L'opera prima di Zhang Yimou
E' il film d'esordio alla regia per Zhang Yimou, quello che sarebbe ben presto diventato uno dei cineasti più famosi e premiati della Cina; con questo lavoro, dal fortissimo impatto visivo, vinse l'Orso d'Oro a Berlino e diede inizio ad una filmografia ricca di grandi lavori, in una epoca in cui le autorità cinesi erano senz'altro meno tenere con la censura.
In effetti la storia raccontata, ispirata al romanzo di Mo Yan, ha ben poco da preoccupare l'attenta censura, presentandosi come una epopea contadina-nazionalista, ammantata di tradizioni e di usanze in vigore negli anni 20-30,in cui si narra di una giovane donna data in sposa per avidità di denaro dai genitori ad un vecchio lebbroso, proprietario di una distilleria.
In effetti la storia raccontata, ispirata al romanzo di Mo Yan, ha ben poco da preoccupare l'attenta censura, presentandosi come una epopea contadina-nazionalista, ammantata di tradizioni e di usanze in vigore negli anni 20-30,in cui si narra di una giovane donna data in sposa per avidità di denaro dai genitori ad un vecchio lebbroso, proprietario di una distilleria.
Il vecchio morirà misteriosamente prima di poter consumare il matrimonio, così la giovane e bella Nove Fiori si ritroverà proprietaria della distilleria e con un nuovo marito che un po' con il coraggio e un po' con la prepotenza la fa sua.
Quando però i giapponesi invadono la Cina, quello che sembrava un quadro idilliaco si trasforma in una tragedia incombente che lascerà macerie fumanti.
Grazie ad un inizio molto spettacolare nella sua semplicità in cui dominano le distese di sorgo da cui viene prodotto un distillato di colore rosso e che si impongono come luogo magico in cui morte e amore si consumano, il film offre subito il meglio di sè , grazie alla forza di immagini che colpiscono per la loro bellezza e al contempo per la loro forza naturalistica priva di ogni compiacimento.
Il rosso del titolo fa da sfondo a tutto il film : dall'abito di Nove Fiori , avviata alle nozze , alle ciotole ripiene del nettare, fino alle immagini finali tratteggiate da una eclissi solare; è un colore che Zhang ama utilizzare a piene mani, ricco di significato simbologico.
Quando però i giapponesi invadono la Cina, quello che sembrava un quadro idilliaco si trasforma in una tragedia incombente che lascerà macerie fumanti.
Grazie ad un inizio molto spettacolare nella sua semplicità in cui dominano le distese di sorgo da cui viene prodotto un distillato di colore rosso e che si impongono come luogo magico in cui morte e amore si consumano, il film offre subito il meglio di sè , grazie alla forza di immagini che colpiscono per la loro bellezza e al contempo per la loro forza naturalistica priva di ogni compiacimento.
Il rosso del titolo fa da sfondo a tutto il film : dall'abito di Nove Fiori , avviata alle nozze , alle ciotole ripiene del nettare, fino alle immagini finali tratteggiate da una eclissi solare; è un colore che Zhang ama utilizzare a piene mani, ricco di significato simbologico.
Tutte le vicende sono raccontate nell'ambito dei loro contesti, con una cura attenta dei particolari, soprattutto nella vita della distilleria; come sarà in Lanterne Rosse, il regista ama disegnare un personaggio femminile, ricco di erotismo quasi impalbabile ed anticonformismo, che si impone con prepotenza , pur subendo , alla resa dei conti, una fine tragica.
L'irrompere degli eventi bellici, oltre a portare con se uno scoppio di violenza forse inatteso, sposta l'obiettivo della vicenda da un livello quasi bucolico ad uno che vuol essere anzitutto descrittivo dell'inizio di un periodo che segnerà con morte e sopraffazione la vita della Cina fino a dopo la Guerra Mondiale: i giapponesi che con protervia e violenza usano i contadini per spianare i campi di sorgo per preparare una strada sono l'emblema di un evento che porta con sè la brutalizzazione delle tradizioni contadine di un paese intero.
La stessa piccola comunità, chiamata a raccolta e al sacrificio da Nove Fiori, compreso marito e figlioletto, sceglierà il distillato rosso come arma , con ciò gettandosi alle spalle la fonte di sostentamento in difesa della propria dignità fatta a brandelli.
Accanto all'immancabile Gong Li, brava nel ruolo di Nove Fiori, troviamo Jiang Wen nel ruolo del marito: da quel 1987 anche per lui di acqua sotto i ponti ne è passata molta fino ad oggi che è considerato uno dei più bravi e capaci registi cinesi della Sesta Generazione.
Accanto all'immancabile Gong Li, brava nel ruolo di Nove Fiori, troviamo Jiang Wen nel ruolo del marito: da quel 1987 anche per lui di acqua sotto i ponti ne è passata molta fino ad oggi che è considerato uno dei più bravi e capaci registi cinesi della Sesta Generazione.
Bellissimo film che ricordo mi affascinò enormemente quando lo vidi qualche anno fa.
RispondiEliminaHa senz'altro un fascino particolare, soprattutto il campo di sorgo.
RispondiEliminaE la bravura di Zhang c'è già tutta.
sto per riprendere tutta la filmografia di yimou, per cui presto passerò da queste parti a ricommentare...:) qualche film dei primi del maestro da consigliarmi?
RispondiEliminaNon ne ho visti moltissimi, però questo, Lanterne rosse (tra i visti il più bello a mio avviso),La storia di Qiu Ju , La triade di Shangai e Hero sono tutti bei film; invece la Foresta dei pugnali volanti è stato abbastanza deludente.
RispondiEliminaBuona visione!
grazie per le dritte! Hero l'ho visto anche io, davvero fantastico, e indubbiamente migliore della foresta dei pugnali volanti, che invece la critica tende a considerare superiore.
RispondiEliminaSono d'accordo con te Missile, Lanterne rosse è , a mio parere il suo più bello; invece Heroe mi ha un po' deluso.
RispondiEliminaA me Hero è piaciuto, anche per il concentrato di valori tipicamenti orientali che contiene, fermo restando che Lanterne rosse rimane il migliore di Zhang.
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