Giudizio: 7/10
In una società come quella giapponese, votata al formalismo e animata da una competitività estrema che non prevede l'insuccesso o peggio il fallimento, non risulta difficile immaginare il sottobosco cinematografico che si muove tra produzioni low cost e cinema indipendente come un magma dove tutto sembra ridursi ad una lotta per la sopravvivenza, un ampio campo di battaglia dove esistono pochissime regole e dove imperversano millantatori, imbroglioni, farabutti, produttori privi di soldi e di scrupoli e l'immancabile yakuza.
Lowlife Love di Uchida Eiji osserva proprio questo mondo marginale, quasi nascosto nel quale la domanda che tutti si pongono, più o meno esplicitamente , è: "quanto sono disposto a mettere in gioco per raggiungere il risultato ?".
Il protagonista Tetsuo, ad esempio, regista di un film indipendente alcuni anni e da tempo impegnato a trovare il modo di dirigerne un altro, sebbene sia un personaggio di quelli che certamente non potremmo definire raccomandabili, ha però la sua sacra morale cinematografica votata all'idealismo un po' donchischottesco; poco importa che dietro questa sua forma di puro idealismo si nasconda un pornomane, un molestatore che naturalmente sfrutta il suo ruolo per circuire le aspiranti attrici, Tetsuo sa però riconoscere il talento, spogliandosi del suo ruolo sgradevole da clichè cinematografico di quart'ordine.
Minami, una giovane appena giunta dalla provincia e che ben presto deve fare i conti, adeguandosi senza troppe difficoltà, con le regole che governano quel sottobosco e Ken, un giovane sceneggiatore alle prime armi, entrano ben presto nell'orbita di Tetsuo che vede in loro grandi potenzialità; ma la concorrenza nel variegato mondo del cinema indipendente e povero è feroce e quindi il protagpnosta deve fare i conti con colleghi e produttori senza scrupoli che usano i suoi stessi metodi, cioè le avances sessuali, per portare dalla propria parte la giovane aspirante attrice.
La carrellata di personaggi che abitano questo ambiente è coloratissima e si va dall'immancabile produttore laido al regista che ha avuto fortuna senza talento fino a millantatori senza scrupolo, tutti personaggi per i quali il regista, che viene dal cinema indipendente, si è ispirato riferendosi a fatti e persone reali.
Se da un lato osserviamo Tetsuo perseguire il suo obiettivo seguendo comunque una morale, molto personale a dire il vero, dall'altro osserviamo come la giovane Minami non si crei problemi ad entrare o uscire rapidamente da letti bollenti pur di raggiungere il suo scopo.
Ecco quindi che il farabutto regista che abbindola le giovani aspiranti attrici e che si nutre di film porno diventa il paladino "buono" dei valori di un ambiente nel quale tutti sono disposti a fare tutto, gettandoci in faccia la domanda cui si faceva riferimento.
Costruito come una dark comedy con risvolti costantemente oscillanti tra il sarcastico ed il demenziale, Lowlife Love è lavoro che trasuda però una forte carica umana e che vuole essere uno sguardo con venature affettuose a quell'ambiente cinematografico di serie B; inoltre Uchida , cui la storia verso il finale sfugge un po' di mano, con un colpo di coda negli ultimi 10 secondi del film riesce a chiudere il cerchio narrativo in maniera convincente.
Sorprendente vedere come protagonista quel Shibukawa Kiyohiko che in molte occasioni abbiamo osservato in ruoli che una volta si sarebbero definiti da caratterista ( solitamente il fessacchiotto di turno): la sua prova risulta più che convincente in un ruolo che sembra tagliato ad arte per lui.
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