Giudizio: 8.5/10
Erano parecchi anni , come confermato dallo stesso Yorgos Lanthimos, che il regista aveva in mente di metter mano al romanzo dal titolo omonimo di Alasdair Gray: finalmente nel 2021 iniziano le riprese e l'opera vede la luce alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno , dove conquista il Leone d'Oro , per poi fare incetta di nomination per la serata degli Oscar che si terrà a breve.
Al di là di tutto quanto si possa dire su questo film, di certo Povere Creature! è un'opera di svolta nel percorso cinematografico del regista, non tanto perchè ormai sembra abbia definitivamente lasciato alle spalle la sua esperienza autoctona greca, ma soprattutto per la maturità che mostra in questo lavoro, da troppi considerato un po' troppo superficialmente una pellicola leggera, quasi una favoletta adulta moderna, con qualche divagazione sociale.
Povere Creature! è invece opera di grande impatto, completa, addirittura complessa in alcuni aspetti, oltre che di grande valore visivo, che sembra costituire una giusta sintesi degli aspetti del cinema di Lanthimos, nella quale sono inseriti svariati riferimenti , se non quando vere e proprie citazioni.
Godwin Baxter (per tutti God , occhio al nome...) è un medico di epoca vittoriana, dal volto deturpato e dal fisico abusato dal padre che lo usava impietosamente come cavia per esperimenti ; novello dottor Frankenstein salva una giovane donna incinta buttatasi nel fiume , le trapianta il cervello del feto che ha in grembo e la rianima, dando vita ad una creatura dalle fattezze esterne di una giovane donna ma dal comportamento e dal linguaggio di una bambina che impara 20 parole nuove al giorno e a cui i capelli crescono di svariati cm al dì.
La ragazza ribattezzata col nome di Bella ( anche questo non è un nome casuale) tratta Godwin come fosse un padre creatore, non a caso è con il nome di God che lo chiama, si muove in modo sgraziato, a metà strada tra la bambola e una bambina di un anno, è totalmente priva di inibizioni anche perchè God l'ha sempre gelosamente tenuta lontana dal mondo esterno, vicine alle altre sue creature ibride ( galline con teste di cane, papere a quattro zampe a altri esseri costruiti con un assemblaggio curioso) , ma ha un intelletto vivace e vorace, che vorrebbe apprendere il più possibile; quasi un freak perfetto: una donna con un cervello da infante.
God volendola tenere lontana dal mondo esterno assolda uno dei suoi studenti più brillanti per studiare giorno per giorno i comportamenti di Bella ed in breve Max, il giovane dottore , se ne innamora e le propone di sposarsi.
Ma ormai Bella sembra essere diventata fuori controllo, la sua sete di conoscere e sperimentare ogni cosa nuova del mondo che la circonda la rende un essere famelico, a cominciare dalla scoperta della sua sessualità, motivo per cui, senza che God si opponga , decide di partire per un viaggio col playboy dandy Duncan, l'avvocato chiamato a stilare il contratto di matrimonio.
Il viaggio, in una atmosfera che oscilla tra il fiabesco ed il surreale, la porterà a conoscere nuove città e persone, la miseria e la morte, a sperimentare le varie forme di sesso per poi mollare, dopo averlo rovinato, il misero Duncan: un perfetto racconto di formazione con un finale tra il divertito e il brillante, dopo aver sfiorato il dramma.
Vuoi per il suo forte impatto visivo ( eccellente la fotografia di Robbie Ryan ) vuoi per il ritmo che grazie all'alternarsi di momenti fantastici e fiabeschi ad altri invece drammatici si mantiene vivace, le due ore e venti minuti di Povere Creature ! passano senza alcun momento di stanca anche grazie ai continui cambi di registro del film: si parte con un colore desaturato in clima da pieno romanzo gotico, si passa poi a scenografie e a ricostruzioni di città che richiamano alla lontana Wes Anderson, ci si trova immersi in un racconto carroliano ambientato in epoca vittoriana, nel suo sfiorare il dark sembra scorgersi l'ombra di Burton, altre volte sembra di immergersi in un cartoon, mentre a sprazzi c'è anche un richiamo al Todd Browning di Freaks ; insomma Povere Creature! dal punto di vista strutturale è opera molto stratificata, che diventa poi ancora più solida quando si vanno ad analizzare i contenuti del racconto.
