Il Papa e le sue angosce
E finalmente habemus film! L'attesissimo ultimo lavoro di Nanni Moretti ha visto quindi la luce nelle sale italiane, proponendosi come uno degli eventi cinematografici dell'anno nell' asfittico panorama italiano, e pienamente a ragione, visto che il lavoro, a distanza di 5 anni da Il caimano, è senz'altro fra i migliori della seconda parte della carriera del regista.
Idea di base e soggetto sicuramente geniali: il Cardinale Melville, appena eletto in Conclave, nel momento di mostrarsi alla folla dalla Basilica di S.Pietro viene colto da una crisi di panico e il cerimoniale va a farsi benedire lasciando il mondo intero e i fedeli sgomenti.
Fingendo un rinvio della proclamazione dettato dalla necessità del nuovo Papa di isolarsi in preghiera, Il Vaticano convoca in tutto segreto un illustre psicanalista per cercare di risolvere il subbuglio interiore che scuote il nuovo Pontefice, il quale , oppresso dal grande fardello di responsabilità che deve caricarsi sulle spalle, durante una uscita clandestina per le strade di Roma si fa beffa della scorta e sparisce.
Più di una seduta analitica al papa serve un tuffo nella realtà, per scavare nel suo passato di attore teatrale mancato e nella sua psiche cui rimanda la sua sensazione di inadeguatezza.
Fingendo un rinvio della proclamazione dettato dalla necessità del nuovo Papa di isolarsi in preghiera, Il Vaticano convoca in tutto segreto un illustre psicanalista per cercare di risolvere il subbuglio interiore che scuote il nuovo Pontefice, il quale , oppresso dal grande fardello di responsabilità che deve caricarsi sulle spalle, durante una uscita clandestina per le strade di Roma si fa beffa della scorta e sparisce.
Più di una seduta analitica al papa serve un tuffo nella realtà, per scavare nel suo passato di attore teatrale mancato e nella sua psiche cui rimanda la sua sensazione di inadeguatezza.
Finale surreale in cui l'uomo ha il sopravvento sul personaggio pubblico e sulla ragion di stato.
L'incursione di Moretti in Vaticano, regala riflessioni profonde sulla fede e sulla natura umana, viste con l'occhio di un ateo e per questo, quasi sempre lucidissime: il regista pur allestendo un lavoro in cui frequentemente si sorride grazie ad un clima sottilmente ironico, mantiene però un approccio molto delicato quando si tratta di andare a scavare nel profondo di un uomo improvvisamente da solo con se stesso, proprio nel momento in cui diviene uno dei più potenti ed autorevoli personaggi sulla terra, che costituisce il nucleo centrale del lavoro e da uno spessore intimistico a tutta la narrazione.
L'incursione di Moretti in Vaticano, regala riflessioni profonde sulla fede e sulla natura umana, viste con l'occhio di un ateo e per questo, quasi sempre lucidissime: il regista pur allestendo un lavoro in cui frequentemente si sorride grazie ad un clima sottilmente ironico, mantiene però un approccio molto delicato quando si tratta di andare a scavare nel profondo di un uomo improvvisamente da solo con se stesso, proprio nel momento in cui diviene uno dei più potenti ed autorevoli personaggi sulla terra, che costituisce il nucleo centrale del lavoro e da uno spessore intimistico a tutta la narrazione.
Il tema tanto caro al primo Moretti dell'uomo solo con se stesso ritorna prepotentemente alla ribalta e con grandissima forza, proprio per la natura stessa del personaggio che seppur eletto Papa non è in grado di rimuovere quel senso di angoscia e di incapacità che il sentirsi inadeguato gli procura; lo scavare in noi stessi è il messaggio che emana dal film, allo stesso modo in cui lo stesso Moretti nei panni dello psicanalista, funge da elemento dirompente all'interno delle mura vaticane verso gli altri prelati forzatamente in Conclave, manovra che mette in atto facendo ricorso spesso al sorriso, grazie alle sue capacità istrionesche, che però, occorre dirlo, sono anche la causa di un certo tentennamento del film nei momenti in cui i soliloqui narcisistici del regista prendono il sopravvento, frequentemente forieri delle proverbiali sentenze morettiane ("anche mia moglie è una psicanalista, la più barva dopo di me, mi ha lasciato perchè non sopportava il peso che io ero il migliore", frase che letta parafrasandola rispecchia quel narcisismo un po' acido cui il regista ci ha abituati).
