Luoghi comuni già visti
Micidiale miscuglio di registri narrativi che vanno dalla commedia brillante a quella umoristica (magari...) dal sentimental-nazionale al pedagogico, l'ultimo film del regista italo-turco , pur non raggiungendo i raccapriccianti livelli degli ultimi lavori, rimane confinato nell'ambito che ormai è proprio di Ozpetek: i tempi de Le fate ignoranti, lavoro che aveva almeno una certa qual forza vitale, sono sempre più lontani, ma le tematiche nelle quali il regista continua a impelagarsi son sempre le stesse.
E dire che con questo film, che comunque qualche barlume di buono lo possiede, il cambio di registro voleva essere netto: ma le ceneri della commedia all'italiana son difficili da riesumare e non basta infarcire la storia di luoghi comuni e macchiette varie per farne una pellicola valida.
Solito tema della omessualità, stavolta raddoppiato e dirompente perchè inserito in un contesto famigliare patriarcale e meridionale (che mistura esplosiva ! ) , in cui i due rampolli di un casato leccese produttore di pasta, vivono la loro situazione sessuale repressa uno e nascosta l'altro, fino a che la gara all'outing mette Antonio nelle condizioni di essere cacciato di casa e Tommaso, quello emigrato a Roma e con aspirazioni artistiche, nel difficile ruolo di salvatore dell'azienda di famiglia e di gay nascosto (e neppure troppo).
Su questo pastiche ormai tradizionale, disegnato con un umorismo primordiale che tenderebbe a mettere alla berlina i costumi retrogradi della provincia, si innesta come i cavoli a merenda la storia della nonna dei due ribelli gay, epigona della castrazione sentimentale,vagamente spiegata con rapidi flashback, voluta dal conformismo e che sembra imprimere il suo marchio di fabbrica su tutta la famiglia.
Tra momenti di vera e presunta ilarità (che forse son la cosa migliore di tutto il film, insieme agli splendidi scorci di Lecce), macchiette da cabaret di quart'ordine sui gay, drammi famigliari e l'immancabile morte, si giunge ad un finale che non stupisce affatto per la sua fastidiosità, condito di abbracci, balli e sorrisi, ricchi premi e cotillions.
La teoria di luoghi comuni che pullula nel film ne fa un lavoro più vicino ai beceri cinepanettoni che al cinema d'autore e le buone prove di Scamarcio , Preziosi e Fantastichini, addolciscono appena la delusione per un film che vive sulle ormai consuete , trite e ritrite tematiche.
Il polpettone sulla figura della nonna, dalla pretesa pedagogica fastidiosissima, poteva tranquillamente far parte di una sceneggiatura a sè stante , tanto scollegato e incoerente appare col resto della storia, a meno che non dobbiamo pensare che la morale che si voleva far emergere era: "Nella vostra vita fate ciò che volete". Amen.
La storia della nonna era veramente insopportabile, flashback inguardabili comrpesi. Il cambio di registro tendente verso la commedia, cosa che Ozpetek non aveva mai fatto, diciamo che si è fatto leggermente apprezzare. Ma leggermente proprio...
RispondiEliminaAmmetto che mi ero avvicinato al film con un barlume di speranza (forte anche della tua recensione, perfetta tra l'altro); non è bastato, e non è bastata neppure la bravura dei tre interpreti maschili che quasi con senso innato regalano al film quei pochi momenti validi grazie alla loro recitazione brillante. A parte ciò , il solo pensare di poter fare una commedia con spunti brillanti, mostrando i gay sculettanti, i meridionali retrogradi e gretti, le solite tavolate e il solito finale forzatamente ecumenico e consolatorio , lo trovo un espediente che forse solo Boldi e De Sica continuano a mettere in atto ad ogni Santo Natale.
RispondiEliminaSon d'accordo con voi, è un film veramente deludente, quasi incomprensibile pur nella sua struttura semplice.
RispondiEliminaDirei fin troppo semplice e confusa. In effetti , a ben pensarci, c'era poco da capire.
RispondiEliminaEffettivamente la figura della nonna e la digressione a cinquant'anni prima mi sembrarono totalmente slegati dalla storia.
RispondiEliminaIn ogni caso un passo avanti rispetto al terribile film precedente dell'italo turco
Son d'accordo Bruno (benvenuto ! ), è anche vero che non è che ci volesse molto a fare meglio; sta di fatto che di film mediocre si tratta.
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