domenica 27 giugno 2010

The eye ( Oxide Pang, Danny Pang , 2001 )

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Rivisitazioni cinematografiche
L'occhio che vede gli spiriti

La ri-visione di The eye conferma quelle che furono le prime impressioni : una buona idea, ottime capacità visive dei fratelli Pang , grazie ad una regia che tecnicamente si fa apprezzare, sviluppo della storia molto zoppicante , nonostante un indubbio concentrato di tensione.
Il cinema orientale ha sfornato da allora decine e decine di lavori incentrati su storie di fantasmi più o meno vendicativi, spesso film di scarsa qualità, ed in questo The eye si contraddistingue in quanto nel complesso va valutato come un film buono, soprattutto riguardo alle capacità dei registi nell'offrire una pellicola dal buon impatto visivo, che si avvale , soprattutto all'inizio, dell'immagine sfocata (proiezione degli occhi ancora convalescenti della protagonista) per infondere un senso di inquietudine e di suspance.
La storia di Mun, cieca dall'età di due anni che riacquista la vista dopo un trapianto e con essa anche l'innaturale capacità di vedere gli spiriti errabondi dei morti e di prevedere le sventure, diviene una metafora sul mondo e sulle sue apparenze. Seguendo un legame anima-corpo spesso esplorato nel cinema, la ragazza riceve non solo le cornee , ma anche le sventure della giovane morta donatrice degli organi; da cieca si ritrova quindi a leggere un mondo a lei sconosciuto e a vedere persino oltre. Quando capirà l'incastro, cercherà di porre fine allo strazio rivisitando l'esistenza della giovane donatrice.
Finale esplosivo, in tutti i sensi, con sorpresa finale amara che trova solo un minimo di consolazione.
Niente fantasmi vendicativi o assetati di sangue quindi, ma solo spiriti che vagano alla ricerca di sollievo che la morte non ha concesso e l'occhio di chi non conosceva il mondo e ne scopre anche gli aspetti più duri con un carico di disperazione difficile da sostenere.
Anche grazie alla bravura di Lee Sin-jie nel ruolo di Mun, la tematica legata alla scoperta del mondo e degli spiriti che lo attraversano è ben condotta, altri segmenti della storia invece sembrano a volte addirittura superflui, ma , come detto, la tensione nel film si percepisce e la regia è in grado di mantenere un buon ritmo.
La bravura dei fratelli Pang alla regia è ormai appurata, anche laddove il prodotto non è dei migliori, soprattutto per la capacità di girare immagini che colpiscono con forza; The eye , cui ,ahimè, seguiranno anche dei sequel e dei remake, va comunque considerato un film importante nel genere che, senz'altro in misura minore rispetto a Ringu, ha influenzato parte della cinematografia di settore negli anni a seguire.

2 commenti:

  1. E' un buon thriller, come dici tu zoppicante in alcuni tratti, ma la regia è ben fatta e mostra il talento dei Pang brothers.

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  2. Indubbiamente alcuni pregi il film li ha: senz'altro la regia e le scelte tecniche di ripresa e la tensione che rimane sempre a livelli buoni.

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