Giudizio: 6/10
Xu Jinglei è una delle personalità del panorama cinematografico cinese più nota ed apprezzata; alla sua lunga carriera da attrice , dapprima in lavori di registi della Sesta Generazione e poi anche in produzioni HKesi, si è affiancata dal 2003 quella di regista che nei primi lavori traeva ispirazione proprio dai canoni della Sesta Generazione per poi svoltare decisamente su lavori più commerciali: quest'ultimo Somewhere Only We Know ne è l'esempio più eclatante, il punto di svolta probabilmente definitivo.
Il lavoro di Xu non solo tratta tematiche universali svincolate dal panorama più strettamente cinese, ma è totalmente ambientato e girato a Praga, proprio per sottolineare questo sguardo più ampio.
Jin Tian è una trentenne che ha perso l'adorata nonna che l'ha cresciuta e contemporaneamente è stata mollata dal futuro sposo a due passi dall'altare; un po' per cambiare vita, un po' per sfuggire ai fantasmi personali e un po' perchè attratta dal passato della nonna parte per Praga, città nella quale la nonna ha vissuto alcuni anni sul finire della Seconda Guerra Mondiale.
Qui incontra dapprima un giovane ragazzo padre , un violoncellista che vive con la madre in preda a gravi problemi psichiatrici insorti dopo l'abbandono del marito e col quale instaura un rapporto stretto che va oltre l'amicizia, ma soprattutto la città sembra trasudare dei ricordi della nonna da come emergono dai suoi racconti e da alcune lettere: soprattutto la storia d'amore con un medico presso la cui clinica la nonna, Chen Lanxin, ha prestato servizio, storia recisa repentinamente che ha lasciato una lunga scia di rimorsi e rimpianti.
Le due vite, quella di Tian e quella di Lianxin sembrano quasi sovrapporsi, rincorrersi, incorciarsi, se non nel tempo, almeno nei luoghi e nello spazio ed il poter scrivere il capitolo finale dell'una è quasi propedeutico alla quadratura del cerchio del presente.
Se la storia d'amore di Lianxin gronda di dolorosa eroicità e di accettazione dell'ineluttabile, quella si Tian è invece il confronto tra due personaggi il cui passato recente pesa sulle spalle come un insopportabile macigno, e fra questi due bastioni narrativi Somewhere si muove con non poche difficoltà tra flashback lunghissimi, ricordi del passato che si materializzano nel presente ed un andamento non sempre lineare soprattutto nella seconda parte quando la figura di Lianxin irrompe prepotente nella storia.
C'è però qualcosa nei titoli di coda che è l'ancora di salvezza del film: la dedica della regista alla nonna "che mi ha insegnato cosa è l'amore" lascia chiaramente intendere una cifra emotiva importante , un tratto autobiografico sentito che da una prospettiva diversa alla pellicola e che diventa l'aspetto più bello ed interessante.
Nel suo insieme infatti il film soffre della frammentazione narrativa e di un non approfondito studio dei personaggi principali, si sofferma troppo spesso sulle bellezze di Praga esposte in stile iconografico a volte ovvio e in qualche frangente cerca troppo ostinatamente il pungolo sentimentale ed emotivo, ma il sentito omaggio che la regista fa alla nonna fa vedere il tutto sotto una luce diversa.
Xu Jinglei è brava nel ruolo della nonna da giovane grazie alla sua semplice e spesso silenziosa carica umana, come regista sappiamo bene che può fare molto di più anche in una prospettiva cinematografica più commerciale.
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