Giudizio: 7/10
Siamo nei primi anni novanta in una città del nord della Cina che vive agglomerata intorno ad una gigantesca fabbrica di prodotti chimici, uno degli ultimi baluardi della industrializzazione comunista, fonte inesauribile di lavoro e di speranza per gli abitanti della città.
Il protagonista della storia è un giovane , Lu Xiaolu, il cui padre appena ha potuto ha pensato di infilarlo, seguendo i soliti metodi basati sul favore e sul clientelismo, nella immensa fabbrica assicurandogli così un futuro; è lo stesso ragazzo che anni dopo racconta la sua storia, quegli anni che lo portavano fuori dalla adolescenza per affacciarsi al mondo degli adulti e alle prospettive che i cambiamenti sociali seguiti alla modernizzazione del paese si paravano davanti.
Ma il giovane ha ben altre idee per la testa: le pulsioni sessuali si affacciano prepotentemente e il vedersi infilato in un microcosmo colorato e variegato quale è quello della fabbrica non fa altro che alimentare i suoi desideri; eh sì perchè il regista Xiang Guoqiang, qui alla sua opera prima, ritrae il mondo della fabbrica come un universo colorato popolato da uomini allupati e sempre sensibili alle problematiche sessuali pecorecce, un ambiente che è un po' a metà strada tra una caserma e una scuola di eterni adolescenti.
Xiang è assegnato al nucleo che si occupa della parte meccanica del complesso industriale e ben presto scopre come ogni reparto vive delle sue regole , spesso in vivace contrapposizione con gli altri.
Unica traccia gentile all'interno della fabbrica è la giovane dottoressa Bai Lan che da parte sua tratta con distacco tutti, più che altro per salvaguardare se stessa.
Tra i due comunque, a tappe di lento avvicinamento, inizia un rapporto di amicizia che alla fine sfocerà in vero amore, culminando, grottescamente in una serata segnata da un forte terremoto.
Quegli anni sono stati per Lu di certo i più belli , come ricorda nel finale, ma anche i più amari, perchè sotto i suoi occhi sono passati a folle velocità non solo l'amore ma anche tutti i cambiamenti che hanno portato la Cina su una strada diversa: insomma alla fine Young Love Lost si tinge in maniera netta e decisa di quei colori della nostalgia verso l'epoca della giovinezza e di un'era che appare lontanissima nel tempo, approdando a quel genere di tematiche che il cinema cinese degli ultimi anni sta sempre più abbracciando nel suo guardare al passato che non è solo personale e nostalgico, ma anche storico e sociale.
L'impianto narrativo scelto dal regista è quello della commedia con tonalità che spesso si avvicinano al grottesco e al surreale: la carrellata di personaggi che vivono nella fabbrica è a dir poco vasta e coloratissima; capi officina che si atteggiano a capo popolo, dirigenti da quattro soldi che applicano biecamente il loro piccolo potere,fessacchiotti ben poco svegli ma dall'animo gentile, operaie dalle tette enormi i cui reggiseni provocatoriamente esposti appaiono agli uomini che li guardano con gli occhi di fuori come mongolfiere; e poi storie personali divertenti e assurde, situazioni grottesche e stralunate ( su tutte la demenziale gara tra i reparti a chi rimane nell'acqua bollente dei bagni più a lungo con tanto di collassi e deliqui).
Insomma il film di Xiang si lascia apprezzare soprattutto per questo: la descrizione di un epoca a tinte vivacissime, fuori dai classici schemi socio-antropologici cui il cinema cinese , soprattutto quello d'autore, a volte indugia; un film dove è più il contesto che si crea che costruisce la sua forza che la storia in se stessa, la quale soprattutto nel finale sembra adagiarsi su canoni ben più convenzionali.
Certo a ben guardare Young Love Lost la sua carica metaforica la possiede , a volte racconta in maniera chiara situazioni dalla forte impronta politica (vedi le proteste dei lavoratori, i licenziamenti e la successiva introduzione delle regole della libera economia) , ma lo fa sempre con quel tono divertito e scanzonato, ricco di verve che lo rende un lavoro piacevole e ben costruito da un regista esordiente che comunque ha alle spalle diverse esperienze nel mondo dei cortometraggi.
Che poi nel finale Lu ci racconti come l'unico vero momento da ricordare di quel periodo sia stato il suo amore per la bella dottoressa è qualcosa che fa parte di quel nostalgico e melanconico guardare indietro che sembra essere diventata da qualche tempo una delle tematiche più vive e feconde del cinema cinese.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.