domenica 4 luglio 2010

Mine vaganti ( Ferzan Ozpetek , 2010 )

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Luoghi comuni già visti

Micidiale miscuglio di registri narrativi che vanno dalla commedia brillante a quella umoristica (magari...) dal sentimental-nazionale al pedagogico, l'ultimo film del regista italo-turco , pur non raggiungendo i raccapriccianti livelli degli ultimi lavori, rimane confinato nell'ambito che ormai è proprio di Ozpetek: i tempi de Le fate ignoranti, lavoro che aveva almeno una certa qual forza vitale, sono sempre più lontani, ma le tematiche nelle quali il regista continua a impelagarsi son sempre le stesse.
E dire che con questo film, che comunque qualche barlume di buono lo possiede, il cambio di registro voleva essere netto: ma le ceneri della commedia all'italiana son difficili da riesumare e non basta infarcire la storia di luoghi comuni e macchiette varie per farne una pellicola valida.
Solito tema della omessualità, stavolta raddoppiato e dirompente perchè inserito in un contesto famigliare patriarcale e meridionale (che mistura esplosiva ! ) , in cui i due rampolli di un casato leccese produttore di pasta, vivono la loro situazione sessuale repressa uno e nascosta l'altro, fino a che la gara all'outing mette Antonio nelle condizioni di essere cacciato di casa e Tommaso, quello emigrato a Roma e con aspirazioni artistiche, nel difficile ruolo di salvatore dell'azienda di famiglia e di gay nascosto (e neppure troppo).
Su questo pastiche ormai tradizionale, disegnato con un umorismo primordiale che tenderebbe a mettere alla berlina i costumi retrogradi della provincia, si innesta come i cavoli a merenda la storia della nonna dei due ribelli gay, epigona della castrazione sentimentale,vagamente spiegata con rapidi flashback, voluta dal conformismo e che sembra imprimere il suo marchio di fabbrica su tutta la famiglia.
Tra momenti di vera e presunta ilarità (che forse son la cosa migliore di tutto il film, insieme agli splendidi scorci di Lecce), macchiette da cabaret di quart'ordine sui gay, drammi famigliari e l'immancabile morte, si giunge ad un finale che non stupisce affatto per la sua fastidiosità, condito di abbracci, balli e sorrisi, ricchi premi e cotillions.
La teoria di luoghi comuni che pullula nel film ne fa un lavoro più vicino ai beceri cinepanettoni che al cinema d'autore e le buone prove di Scamarcio , Preziosi e Fantastichini, addolciscono appena la delusione per un film che vive sulle ormai consuete , trite e ritrite tematiche.
Il polpettone sulla figura della nonna, dalla pretesa pedagogica fastidiosissima, poteva tranquillamente far parte di una sceneggiatura a sè stante , tanto scollegato e incoerente appare col resto della storia, a meno che non dobbiamo pensare che la morale che si voleva far emergere era: "Nella vostra vita fate ciò che volete". Amen.     

6 commenti:

  1. La storia della nonna era veramente insopportabile, flashback inguardabili comrpesi. Il cambio di registro tendente verso la commedia, cosa che Ozpetek non aveva mai fatto, diciamo che si è fatto leggermente apprezzare. Ma leggermente proprio...

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  2. Ammetto che mi ero avvicinato al film con un barlume di speranza (forte anche della tua recensione, perfetta tra l'altro); non è bastato, e non è bastata neppure la bravura dei tre interpreti maschili che quasi con senso innato regalano al film quei pochi momenti validi grazie alla loro recitazione brillante. A parte ciò , il solo pensare di poter fare una commedia con spunti brillanti, mostrando i gay sculettanti, i meridionali retrogradi e gretti, le solite tavolate e il solito finale forzatamente ecumenico e consolatorio , lo trovo un espediente che forse solo Boldi e De Sica continuano a mettere in atto ad ogni Santo Natale.

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  3. Son d'accordo con voi, è un film veramente deludente, quasi incomprensibile pur nella sua struttura semplice.

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  4. Direi fin troppo semplice e confusa. In effetti , a ben pensarci, c'era poco da capire.

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  5. Effettivamente la figura della nonna e la digressione a cinquant'anni prima mi sembrarono totalmente slegati dalla storia.
    In ogni caso un passo avanti rispetto al terribile film precedente dell'italo turco

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  6. Son d'accordo Bruno (benvenuto ! ), è anche vero che non è che ci volesse molto a fare meglio; sta di fatto che di film mediocre si tratta.

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