sabato 12 dicembre 2020

Camp de maci [aka Poppy Field] ( Eugen Jebeleanu , 2020 )

 




Poppy Field (2020) on IMDb
Giudizio: 5.5

E' dura la vita per gli omosessuali nella Romania che si avvicina a piccoli passi all'integrazione europea a ormai 30 anni dalla caduta del regima comunista e al successivo avvicinamento all'Europa Occidentale: in Poppy Field ( Camp de maci il titolo originale), opera prima del regista rumeno Eugen Jebeleanu, Cristi è un poliziotto gay fidanzato con un giovane francese e che vive la sua condizione di omosessualità in maniera piuttosto tormentata causando anche delle incomprensioni col suo compagno, chiaramente dalle vedute più ampie. 
La sua condizione che crea evidente disagio nell'uomo trova una improvviso aggravamento, quasi un break point quando Cristi insieme ad altri colleghi è inviato a sedare un confronto animato in un cinema dove viene proiettato un film a tematica lesbo tra attivisti gay e un manipolo di oltranzisti religiosi  pronti a lanciare anatemi sugli omosessuali e su chi si avvicina a loro anche solo per vedere un film.
La serata , con il confronto di idee inevitabilmente pesante per il protagonista, diventa una analisi della propria condizione , del carico di paure , di sensi di colpa e di tormento che si agitano dentro di lui e soprattutto dal timore che il suo essere gay venga alla luce, in un ambiente in cui il machismo domina.



L'opera prima del regista rumeno soffre di una pesante problematica di fondo :  la pretenziosità con la quale il tema viene trattato, quasi un tentativo di alleggerire il peso che la condizione di omosessualità comporta in una società evidentemente ancora impregnata di omofobia e di grettezza; questo contrasta con una messa in scena che invece ha i suoi pregi soprattutto dal punto di vista tecnico grazie ai lunghi piani sequenza e alla capacità di sfruttare gli spazi che dimostra la provenienza dal teatro del regista.
Il risultato che Poppy Field ci mostra è però un film nel complesso troppo verboso che  spesso affoga l'analisi sociologica e i tormenti che derivano dalla fragile condizione del protagonista in disquisizioni infinite e prive di sostanza.
La dicotomia che sfocia quasi nella schizofrenia in cui vive il protagonista che si basa sul suo essere gay calato in una società e in un ambiente lavorativo tutt'altro che tolleranti doveva essere trattata con maggiore attenzione essendo di fatto la vera tematica centrale del film oltre che quella più ricca di spunti narrativi.
L'opera di Jebeleanu, che si inserisce perfettamente nella scia della Nouvelle Vague rumena, tra i movimenti cinematografici più importanti e interessanti degli ultimi vent'anni, vorrebbe offrire una spietata e pungente visione di alcuni aspetti della moderna società rumena, mostrando l'arretratezza culturale di alcuni settori, ma il risultato cui approda Poppy Field non è del tutto convincente.
Presentato al Festival di Torino, il lavoro di Eugen Jebeleanu ha ricevuto il premio per la migliore interpretazione maschile a Conrad Mericoffer il quale indubbiamente offre una prova di alto livello, meritevole del riconoscimento, nei panni di un personaggio nel quale si consuma una lotta infinita tra la sua condizione omosessuale e la impossibilità ad esprimerla compiutamente che lo conduce inevitabilmente alla frustrazione.

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