Giudizio: 7.5/10
Amicizia e amore in lotta
Alla sua seconda prova come regista Yang Ya Che colleziona già una nomination al Golden Horse Taiwanese per il suo film Girlfriend Boyfriend: riconoscimento meritato perchè non solo di opera valida si tratta , ma anche perchè pone in luce in maniera prepotente le grandi capacità del regista che sa ben articolare la sua storia con tempi azzeccati e con tematiche interessanti.
E' il racconto di una storia di amicizia e amore che si dipana lungo più di venti anni, con un epilogo ambientato ai giorni nostri che chiude il cerchio in maniera adeguata.
Mabel ,Aaron e Liam sono tre ragazzi nati e cresciuti nella stessa città, che percorrono la loro vita parallelamente sin dai tempi della scuola; le pulsioni amorose che ingarbugliano la loro relazione scandisce i tempi delle loro esistenze portando alla luce la loro personalità e le loro aspirazioni, sullo sfondo di una Taiwan che passa dall'ossessione anticomunista indotta dalla Cina Polpolare fino ai moti studenteschi per la richiesta di maggiore democrazia.
All'inizio la storia si incanala sui toni di una commedia giovanilistica , così in voga nella cinematografia taiwanese, per poi rivolgere lo sguardo ad ambientazioni freakettone e da rivolte studentesche per approdare infine al tramonto del XX secolo, quando i protagonisti hanno ormai sulle spalle il peso delle delusioni e dei sogni infranti; lungo questa scia temporale il racconto però ha una sua coerenza formale e sostanziale notevole: il ritratto di una generazione ribelle, sognatrice e infine disillusa dove il filo che tiene tutto insieme è la lotta fra i sentimenti dell'amicizia e dell'amore, due tempeste emozionali attraverso le quali i protagonisti si trovano a passare, spesso in balia e incapaci di governare la loro vita.
Sul finale il film si ammanta di una atmosfera quasi crepuscolare, spesso meditativa, sussurrata dove trovano spazio l'amore incompiuto, l'abbandono e l'incapacità a raggiungere l'appagamento sentimentale.
L'epilogo gettato in là nel tempo ai giorni nostri pur vivendo sul sottinteso è però chiaramente leggibile e offre uno specchio dove guardare se stesso e dove guardare indietro per Liam, ormai uomo maturo e anche un po' ingrigito.
L'atmosfera che crea Yang è molto funzionale alla storia e raramente il film va fuori dai giusti binari: la nostalgia per il passato e il racconto di un intreccio amoroso sono i cardini su cui tutta la storia si poggia, merito di una regia che non vuole mai andare sopra le righe e che cerca (riuscendoci) di tenere sempre i personaggi sotto la lente di ingrandimento.
Eccellente la prova di Gwen Lun Mei, che si conferma attrice di spessore, ben spalleggiata da un buon Joseph Chang, molto meno incisiva invece quella di Rhydian Vaughan.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.