venerdì 3 settembre 2010

Matrimoni e altri disastri ( Nina di Majo , 2010 )


Giudizio: 4/10
La maledizione del film "carino"

Tipico esempio di (presunta) commedia brillante all'italiana che, prendendo a spunto situazioni limite di diasgio che ispirerebbero in mani sagge ben altre dissertazioni non necessariamente drammatiche, si diverte a giocherellare con personaggi e situazioni, alcune delle quali francamente assurde e spacciate per espressione del profondo disagio esistenziale che percorre i nostri giorni, portando quasi allo stremo lo spettatore che non si fa imbrogliare dalle battute facili e dal clima ridanciano che può andare bene per Verdone , ma non certo per chi tenta di ergersi a rifondatore di una commedia brillante all'italiana che di fatto non esiste più quasi. Ed è così quindi che si assiste ad una omologazione deprimente in cui Mine Vaganti e questo Matrimoni e altri disastri giungono allo stesso punto morto che porta una parte della critica e certo pensare comune ad affermare che questo è un film "carino" , termine dietro al quale si nasconde il nulla o semplicemente il giusto e meritatissimo riconoscimento per una bravissima attrice quale Margherita Buy, unico raggio di sole in una pellicola buia, che di fatto regge da sola quel pochissimo di buono che il film ha da dire.

Ed è appunto il personaggio della Buy che da l'impronta al film, una donna che racchiude in sè la summa delle problematiche che spesso l'attrice si trova a rappresentare: donna fragile, che ispira tenerezza, sola, soverchiata da complessi e colpe, cui anche il pc , attarverso un feroce screensaver , ricorda che son 3 anni che non vede l'ombra di un uomo, nonostante i corteggiatori non manchino, bersaglio e vittima di una famiglia in cui oltre al benessere regna il disordine sentimentale. Ultimo fardello da sopportare, la preparazione delle nozze per la sorella più giovane, troppo impegnata col lavoro per potersene occupare: sarà il compito più grave perchè porterà alla luce intrighi, passioni sopite e anche qualche piacevole passatempo.
Narrando il tutto con tono volutamente e fastidiosamente leggero, la regista non fa altro che evidenziare l'iinconsistenza di una storia di cui si stenta anche a capire il senso, se non quello di dipingere Nanà come una sorta di catalizzatrice di umani affanni, ruolo che, ripetiamo, la Buy svolge egregiamente; troppo poco per rendere piacevole la visione del film  che anzi, in alcuni momenti ,rasenta addirittura la noia pura, cosa singolare per una commedia che vorrebbe essere brillante.
Insomma, se si cerca un film in cui vedere all'opera una brava attrice (ma già lo sapevamo) o la si vuol conoscere meglio, i 100 minuti del film un minimo di senso ce lo hanno, altrimenti molto meglio rivolgersi altrove, magari verso una bella commedia brillante all'italiana del tempo che fu.

6 commenti:

  1. Son d'accordo con te Missile, ma ti dirò di più: sembra che in Italia non si sappia fare una commedia brillante a prescindere da drammi o da situazioni che altrimenti sarebbero lo spunto per un film drammatico; quasi che sappia ridere e far ridere solo su sventure e situazioni tragiche

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  2. Ho seguito per tanti anni questi inizi e questi debutti, poi mi sono demoralizzato e ho lasciato perdere.
    Un bel giorno, ho letto come cominciò a fare cinema Frank Capra, come cominciò Orson Welles, come cominciarono tutti i grandi...Non mi si venga a dire che erano altri tempi: o meglio, sì, erano altri tempi, lavorava chi era davvero portato per il cinema.
    In Italia la situazione è ancora peggio che altrove, però anche i francesi - per esempio - di "film carini" ne hanno fatti troppi.

    In sintesi, ormai si lavora solo per la tv: e nessuno dice più cinema, questa è "fiction".

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  3. Mi trovi totalmente d'accordo Giuliano , e questo mi conforta perchè iniziavo a pensare di essere troppo severo con certo Nuovo Cinema italiano e giustissima l'osservazione sul fatto che ormai sembrano tutte fiction.
    Per fortuna il Cinema è quanto di più universale c'è e sapere che gli esordi di altri registi, in tutto il mondo, sono di ben altro spessore, fa sentire un po' meno la mancanza di quei grandi Maestri che hai citato tu.

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  4. Baobab: hai perfettamente ragione, e questo perchè pochi hanno capito che fare una bella commedia brillante è molto, ma molto più difficile che dirigere un dramma o un thriller.

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  5. In genere quando noto Fabio Volo su una locandina di un film evito di andare a vederlo. La Buy in alcune pellicole mi piace (Giorni & nuvole, ad esempio), in altre mi sembra troppo isterica, troppo esagerata...

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  6. Hai ragione Bruno, ma io che son fesso a questo punto, o semplicemente illuso, spero sempre che comunque qualcosa di buono da un film può venire fuori. Riguardo alla Buy , è vero, è molto caratterizzata come attrice, ma quei ruoli le riescono veramente bene e comunque in assoluto è una brava attrice

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