Giudizio: 6.5/10
Weeds on Fire è un altro di quei lavori venuti alla luce grazie agli sforzi produttivi governativi e non messi in atto per riportare in auge il cinema con connotati più squisitamente HKesi; in questo caso il lavoro dell'esordiente Chan Chi-fat vede la luce grazie al First Feature Film Institute , un programma messo in piedi dal governo di Hong Kong per permettere a giovani talenti di ottenere finanziamenti, sebbene piuttosto magri, per produrre le loro opere.
Per tale motivo Weeds on Fire, un po' come è avvenuto di recente per alcuni lavori prodotti con modalità simili, è opera che ha il suo interesse a prescindere.
Il regista poi decide di affrontare una tematica per nulla originale, il film su tematiche giovanili, filtrandolo però attraverso lo sport, uno di quelli, tra l'altro, ben poco praticati ad Hong Kong e cioè il baseball.
Ispirandosi ad una storia vera degli anni 80 con protagonisti reali, che vediamo poi omaggiati sui titoli di coda, Chan racconta il tentativo di un preside di una scuola dei Nuovi Territori di ottenere finanziamenti per mettere in piedi una squadra giovanile di baseball, la prima di tutta la città; per fare ciò mette insieme una masnada di giovanotti tutt'altro che disciplinati che trovano, seppur faticosamente, una motivazione interiore, filtrata attraverso le esperienze personali, per ottenere qualche risultato.
La storia si basa soprattutto sulle figure di due giovani amici per la pelle, Tse Chi-lung e Fan Chun-wai, prototitpi di una gioventù confusa , ribelle , con un presente difficile e un futuro enigmatico.
Una storia insomma di rivalsa e di affermazione contro tutto e contro tutti attraverso lo sport veicolo straordinario di aggregazione e di formazione personale.
Come film a tema sportivo Weeds on Fire funziona abbastanza, ha brio e vivacità sufficienti e soprattutto si impone come elegia dei perdenti in cerca di rivalsa; come racconto di formazione giovanile non ha nulla di originale da offrire ma mostra una buona dose di sincerità.
La morale del film sta tutta nella metafora sportiva della volontà e nella forza di credere in qualcosa, fortificati dallo spirito di squadra, tema che ha impregnato centinaia di pellicole dall'origine del cinema, proprio perchè il tema si presta a molteplici livelli di lettura ed interpretazione.
Chan va anche oltre, forzando forse un po' troppo il concetto, allorquando ci mostra uno dei due giovani , ormai adulti ai giorni nostri, riflettere su quegli eventi lontani, proprio mentre intorno a lui nasce e si sviluppa la protesta degli ombrelli gialli; una similitudine probabilmente poco aderente ma che mostra lo spirito tipicamente HKese di questo lavoro che pur non assurgendo a opera imperdibile ha il pregio di dar voce ad un regista appartenente ad una generazione che con più difficoltà di altre riesce ad accettare la realtà di Hong Kong che alimenta paure e stordimento.
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