lunedì 11 giugno 2012

Repeat, I love you [aka Shadows of love] / 影子爱人 ( Calvin Poon Yuen Leung / 潘源良 , 2012 )

Giudizio: 6/10
La favola della fioraia e della ricchezza

E' niente popodimenoche il grande Stanley Kwan a produrre questo terzo lavoro di Calvin Poon Yuen Leung, uno dei personaggi più versatili della scena hkese-cinese: attore, sceneggiatore, scenografo, coreografo e persino compositore musicale.
Repeat, I love you è una commedia sentimentale brillante che regala poco spazio ad altri generi, a parte un piccolo inserto in flash back in cui si racconta della guerra; viceversa abbondano tutte le situazioni tipiche della commedia, a partire dall'immancabile frenesia lavorativa alla ricerca del successo fino alla storia d'amore in stile Cenerentola, non facendosi mancare neppure il classico ballo in pompa magna.

Attraverso uno scambio di persone legate solo da una somiglianza straordinaria, unica affinità , essendo l'una una manager rampante, spietata e tirannica e l'altra una semplice fioraia dai buoni sentimenti, la trama si dipana in un gioco di sotterfugi, imbrogli, finzioni, tutto finalizzato al controllo di una importante azienda, in fondo alla quale però trova spazio l'amore, quello che nasce per caso e che porta con sè da una parte l'avverarsi di un sogno e dall'altro la riflessione sui valori della propria vita.
Tutta la narrazione procede su questa falsariga della doppiezza, non dando mai veri impulsi ma non scivolando neppure nel troppo ovvio e già visto, col risultato di avere un film che si lascia vedere anche con divertimento in larghi tratti ma che rimane molto in superficie, troppo legato alla tematica del dualismo tra avidità di potere e semplicità.
Come sempre nei film cinesi di questo periodo storico c'è quel sottofondo dolce-amaro col quale si osserva la trasformazione della società sotto i colpi violenti del denaro e pur non presentando questo lavoro alcuna pretesa sociale, sembra comunque  respirarsi una certa atmosfera di esorcizzazione per un cambiamento che sappiamo bene dove inizia ma di cui non sappiamo nulla sugli esiti finali.
Troppo semplicistica può apparire la lettura scontata del film: la ricchezza non dona la felicità, che spesso si nasconde invece nelle pieghe di una vita semplice e ispirata a principi meno materialistici; però per quanto ovvia è proprio questa la chiave di lettura di questa commedia che comunque Poon dirige bene, indugiando molto su ambienti iper raffinati tra macchine di lusso e ville sfarzose.
I due protagonisti tutto sommato se la cavano con onore: Cecilia Cheung, nel ruolo della fanciulla che parla coi fiori gettata nella mischia dell'alta società, recitando tra l'altro la doppia parte che impone il copione, e Kwon Sang Woo nella parte del principe azzurro pentito.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi