Giudizio: 5/10
In una operazione condotta dalla polizia negli squallidi sobborghi di Los Angeles vengono uccisi tre balordi drogati che si ritiene facciano parte di una organizzazione dedita al rapimento di minori; nella casa dove avviene lo scontro a fuoco con gran stupore dei poliziotti viene trovata in uno scantinato una ragazza che si ritiene possa essere la figlia di un imprenditore di Hong Kong rapita 12 anni prima e data per morta.
I genitori dopo due anni lasciarono Los Angeles e fecero ritorno ad Hong Kong, per cui grande è lo stupore nell'apprendere che la figlia che credevano morta è invece viva.
La ragazzina ormai ventenne torna a casa naturalmente stravolta dalla esperienza e di lei si prende cura soprattutto la sorella maggiore psicoterapeuta.
Quando i ricordi cominciano a tornare a galla nella mente di Cherry, i comportamenti diventano strani e misteriosi guidati dal rancore che la ragazza prova per la sorella che la maltrattava perchè la riteneva la preferita di casa e per il padre che dapprima avvisò la polizia del rapimento causandone la presunta morte e poi tornò in patria una volta tramontate le speranze di ritrovarla viva.
Quando poi un misterioso uomo incappucciato compare nella storia e che sembra avere un qualche legame con Cherry la pellicola inizia a cambiare le prospettive inserendo nel calderone narrativo oltre al rancore, la vendetta e l'abbandono.
Scopriamo pian piano che la famiglia di Cherry è tutt'altro che irreprensibile e la ragazza sembra essere al corrente di tutto, nonostante la separazione durata dodici anni.
Fra colpi di scena più o meno telefonati e contorsioni narrative si arriva al finale drammatico dai connotati tipicamente HKesi.
Secondo lavoro del regista e sceneggiatore Chris Chow, Cherry Returns è film dall'impronta ben precisa: thriller con venature da mistery usate come falsa pista che non riesce praticamente in nessuno degli intenti che si pone.
Come thriller è prevedibile, quasi scontato, incapace di creare tensione narrativa genuina , basandosi invece per raggiungerla sui soliti mezzucci abusatissimi (luci tremolanti, scricchiolii sinistri, sguardi enigmatici); come melodramma non funziona granchè soprattutto perchè impernia tutto il tessuto connettivo della storia sulle tensioni famigliari che generano rabbia e rancore; persino i colpi di scena, che servono a ribaltare l'andamento della storia quando questa sembra avere intrapreso la sua retta via, appaiono solo un espediente per allungare il brodo e renderlo un po' più ostico.
Qualche bella ripresa di Hong Kong non è sufficiente a far elevare Cherry Returns ad un livello almeno decente ed anche il finale ,che più di ogni altra parte della pellicola sembra voler affidarsi ai canoni dell'action thriller HKese, serve solo a creare una atmosfera di drammaticità fine a se stessa.
Un film insomma, quello di Chris Chow, piuttosto deludente le cui uniche note realmente positive provengono dalla interpretazione di una bravissima Cherry Ngan che sa dare il giusto spessore di inquietudine ed ambiguità al personaggio di Cherry e la buona prova del vecchio leone Chen Kuan Tai nel ruolo del padre della ragazza.
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