati nella solita corsa allo scoop e prima ancora che possa rendersi conto di quanto sta accadendo Heo si ritrova sbattuto sugli schermi insieme alla sua informazione preziosa della quale però ben presto non si dimostra così sicuro come appariva all'inizio.


Strutturato come un thriller con tutti canoni giusti del genere, The Exclusive è però fondamentalmente tutt'altra cosa: uno spaccato ricco di sarcasmo e con toni spesso da commedia, seppur nera, del mondo dell'informazione e della sua competitività all'interno del paese forse più competitivo del mondo.
L'iniziale euforia del protagonista ben presto scivola nel dubbio e nel terrore per le conseguenze nefaste che potrebbe avere mentre i vertici del network misurano il successo della scelta con incrementi vertiginosi dell'audience ben poco inclini a riconoscere la possibilità seppur remota dell'errore; come se non bastasse anche la polizia mostra il suo volto più sgradevole ed incapace: per Heo insomma un salire e scendere continuo dalla polvere agli altari in una storia che mette la mancanza assoluta di etica al centro delle tematiche e il disagio di chi invece un briciolo di morale professionale lo mantiene ancora.

sabato 2 luglio 2016

The Inerasable ( Nakamura Yoshihiro , 2016 )




The Inerasable (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

La tematica delle case infestate da spiriti è una di quelle più classiche del cinema horror di tutti i tempi: case che vivono e perpetuano maledizioni, case che nascondono eventi spaventosi, case dove gli spiriti alloggiano incontrastati da secoli e case che sono state testimoni di eventi tragici e che sembrano voler trasmettere il segreto; tutto costruito per smaterializzare, personificare e rendere viva, col suo carico anche di dolore, quello che dovrebbe essere il rifugio sicuro e tranquillo di tutti noi.
Prendendola un po' alla larga Nakamura Yoshihiro è questo che vuole raccontare nel suo ritorno all'horror, partendo da una premessa interessante ed originale.
Una scrittrice di romanzi horror si affida ai suoi lettori per avere ispirazione: raccontare episodi spaventosi nei quali il soprannaturale sembra prendere il sopravvento.


Tra le mille storie ricevute quella della studentessa Kubo è  la più  interessante, anche perchè sembra avere delle sconcertanti coincidenze con una storia ricevuta anni prima.
La scrittrice decide quindi di incontrare la ragazza ed assieme cercano di saperne di più sui strani rumori e sulla misteriosa presenza che sembra abitare la casa di Kubo.
La coppia ben presto si ritrova a scavare come due archeologhe della paura e del soprannaturale nel passato anche molto remoto, perchè eventi che si concatenano e si intersecano appaiono riportare la soluzione del mistero nel passato per una sorta di perpetuarsi di una dinamica inspiegabile ed oscura.
Raccontare oltre di The Inerasable significherebbe spoilerare troppo, quindi meglio fermarsi qui, anche perchè il film, più un horror psicologico che altro, vive molto sulla ambientazione e sulle sottili dinamiche narrative  che comunque condurranno ad un finale risolutivo (questo possiamo almeno dirlo).

venerdì 1 luglio 2016

The Forest ( Paul Spurrier , 2015 )




The Forest (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Il compito di rappresentare al Far East Film Festival uno dei generi da sempre più in voga nella cinematografia thailandese, quello che ruota intorno a storie di fantasmi con ambientazioni horror, è demandato per quest'anno ad un regista britannico Paul Spurrier da anni ormai stabilitosi in Thailandia e che ha al suo attivo un solo altro lavoro datato 2005.
Questi presupposti piuttosto atipici non impediscono a The Forest di risultare un lavoro dalla profonda anima thai, prodotto a basso budget e improntato ad un minimalismo, sotto tutti gli aspetti, da tipico film indipendente.


La storia racconta di un giovane maestro inviato ad insegnare in una piccola comunità che vive ai margini di una gigantesca ed impervia foresta che le tradizioni popolari e le superstizioni vogliono popolata da oscure presenze; qui il maestro conosce la sua graziosa collega che si occupa di un'altra classe e una schiera di ragazzini in età preadolescenziale tra i quali Ja una giovane solitaria e taciturna che ha scelto la via del mutismo volontario, tranne che con il padre ubriacone; la ragazzina è oggetto di bullismo dalle sue compagne di classe a causa della sua ostinazione a non parlare e del suo carattere schivo.
Ja però è l'unica che ha il coraggio di entrare nella foresta dove incontra un ragazzino che vive allo stato brado come un selvaggio e con il quale riesce ad esprimersi usando le parole.
Tutto il film vive sulle figure del giovane maestro che lentamente sembra scivolare nel gorgo intriso di mistero e di paura e sui due ragazzini protagonisti che all'interno della foresta vivono in piena libertà circondati dal mistero e dalle presenze oscure.
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