Giudizio: 8/10
L'inizio di First Cow getta un ponte di un secolo e mezzo sulla storia raccontata: una donna e il suo cane a passeggio sul greto di un fiume solcato da enormi chiatte che trasportano chissà cosa trovano due scheletri sepolti ; quella terra che ha accolto per tanto tempo i due morti si trasforma in qualcosa di più vivo con la presenza di tanti funghi che una mano delicata raccoglie; siamo tornati indietro nel tempo , a metà del XIX secolo in piena epoca di conquista del west, di corsa all'oro, di assalto alle ricchezze di una terra sconfinata e vergine.
Siamo in Oregon e Cookie è un cuoco che ha attraversato tutto il paese per cercare fortuna all'ovest come cuoco al seguito di un gruppo di cacciatori anch'essi all'inseguimento dell'avventura e del guadagno; si capisce subito che l'uomo non è della stessa stoffa di quella masnada di bifolchi abbrutiti che si contrappongono alla sua gentilezza.
Sulla strada di Cookie si para nel mezzo della foresta King-Lu un immigrato cinese anch'esso in cerca di fortuna, che fugge da un gruppo di persone che lo inseguono perchè lo considerano l'assassino di uno dei loro compari.
Tra i due scatta subito un legame che si trasforma presto in amicizia quando uno ricambia l'altro vicendevolmente con un favore che gli salva la vita.
I due decidono di intraprendere il loro viaggio da soli e si stabiliscono nelle vicinanze del forte dove giungono gli altri avventurieri in cerca di gloria.
Quando irrompe sullo schermo in tutto il suo splendore una bellissima vacca trasportata sul fiume con una zattera, prima abitante di quelle terre lontane, la storia si incanala nel racconto di un imbroglio escogitato dai due compari: King-Lu , abile imprenditore di se stesso e fieramente convinto di essere capitato in una terra dove tutto può trasformarsi in denaro convince Cookie a rubare il latte della vacca che appartiene ad un ricco proprietario terriero per cucinare dei dolci al latte grazie alle sue capacità culinarie: come in ogni start-up che si rispetti c'è una mente e c'è un braccio.
La scelta porterà denaro e soddisfazioni ai due , al misero mercato del forte si formerà la fila per assaggiare quel dolce delizioso almeno fino a quando l'imbroglio non verrà scoperto e per i due non rimarrà altro che la fuga.
E' proprio sul dualismo che si crea tra i due protagonisti che First Cow crea il suo substrato narrativo più interessante che conduce ad una serie di riflessioni sulla civiltà capitalistica e sulla società americana.
Intanto Kelly Reichardt, anche sceneggiatrice insieme a Jonathan Raymond, autore del romanzo The Half-Life cui il film si ispira, opera una manovra di destrutturazione del mito americano della frontiera lasciando da parte i toni e le ambientazione più tipiche del western classico in favore di una riflessione sul concetto di opportunità infinite offerte dalla giovane nazione americana; il ritratto che emerge è quello di un western senza lo stereotipo del cowboy e senza pistoleri, c'è invece spazio per un racconto a tratti addirittura delicato, in alcuni tratti persino ambiguo , ma semplicemente perchè c'è spazio per una amicizia ben poco virile, che non mostra i muscoli , che non grida e invece lancia lo sguardo sulla natura e sui sentimenti più sinceri senza cadere però nel melenso.
Quando King-Lu dice che quella terra è veramente nuova e che loro sono arrivati prima della storia, la regista tende a sottolineare quasi la nascita dell'idea capitalistica , come se in quelle terre bellissime ma inospitali tutto l'agitarsi di pionieri, cercatori d'oro, lestofanti di ogni risma, antesignani di liberi imprenditori non sia altro che l'humus sul quale nasce negli anni a venire l'idea di società capitalistica.
La contrapposizione tra il veterocapitalismo e la gentilezza di Cookie, tra il baratto che tiene in vita i poveracci e la bellezza della natura costituisce una profonda contraddizione sulla quale la nascente superpotenza mondiale poggia le sue fondamenta: la terra delle opportunità per tutti è anche il posto dove l'arrivismo, la contrapposizione violenza, l'ambizione sfrenata si oppongono alla gentilezza, agli spazi infiniti, alla bellezza di una mucca maestosa, ad un fiume che accoglie due cadaveri sulle proprie sponde.
First Cow è un lavoro che sa emozionare, che offre immagini di paesaggi bellissimi, che regala una storia di grande presa su una amicizia e su un tempo lontano ma che è però molto più vicino di quanto si possa pensare e che ci mette davanti le origini di un mondo nuovo pronto a conquistare tutto.
Insignito con numerosi riconoscimenti da gran parte delle società di critici dei vari stati americani, First Cow potrebbe avere qualche chance anche agli Oscar prossimi, e di certo si impone come uno dei lavori americani indipendenti più belli di questa disgraziata stagione cinematografica.
John Magaro (Cookie) e Orion Lee ( King-Lu) regalano due prove più che convincenti, credibili nel loro legame di amicizia e di destino.
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