Il trionfo del melodramma
E' questo il film che ha messo definitivamente in luce Johnnie To come regista, spianandogli la strada verso una filmografia tra le più importanti e strabilianti del Cinema moderno. E' un film che molti, ad una lettura superficiale, stenteranno a collocare all'interno dell'universo cinematografico del Maestro hkese, troppo distante dalle tematiche grandiosamente trattate nei lavori successivi.
Ma a ben guardare All about Ah Long è un lavoro grondante melodramma fino all'ultimo fotogramma , e il melò, come sappiamo, permea le opere di To ben più di quanto non si possa pensare.
Lo spirito esageratamente drammatico, quasi sublimato, che emerge dalla pellicola è quindi un concentrato dell'animo melodrammatico che il regista ha sempre infuso sapientemente nei suoi lavori.
Tipico dramma famigliare, vissuto però per larga parte su ritmi e su situazioni da commedia, nasconde al suo interno un parossismo di sentimenti che può anche confondere: la storia di Ah Long e del suo figlioletto di 10 anni che vivono da soli , disordinatamente , ma in piena allegria fino a quando a Porky (il bambino) non si spalancano le porte della pubblicità televisiva, è un momento di cinema realista che si cala nella realtà della Hong Kong lontana dal trionfo di luci e di spirito occidentale.
Quelle porte vengono spalancate da una donna che viene dagli States ma che ha un tenace cordone ombelicale con la realtà Hkese: scopriremo come e perchè in un crescendo di dramma fino al finale ultrastrappalacrime, esageratissimo come solo To riesce a fare, anche in assenza di duelli all'ultimo sangue, anche se a ben pensare lo scontro c'è anche qui, ma è con se stessi e con il proprio passato.
Si respira un clima ingenuamente semplice in tutto il film, permeato di sentimenti essenziali: l'amore paterno e quello materno, il legame indissolubile, il passato che inchioda e torna a bussare alla porta, il riscatto e la voglia di tentarlo, tutto portato all'acme , estremizzato, totalizzante.
I personaggi disegnati da To sono intrisi di senso tragico, verissimi e per ciò credibilissimi e portano tutti la loro dote di melodramma in salsa hkese: Ah Long (un grande Chow Yun-fat , anno d'oro il 1989 il suo) , prototipo dello smargiassone provincialotto che tiene in caldo però una grande forza nei sentimenti, il piccolo Porky (Wong Kwan Yuen, prodigioso e saggiamente fatto tornare nei ranghi della sua fanciullezza al termine del film), ragazzino che sembra uscito da un film del neorealismo col suo carico di innocenza e dolorosa esperienza e Por-Por ( una bravissima Sylvia Chang) che impersonifica la ricerca del mito del benessere americano. Tutta la storia gira su questi tre personaggi e con una semplicità e genuinità estrema regala uno tra i film più eccessivamente melodrammatici degli ultimi 20 anni, in cui anche gli intermezzi musicali aspergono dramma e lacrime.
Un film che mi è piaciuto per l'atmosfera hongkonghese tipicamente anni '80, e per un Chow Yun Fat come sempre in gran forma (e assai capellone, la locandina del dvd non gli rende giustizia!).
RispondiEliminaNon ho gradito però il finale: non perché non ami il melodramma, ma la tragicità mi è sembrata un po' gratuita.
Quello è stato l'anno d'oro per Chow: questo e The killer , sarebbero bastati per fare di lui un simbolo.
RispondiEliminaRiguardo al finale, hai ragione Christian, però se lo vediamo nell'ottica che ci offrono i lavori seguenti, ci rendiamo conto che quell'esasperazione fin quasi al parossimo è un marchio di fabbrica di To: in fin dei conti i duelli interminabili con i corpi carichi di palottole che ancora hanno la forza di muoversi e sparare non sono anch'essi un eccesso di drammaticità? E quanti finali abbiamo visto così disegnati?
Hai ragione, e in quel 1989 ha fatto anche "God of Gamblers" e "A Better Tomorrow III"... Senza contare gli altri grandi film negli anni immediatamente precedenti! Un grande.
RispondiEliminaSì vero, bravissimo Chow; se a questo aggiungiamo che lui e l'attrice protagonista sono anche gli sceneggiatori del film, si capisce perchè questo lavoro è davvero "speciale"
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