Giudizio: 7/10
Di tanto in tanto, per fortuna, il buio e asfittico panorama cinematografico italiano viene fugacemente rischiarato da qualche lavoro degno di tal nome: Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto, inoltre , è addirittura una opera prima che molti riconoscimenti ha ricevuto, primo fra tutti quello alla Mostra di Venezia, motivo per cui la sorpresa è ancora maggiore.
Film legato in maniera indissolubile al territorio, Zoran racconta la storia di un uomo, Paolo, chiuso nella sua misantropia e legato solamente alla bottiglia ,che sbarca il lunario lavorando in una mensa per anziani (che detesta con tutte le forze) e che spende il suo tempo libero in una trattoria in compagnia di ubriaconi tra poetiche chiacchiere senza senso; l'unico che lo sopporta con pazienza è il gestore della bettola al cui interno orgogliosamente campeggia il manifesto con scritto " Zico o Austria" ricordando le gesta del grande campione che giocò nell'Udinese; anche la moglie lo ha mollato ed ha scelto la più rassicurante vita a fianco del datore di lavoro del nostro eroe presso cui comunque tutte le domeniche viene invitato a pranzo.
Quando riceve come eredità da una lontana zia slovena un nipote quindicenne che però possiede la grande capacità di essere infallibile con le freccette, il nostro uomo pensa di dare una svolta alla vita utilizzando il talento del ragazzo per fare soldi.
Peccato solo che il ragazzo, che parla uno strano italiano forbito e verboso, appare piuttosto strambo e poco propenso ad aiutare lo zio nel suo disegno; sebbene lo ritenga uno scemo il ragazzo, nonostante l'aspetto, si mostrerà fatto di ben altra pasta e sarà una sorta di grimaldello in mano a Paolo per dare una svolta alla sua vita.
Commedia dai toni moderatamente agrodolci Zoran è un bel racconto molto legato alle tradizioni e ai luoghi friulani: quello che per molti è un grave problema sociale tipico di quelle zone, l'abuso di alcol, diventa nel film un divertente aspetto narrativo ( " Io sono un alcolista e tu invece sei un alcolizzato" dice Paolo ad un amico per insultarlo); la riservatezza tipica dei friulani è il tessuto connettivo su cui si svolge la storia e Paolo è l'eccesso dell'uomo solitario scontroso, ostico, bugiardo, trasandato ma che serba nel suo animo uno spirito fanciullesco che si contrappone alla figura del nipote molto formale e assennato al quale quasi impercettibilmente ma inevitabilmente si lega.
Molto del film poggia sull'efficacia dei personaggi , anche quelli minori, che creano una divertente carrellata di caratteri che si affianca alla figura dominante di Paolo, alle prese con il suo quasi inconsapevole tentativo di rivoltare la propria vita.
Una volta tanto quindi non storie di emarginazione, nè di tematiche universali raccontate come fossero testi sacri e tanto meno atmosfere all'amatriciana ambientate in periferie problematiche: Zoran è un divertente racconto piccolo che fa della sua intimità il pregio maggiore, una storia semplice ma esposta con umanità e con il sorriso sulle labbra.
C'è sempre una via d'uscita alla solitudine e anche la solidarietà innocente e semplice di un ragazzino un po' strano può aiutare a dare una svolta alla propria vita, sempre con il bicchiere vicino però e Giuseppe Battiston incarna questo concetto con una prova che è l'asse portante di tutto il film.
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