La Grande Muraglia alla fine del viaggio
La terza prova alla regia della cinese Emily Liu è il classico esempio di come sia possibile coniugare un film commerciale con un certo tocco di qualità che non lo faccia cadere in maniera pesante nel tanto vituperato cinema d'autore, ottendendo un risultato apprezzabile per un film che rimane sempre in bilico tra toni da commedia e momenti drammatici.
E' una storia carica di nostalgia e di riflessioni sul passato e sul presente che trova origine in un uomo ormai prossimo ai 70 anni che da Taiwan, dove si rifugiò in seguito alla guerra civile, decide di tornare a visitare il suo paese natale, ai piedi della Grande Muraglia , laddove termina nelle propaggini più settentrionali della Mongolia interna; nel viaggio che intraprende da solo, dopo che la figlia si rifiuta di accompagnarlo, c'è il desiderio nascosto, ma neanche tanto, di rincontrare il suo amore giovanile da cui si separò in circostante drammatiche e alla quale aveva promesso il suo ritorno.
Quando l'uomo colpito da infarto proprio sulla Muraglia sta per morire , lascia alla moglie e alla figlia il suo ultimo desiderio: quello di cercare la donna che amò da giovane e di cui conserva una sbiadita fotografia.
La figlia, fumettista con una vita privata non proprio soddisfacente, decide di raccogliere quasi come una missione l'ultimo desiderio del padre e si mette alla ricerca del villaggio natale, accompagnata da un detective privato alquanto improbabile che la madre assolda sul posto per proteggerla nel suo viaggio.
Tra scaramucce che nascondono una crescente simpatia tra i due e avventurosi spostamenti in zone impervie e bellissime i due riescono a portare a compimento la missione, ma nel frattempo qualcosa è nato tra di loro e troverà la conclusione positiva giusto per addolcire l'amara conclusione della storia d'amore giovanile del padre.
E' un film sul ricordo, sulla nostalgia, sulle radici strappate e sulla incapacità di mantenere le promesse, che accenna con forza alla ferita ancora aperta della separazione tra Taiwan e Cina Popolare e che , quasi come un on the road movie, esplora con spirito etnologico e documentaristico alcune zone della Cina meno conosciute, mostrando usi , costumi e paesaggi splendidi.
Nel rapporto sentimentale che cresce tra i due protagonisti la regista ripone tutta la carica brillante del film che regala qualche momento divertente (vedi il bagno nel lago in mezzo al deserto) cui fa da specchio qualche passaggio carico di pathos drammatico (l'incontro tra la protagonista e la settantenne vecchio amore del padre, che ancora aspetta).
Emily Liu ha il giusto equilibrio narrativo per far sì che la storia abbia sempre contorni sfumati, in cui la mano non viene mai calcata ,col risultato di creare un lavoro che fa proprio della moderazione e della delicatezza i suoi punti forti.
Nei due ruoli principali troviamo una bellissima e brava Cherrie Ying ed un altrettanto bravo Dawei Tong che bene interpretano i due protagonisti cui non sarà difficile affezionarsi.
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