giovedì 1 luglio 2010

Nuan ( Huo Jianqi , 2003 )

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Il ritorno al passato

Pur non raggiungendo gli eccellenti livelli di Postmen in the mountains, il regista cinese Huo Jianqi, dirige un altro lavoro  che trova nell'ambientazione rurale e nella pacatezza del racconto i suoi punti di forza.
Huo dimostra sempre una grandissima vena poetica quando si tratta di dare voci ai sentimenti e ai legami col proprio passato e le proprie radici e in Nuan sceglie un racconto tutt'altro che originale, che tratta , è vero tematiche anche piuttosto abusate, ma con uno stile e una bravura tecnica che rendono comunque la visione del film assolutamente consigliata.
L'ambientazione rurale è la stessa di Postmen in the mountains: vita contadina descritta con grande cura e libera da eccessi sociologici, spazi amplissimi splendidamente  fotografati , lavoro e fatica che divengono sinonimi, e in lontananza l'anelito alla fuga in città, in un ambiente che liberi dal giogo dell'ignoranza.
Su qesto sfondo la storia narra di Jinghe che torna al suo villaggio natale da Pechino dove ha frequentato l'università e dove ha trovato una nuova dimensione della vita; come narra lui stesso compie solo l'errore di tornare (troppo tardi o troppo presto, lo scopriremo) alle sue origini, portandosi dietro il senso di colpa di chi ha lasciato la sua terra e i suoi ricordi. L'incontro con Nuan, suo grande amore della giovinezza, ora sposata con lo scemo del villaggio e madre di una bambina, produrrà in lui una marea montante di ricordi, mesti e laceranti come possono essere quelli dell'età dell'incoscienza legati al ricordo del primo amore. Nonostante il fortissimo legame che li univa ognuno dei due sa di aver farto un torto all'altro, non mantenendo le promesse fatte.
L'incontro sarà l'occasione non solo della rimembranza ( l'altalena, illusorio mezzo che libra in volo come a distaccarsi dalla realtà, la grande vena artistica di Nuan  rimasta dolorosamente castrata), ma anche della riparazione.
Il film scorre con forte senso di romanticismo in superficie, inteso come immagine della forza dei sentimenti, spesso dolorosi e struggenti, si distende su rapidi flashback che ci raccontano dei due giovani, inciampa a volte in momenti poco organici rispetto alla narrazione, ma offre uno spaccato di vita agreste che concorre al creare una ambientazione bella.
Inoltre Huo è bravo nel non cadere nel romanticismo da soap, inteso come zuccheroso sproloquio con lacrime annesse, grazie anche ai due personaggi principali, ben delineati, sommessi nel loro doloroso ricordo; ma è soprattutto Nuan il perno su cui gira il racconto , nel suo giovanile ardore di fuga e di arte contrapposto al suo stato attuale di quasi indigenza.
Alla fine Jinghe, quasi a liberarsi del peso della promessa non rispettata, si convince che forse Nuan ha avuto il lato fortunato della storia e che quell'uomo che l'ha sposata, così rozzo in apparenza, ma dotato di uno slancio tragico nel finale, è forse il marito giusto e più meritevole per lei.

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