Le due tematiche più preganti che emergono dalla pellicola e che in qualche maniera tendono poi a sovrapporsi ed intersecarsi, riguardano una rilettura del mito del buon selvaggio, caposaldo del positivismo naturista derivato dall'Illuminismo francese; Bella il cui cervello inizia a funzionare in un corpo già adulto è priva di inibizioni, di regole, di leggi imposte, segue solo il suo istinto quasi animalesco, cresce priva della dicotomia giusto-sbagliato che può condizionare i suoi gesti: il mangiare non le piace? lo sputa via, deve urinare? la fa sul pavimento restando in piedi; man mano che cresce e acquisisce nozioni dall'esperienza diventa sempre più una "diversa", libera dalle convenzioni sociali; sei brutta e vecchia? Bella de te lo spiattella in faccia durante una cena, puzzi? idem come sopra; il viaggio con Duncan non è solo conoscenza del mondo, ma anche di quel particolare tipo di società umana che impone regole e convenzioni.
Legandosi in parte al precedente l'altro pilastro del film è il racconto di rivalsa di genere che travalica quasi in un femminismo militante tutt'altro che ipocrita e superficiale: Bella è l'eroina femmina che priva delle gabbie in cui viene racchiusa la donna in epoca vittoriana spacciate come convenzioni sociali e bon ton, si ribella ad esse , dapprima inconsapevolmente , quasi per istinto finchè il suo cervello rimane ad un grado di sviluppo basso, quindi con i comportamenti naturali privi di ipocrisie e di mediazioni culturali, per finire alla ribellione pura contro un potere maschile che con le convenzioni , le regole e la sessualità (sostanziate nella figura di Duncan) prima e con la violenza, la sopraffazione fisica (la figura del marito di quella che era Bella prima del suicidio) poi tengono tutto il genere femminile schiacciato da un peso che la società usa per reprimere: siamo praticamente alla ridicolizzazione del maschio che sotto varie forme impone il suo potere patriarcale e c'è anche spazio per un accenno alla parità e al socialismo di cui Bella ( divenuta nel frattempo non solo affascinante, ma anche dotta grazie alle sue infinite letture cui si dedica) nella sua esperienza parigina abbraccia gli ideali.
Il finale è tutto sommato rassicurante , quasi a dimostrare che fatta piazza pulita di quanto opprime , sfrutta e mortifica, la vita può avere anche un lieto fine attraverso una sorta di famiglia allargata sui generis di cui Bella, proprio come fece il God, sarà la creatrice.
Povere Creature è dunque film che colpisce per le tematiche, per la sua lussureggiante visionarietà mediata da una tecnica cinematografica eccelsa ( i fish-eyes di Lanthimos sono ormai storia del Cinema...), per il ritmo che abbatte il problema (apparente) delle due ore e venti di durata e per il suo essere lavoro che rispecchia in pieno, probabilmente come nessun altro, almeno per questa seconda parte della sua carriera, l'idea di Cinema di Yorgos Lanthimos.
Emma Stone, di cui onestamente non ammiravo più di tanto le doti di attrice, regala una prova al limite del prodigioso, di quelle che diventano pietre miliari nella carriera di una attrice; magnifica nella sua goffaggine quando il corpo e il cervello non sono collimati , affascinante e sorprendentemente priva di inibizioni nel mettersi a nudo con una certa frequenza quando ormai è divenuta donna a tutti gli effetti: una interpretazione che non mancherà di ricevere una marea montante di consensi.
Mark Ruffalo è bravissimo e pieno di ironia nel suo interpretare un Duncan a metà gaglioffo e metà galantuomo che finisce stritolato da Bella e Willem Dafoe è una maschera raccapricciante ma molto credibile nei panni di God.
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