Giudizio: 5.5/10
Tutto in una notte e in un luogo
Tutto in una notte e in un luogo
La notte bianca del titolo è quella che aspetta il poliziotto Vincent, dopo che in un'alba livida parigina ha sottratto, in combutta con un collega corrotto, un carico di droga a dei trafficanti: una notte bianca come la droga e come la farina che cerca di spacciare per cocaina, una notte buia , claustrofobica e frenetica trascorsa nella discoteca del boss che ha imbrogliato il quale gli ha rapito il figlio affinchè gli restituisca la merce, una notte che sembra un incubo techno tra musica sparata all'infinito, botte, borse cariche di droga che ballano tra i controsoffitti, facce da galera, trafficanti corsi che vestono Dolce & Gabbana e trafficanti turchi, poliziotti corrotti, poliziotti iperzelanti, biondone dalle cosce lunghe, una vita da riscattare e un figlio da salvare e da cui ottenere fiducia e affetto.
Sfruttando clichè abbastanza consolidati e richiamando , rivisitandoli alla luce del terzo millenio, ambientazioni alla Melville, Frederic Jardin dirige questo thriller che se un pregio possiede è quello del ritmo, talmente sostenuto e dominante sulla struttura narrativa che viene da pensare che spesso vada a sovrapporsi , colmandole, a grosse lacune strutturali della sceneggiatura.
Il film indubbiamente parte bene, infila gli artigli sulla preda e non la molla, costruisce una situazione che fa della frenesia il suo punto forte, presenta personaggi che sembrano quasi scambiarsi i ruoli in una miscela di buoni e cattivi, corrotti e integerrimi, finti buoni e buoni veri, ma quando ciò non basta più, il racconto sembra avvitarsi su stesso in una sorta di incubo chiuso nello spazio (la discoteca) e nel tempo (una notte), in attesa di un finale che sembra anche trascinarsi un po' troppo, lasciando volutamente incompiuta la quadratura del cerchio.
La carrellata di personaggi è senz'altro interessante e dona anche qualche sprazzo di ironia (bellissimo e cinemtograficamente perfetto quello del boss corso Marciano) così come la promiscuità dei ruoli tra varie gamme di cattivi e di buoni regala mille sfaccettature; però da un certo punto in poi il film sembra diventare un nastro che si ripete per troppe volte: stessi ambienti, stesse situazioni, stessi dialoghi , scandito il tutto con un ritmo che non cala mai, neppure un minuto, fino quasi ad apparire confusamente convulso.
Lavoro quindi con tante zone grigie, alti e bassi , bianco e nero suddivisi a metà che dimostra come Jardin tecnicamente sia efficace con quel suo accalappiare lo spettatore e trascinarlo dietro ai protagonisti braccandoli, ma che rimane un po' troppo sospeso tra un noir classico e un thriller frenetico , incapace una volta giunto al culmine di saper dare quel colpo di coda che fa di un film un lavoro eccellente.
Vanno segnalate le buone prove degli attori, su tutti Tomer Sisley nella parte di Vincent, che consentono al film di poter contare su una bella caratterizzazione dei personaggi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.