giovedì 2 marzo 2017

The Wasted Times / 罗曼蒂克消亡史 ( Cheng Er / 程耳 , 2016 )




The Wasted Times (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Inizialmente previsto per la fine del 2015 , l'arrivo sugli schermi di The Wasted Times è slittato di circa un anno, apparentemente senza motivi ufficiali, anche se non è difficile pensare a problemi produttivi legati anche alla censura; sta di fatto che dopo quasi cinque anni dal bellissimo Lethal Hostage Cheng Er torna alla regia con questo film d'ambientazione storica. 
Citare il lavoro precedente  (p ossibilmente recuperarne la visione...), non è solo sterile connotato di cronaca filmografica: The Wasted Times infatti presenta molti aspetti in comune con l'opera precedente nonostante se ne discosti molto dal punto di vista strettamente narrativo.
Il racconto si dipana lungo il lasso temporale di un decennio, da metà degli anni 30 a metà anni 40 subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, dapprima ambientato a Shanghai , quindi ad Hong Kong , Chongqing per finire nelle Filippine.


Al centro della storia c'è Lu un boss di Shanghai preoccupato di conservare il suo potere sui traffici commerciali con una rigida difesa dello status quo portatore di benessere per tutti al quale i giapponesi ormai alle porte di Shanghai vanno a proporre, meglio dire a cercare di imporre, una collaborazione commerciale.
Intorno a questo personaggio ruotano come satelliti tutta una serie di personaggi legati alla sua famiglia, a quella del suo super boss, puttane e attrici, mogli infedeli e viveur, registi e mariti cornuti e un giapponese, marito della sorella di Lu , che ormai vive in Cina da molti anni e che professa la sua appartenenza a Shanghai, abiurando la sua nipponicità.
Questa galassia di personaggi si muove nel corso del decennio in cui avvengono i fatti come le schegge impazzite di un mosaico narrativamente perverso; balzi temporali frequenti che spesso ribaltano quanto avevamo dato per acquisito e prospettive diverse che danno una personale visione dei fatti raccontati ,  vanno a costruire il tessuto connettivo di una crime story più che di un thriller in cui piano piano, e con qualche difficoltà va detto, le tessere del mosaico vanno a prendere faticosamente il loro posto dopo tanto turbinio.
Accanto alla figura di Lu assume un ruolo fondamentale quella del cognato giapponese Watabe , il cui tradimento da perfetto doppiogiochista dà l'innesco ad una serie di eventi che lentamente portano al dramma profondo.
Cheng Er, sfruttando lo schema ad incastri temporali che tanto bene aveva funzionato in Lethal Hostage , anch'eeso una crime story dal sapore molto più occidentale che HKese ed orientale in genere, racconta una storia di potere, di tradimenti, di avidità , un emergere impetuoso dei lati più diabolici dei personaggi, al punto che almeno per questa pellicola la consueta retorica del "diavolo giapponese" non è per nulla preponderante: sono i diavoli interiori dei personaggi a dettare le sorti del racconto.

Se il tessuto e la struttura narrativa quindi sembrano ricalcare quella del lavoro precedente, mostrando come il regista sia molto abile nel sapere tenere i fili del racconto in mano, l'aspetto più puramente formale di The Wasted Times è riccamente elegante con una riuscita ricostruzione dell'ambiente di Shanghai anni 30 grazie a fotografia , costumi e tecniche di ripresa che richiamano in alcuni passaggi il cinema di Wong Kar-Wai ( e nel cast tecnico figurano collaboratori abituali del regista di Hong Kong) con a corollario la colonna sonora, fatta anche di brani scritti per l'occasione dal regista stesso, di Umebayashi Shigeru.
L'altro aspetto che fa di The Wasted Times  un lavoro di buona fattura è la efficace descrizione dei personaggi, sebbene , come detto, il loro numero sia quasi pletorico: anche coloro che per brevi tratti appongono la firma alla stesura del racconto riescono ad essere vividi e profondi, trasmettono la giusta dose di emozioni della quale progressivamente si carica la storia.
Se in Lethal Hostage con la sua suddivisione in capitoli cheng Er sembrava omaggiare il cinema di Tarantino, in Wasted Times va addirittura oltre: la carrellata dall'alto sul luogo del massacro che si compie nella prima parte del film è una chiarissima citazione-omaggio del regista americano che quasi in ogni film utilizza quella particolare tecnica.
Cosa manca quindi a The Wasted Times  per essere lavoro di altissimo livello?  Probabilmente un più contenuto ricorso agli sbalzi temporali che in effetti possono lasciare disorientati, al punto che la narrazione sembra assumere un andamento poligonale in funzione dei numerosi lati che compongono il plot: ogni personaggio, componente del poligono, sembra assurgere a catalizzatore temporale del racconto e nonostante Cheng Er dimostri di saper complessivamente tenere bene in mano le redini della pellicola, questo aspetto frena in qualche modo la perfetta riuscita del film.
A completare l'assetto da film di ampio respiro c'è un cast  di notevole spessore: Ge You nei panni di Lu, Zhang Ziyi in quelli di Xiao Liu l'aspirante attrice che si definisce "una puttana" e Asano Tadanobu, il giapponese traditore, sono di certi i tre capisaldi più importanti di un film che nel complesso affascina e coinvolge nel suo procedere atipico e intricato.

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