lunedì 6 luglio 2015

Murmur of the Hearts / 念念 ( Sylvia Chang / 張艾嘉 , 2015 )




Nian nian (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Mei è una giovane aspirante pittrice che vive a Taipei, ha vissuto la sua infanzia su Green Island una minuscola isola immersa nell'Oceano lontano dalle coste taiwanesi fino a quando la madre, decisa ad offrirle la possibilità di poter esprimere il suo talento lontano dalla grettezza del luogo e del padre, decide di scappare con lei recidendo il legame con il fratello rimasto sull'isola. Il legame tra i due ragazzini e la madre è quasi magico fatto di favole che parlano di sirene che vogliono conoscere il mondo e di simbiosi con la natura.


Mei vive con disagio la sua esistenza, la fanciullezza segnata dalla rottura del legame famigliare le provoca ancora adesso che è adulta stati di ansia e depressione ( che si esprimono nel suo stile pittorico quasi ossessivo) che cerca di curare rivolgendosi ad uno psicologo.
Non la aiuta neppure il legame amoroso con Hsiang, un fidanzato taciturno e ombroso che tenta disperatamente di trovare una affermazione nella boxe, sport al quale lo aveva indirizzato in tenerissima età il padre, marinaio poi scomparso per sempre e la cui figura ancora pesa sul giovane.
Intorno a queste quattro storie personali si svolge la trama di Murmur of the Hearts, contrappuntata di flashback che lentamente scoprono il passato dei protagonisti e la loro sofferenza attuale.

Tutti in qualche modo cercano di ritrovare una pace interiore minata da un passato doloroso: morti i genitori per i due fratelli rimane il ricordo ed il rimpianto che si materializza in fuggenti momenti portati a galla da piccoli episodi o da qualche luogo sepolto nella memoria.
Le troppe cose lasciate in sospeso troveranno una spiegazione in due momenti tra l'onirico e il surreale, il confronto tra il fratello con la madre in un lungo sogno pacificatore e il surreale incontro tra Hsiang ed il padre lungo il molo del porto.
La favola che la madre raccontava diventa insomma quasi realtà e la guida per ritrovare un legame che gli eventi della vita e soprattutto l'immaturità dei ragazzini rendeva incomprensibile.
Sulla scena dagli ormai lontani anni 70, dapprima come attrice e, a partire dagli anni 80, come regista, Sylvia Chang è senz'altro tra le protagoniste più apprezzate del panorama cinematografico asiatico; alla grande bravura recitativa sempre imperniata su ruoli in cui spicca la sua grande forza umana ha affiancato quella da regista , prontissima a dare vita ai sentimenti in maniera sincera e accurata.
In Murmur of the Hearts la regista mette in piedi una storia complessa tratteggiata però con sufficiente chiarezza e potenza espressiva: il tema dei legami famigliari, quello dell'abbandono e della ricerca del passato, l'atmosfera spesso sospesa nel tempo, la forza ancestrale e magica del legame di sangue e il rapporto con la natura sono i temi che nella pellicola emergono in maniera più consistente.
Sylvia Chang sa ben alternare le storie dei protagonisti, rapportarle con l'ambiente e descrivere il processo emotivo e sentimentale che si mette in moto in loro, lo sguardo è sempre empatico , ricco di umanità e propenso a raccogliere il grido di dolore, sebbene sussurrato.
Lasciando sullo sfondo Taipei sembra che l'interesse della regista si posi con più fervore sull'ambiente rurale e provinciale ai margini della metropoli, dove la solitudine e la mancanza di obiettivi sembra affossare l'ambizione dell'uomo a migliorarsi e a trovare la strada per la realizzazione delle proprie speranze.
Murmur of the Hearts ha il grande pregio di parlarci a voce bassa e di raccontarci una storia semplice dove però ribolle tutto ciò che nel profondo di ognuno alberga; sentimenti, aspirazioni, paure e dolore e tutto ciò grazie alla regia di Sylvia Chang nonostante nel suo insieme la storia sembra essere un po' troppo caricata di drammaticità.
Isabella Leong torna al cinema dopo il temporaneo abbandono di sette anni e regala una bella prova nel ruolo della tormentata Mei, a fianco a lei convincono sia Joseph Chang che Lawrence Ko e Angelica Lee.

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