I due mari della Lucania
Dopo aver mostrato buone doti di attore, Rocco Papaleo passa dietro la telecamera e dirige questa commedia road movie , in cui esprime il suo orgoglio lucano con estrema sincerità.
La storia narra le vicende di uno strampalato gruppo musicale composto da quattro amici, ognuno con la sua gerla di esistenze problematiche sulle spalle , che per raggiungere la sede di un festival musicale, decide di imbarcarsi in un viaggio a piedi sulle strade della Basilicata, percorrendola da un mare all'altro.
La storia narra le vicende di uno strampalato gruppo musicale composto da quattro amici, ognuno con la sua gerla di esistenze problematiche sulle spalle , che per raggiungere la sede di un festival musicale, decide di imbarcarsi in un viaggio a piedi sulle strade della Basilicata, percorrendola da un mare all'altro.
Inutile dire che il gruppo richiama alla memoria l'Armata Brancaleone con tanto di carretto trainato da un cavallo al seguito ed occasionali compagni di viaggio, tra i quali una giornalista di una tv parrocchiale che dovrebbe fungere da cantore delle gesta del gruppo.
Sebbene l'obbietivo di raggiungere il festival venga comicamente fallito, la settimana di vagabondare porterà comunque una serie di eventi a lieto fine (anche troppi a dire il vero) che saranno la conclusione di afflizioni varie.
Sebbene l'obbietivo di raggiungere il festival venga comicamente fallito, la settimana di vagabondare porterà comunque una serie di eventi a lieto fine (anche troppi a dire il vero) che saranno la conclusione di afflizioni varie.
Senza dubbio va riconosciuta a Papaleo una certa originalità nella scelta del soggetto e, come detto, un sincero atto di amore per la sua terra, così come vanno riconosciuti i momenti belli del film , soprattutto grazie ad alcuni dialoghi ben costruiti; dall'altra parte però una certa ripetitività di situazioni e alcuni personaggi disegnati con troppa superficialità al limite della confusione, fanno sì che il film non riesca mai a decollare a pieno: in particolare rimangono quasi inspiegabili gli atteggiamenti della giornalista al seguito e del personaggio interpretato da Max Gazzè; anche un certo compiacimento paesaggistico da cartolina sembra essere eccessivo; tutto concorre a far procedere la pellicola a scatti, troppo incentrata sul volere rappresentare le proprietà catartiche del viaggio (topos abusatissimo nel cinema d'altronde) che alla fine sanerà in maniera miracolosa troppe esistenze.
Nonostante ciò il film vale la visione, anche grazie alle buone prove di Papaleo stesso , di Gassman (se si decidesse a far l'attore veramente....) e di una Giovanna Mezzogiorno burbera ed enigmatica (anche troppo); considerato che di opera prima si tratta, il regista merita comunque un ampio credito di incoraggiamento, se non altro per avere avuto una idea di Cinema non malsana come troppe volte ci ha propinato ultimamente la nostra cinematografia.
A me non ha detto granchè: il solito film italiano che soffre di buonismo esasperato; vero è piacevole in alcuni momenti , ma alla fine rimane una storiella vacua e che dice poco o nulla.
RispondiEliminaQuanto dici sul buonismo italico è verissimo, ma ormai è una impronta indelebile, temo. Credo però che come esordio non sia da buttare via, in tempo di magre bisogna sapersi accontentare.
RispondiEliminaè vero quello che dici, un grande pregio del film è di non essere il solito film.
RispondiEliminanon sarà un capolavoro, non resterà nella storia del cinema, ma è un film fresco, con una storia semplice, ma che non annoia mai, un film che non ti penti di averlo visto.
Come ho già detto Ismaele, nel mare magnum di porcate italiche, anche un film come questo, sicuramente non indimenticabile, rifulge di luce propria.
RispondiEliminaSono d'accordo sia con la recensione che con i commenti, è un'opera fresca, interessante, intelligente ma divertente. Niente di memorabile ma in confronto a molti altri... non è che aspettandoci sempre il peggio dal cinema italiano, ci accontentiamo troppo facilmente ? (2 commenti su 2 su questo blog e 2 volte "si poteva fare peggio :) )
RispondiEliminaHai ragione Bruno, la tua domanda è lecita: purtroppo però il cinema italiano ci ha abituato malissimo e quando c'è qualche film che lascia vedere un po' di luce gridiamo quasi al miracolo; purtroppo la massificazione e il conformismo di stampo prettamente televisivo, unito ai tagli robusti per la cultura , non lasciano molte speranze.
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