Il Festival di Venezia appena concluso ha probabilmente definitivamente consacrato Wang Bing come uno tra i più grandi cineasti cinesi: dopo avere raccolto premi in vari Festival, il riconoscimento ricevuto per il suo Three Sisters in una delle kermesse più importanti del mondo, lo pone sotto gli occhi di un ambiente cinematografico a volte un po' troppo miope , incapace di apprezzare a pieno la qualità di certi registi e di certi lavori.
Da quando, telecamera in mano che fruttò centinaia di ore di riprese, confezionò quell'autentico capolavoro monolita che è West of the Tracks, Wang Bing ha mantenuto intatta la sua coerenza narrativa regalando lavori documentaristici splendidi e un film , The Ditch, che sempre a Venezia due anni prima ne svelò l'immensa bravura.
Attentissimo a raccontare con discrezione, quasi nascondendosi, alcuni degli aspetti sociali della Cina, è stato capace di creare capolavori grandiosi (West of the Tracks e He Fenmgin) con la semplice forza dell'immagine e del racconto diretto, attento sempre a focalizzare la sua attenzione su aspetti di respiro nazionale o individuale, non mancando mai di offrire il volto vero di un paese sterminato e ricco di contraddizioni dalle mille facce.
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