giovedì 15 luglio 2010

Beyond our Ken ( Pang HoCheung , 2004 )

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La infelice malvagità delle donne

Diavolo d' un Pang ! verrebbe da esclamare dopo aver visto questo Beyond our Ken, in cui con indubbie capacaità narrative riesce a ribaltare una storia adolescenziale stile Muccino , in un film dal sapore caustico e beffardo, autentico prodromo di quell'Exodus che qualche anno dopo stupirà per la sua forte blasfemia misogina.
Sulla presunta misoginia del regista, da più parti invocata, ci sarebbe da scrivere per giorni interi;sta di fatto che questa pellicola esplora un universo tipicamente femminile dall'inizio alla fine con un occhio sottilmente sarcastico incorniciato da un ghigno divertito che Pang mostra spesso nei suoi lavori.
Tipico trinagolo amoroso post adolescenziale con la lei tradita e abbandonato, lui bieco conquistatore di femmine e altra lei pronta a salire sul carro appena mollata la precedente. Sofferenza a non finire, ricordi struggenti e infelicità infinita , fino alla costruzione ragionata della vendetta  nel momento in cui Ching (l'abbandonata) non scopre sue foto nude in rete scattate da Ken (il moderno Casanova). Quale migliore strategia se non quella di attrarre Shirley ( la nuova fidanzata) nella rete mostrando il lato nefasto del giovanotto?
Le due daranno vita ad un binomio che metterà in atto la rivincita, diverranno amiche, ma alla fine, con un colpo di scena che colorerà di una nuova luce i protagonisti. scopriremo le verità nascoste e serbate con cura da parte.
Pang è regista che descrive sempre con grande acutezza e senza alcuna ovvietà intrecci, sentimenti e passioni, qui ci mostra  alla fine le vere facce dei protagonisti , dopo averci illuso e attratto nel suo disegno cinematografico che sa di beffa: gli angeli si trasformano in diavoli e viceversa, ma la solidarietà femminile travalica tutto, anche gli inganni perpetrati e subiti.
Certo, ad una lettura superficiale , tutto si può leggere come un disegno della perfidia femminile, probabilmente Pang vuole andare oltre, in un ambito in cui il confine tra il moralmente lecito e la cattiveria  è molto labile e sfumato: sembra più un atteggiamento schizoide di chi osserva le donne , le ama e le descrive con grande delicatezza e al contempo ne porta in superficie il loro aspetto malvagio.
Il film, girato con grande bellezza da Pang, ruota tutto intorno all'universo femmnile della strana coppia che ribolle di amore, rimpianto, infelicità e vendetta, in un trambusto emozionale che sembra non placarsi mai, ma soprattutto si impernia sull'assoluta mancanza di etica: ogni gesto è consentito per sanare il proprio dolore procurandolo ad altri.
Gillian Chung e Tao Hong reggono benissimo il ruolo nella coppia di vendicatrici, risultando il vero perno di tutto il film, così come Daniel Wu è bravo nel sopportare il ruolo di bastardone all'inizio e di autentica vittima sacrificale alla fine.

1 commento:

  1. sappi che il sottoscritto è felice di averti insignito di un qualcosa che si fa chiamare premio dardos. per approfondimenti, insulti o minacce puoi recarti a questo limpido indirizzo: http://slowfilm.splinder.com/post/23024859/premio-dardos

    ad ogni modo, ti auguro una buona vita.

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