Nel complesso comunque il film è bello, soprattutto laddove indugia sul personaggio del pontefice indeciso e in crisi esistenziale, cui neppure la fede riesce ad essere guaritrice , dove lascia intravedere l'immane forza del potere che sa schiacciare qualsiasi cosa e quando , anche grazie alla canzone Todo cambia che irrompe nel conclave e che da vita ad una classica scena morettiana ricca di surrealismo, sembra incitare la Chiesa a quel cambiamento da tante parti auspicato ( lo stesso papa in pectore, spesso lo dichiara).
La grandiosa prova di Michel Piccoli nel ruolo del Papa offre un qualcosa in più al film e rende assolutamente credibile un personaggio per il quale si è portati subito a provare infinita simpatia sin da quando nel procinto di affacciarsi alla loggia di San Pietro lo vediamo sopraffatto dal respiro frequente e mozzato, prodromo dell'esplosione della crisi.
curiosità a manetta!
RispondiEliminaPer me è un capolavoro. Entusiasmo generale in sale. Voto 5/5
RispondiEliminagrande Nanni, sapevo non avrebbe deluso...spero di vederlo al più presto!
RispondiEliminaStavolta non delude veramente, polemiche astiose a parte
RispondiEliminaPolemiche astiose, fra l'altro, di giornalisti misconosciuti che vogliono farsi pubblicità. Un giornalista che dice "non l'ho visto" e critica meriterebbe la radiazione dall'ordine.
RispondiEliminaMi è piaciuto molto Nanni. Fra l'altro, usando una terminologia tecnica, "mi fa spaccare" anche il Nanni attore, è troppo bravo.
La frase che hai evidenziato, non si potrebbe interpretare anche in chiave autoironica ? Tutto il suo personaggio mi pare indirizzato in questa direzione...
Grande Michel Piccoli. grande anche Stuhr...
Ma infatti ero stupito del fatto che non ci fossero polemiche già prima dell'uscita del film; il tentativo di tarantella mediatica messa in piedi da personaggi che si qualificano da soli per il motivo che hai detto giustamente tu è palesemente squallido. Oltre tutto trovo che Moretti abbia affrontato l'argomento con estrema delicatezza, direi quasi con lirismo in alcuni momenti; purtroppo regna ancora l'oscurantismo totale che non vuole ammettere che il papa seppur investito di una missione soprannaturale,è pur sempre un uomo; mi spiegasse lo pseudogiornalista perchè se Woityla cedeva alle umane debolezze andandosene a sciare andava tutto bene, se un regista racconta le angoscie di un uomo diventato papa, schiacciato dall'enorme potere, bisogna insorgere.
RispondiEliminaRiguardo all'ironia: ho conosciuto anni fa Moretti, fugacemente vero, però l'impressione che ho ricevuto è che tutto sia tranne che (auto)ironico; ovviamente potrei sbagliare ma l'impressione che ho io è questa.
Michel Piccoli veramente grandioso. Alcune uscite di Moretti coi cardinali mi hanno fatto troppo ridere.
RispondiEliminaQualche aneddoto su questo incontro con Moretti ? Mi hai incuriosito !
RispondiEliminavisto ieri, che dire? un bel film, forse non a livello di altri capolavori morettiani, ma resta un'intensa pellicola sugli uomini, sulla loro fragilità e sui loro dubbi (grandissimo Piccoli in questo senso), insomma un film da vedere assolutamente, come sempre per le opere di Moretti.
RispondiElimina@Alessandra : vero, i momenti con Moretti in Vaticano sono divertenti.
RispondiElimina@Bruno: lo conobbi che aveva appena girato Ecce Bombo, tramite un amico comune, fu una conoscenza fugace , ad una festa, e , sebbene sia episodio di svariati anni fa, quel modo di sentenziare un po' teatrale faceva già parte del suo modo di essere; l'impressione fu quella di una persona piuttosto presuntuosa e non troppo simpatica.
@Monsier: probabilmente è come dici tu, non è al livello dei suoi lavori migliori, ma ci si avvicina molto, soprattutto perchè sembra essere tornato ad un cinema che più gli si addice.