Capitolo di mezzo della informale trilogia d'esordio di Wang Chao, Day and Night è ambientato, al contrario degli altri due , in un contesto rurale e di provincia: la fredda e polverosa provincia del nord, mai citata, ma chiaramente riconoscibile.
In un villaggio che sopravvive grazie ad una miniera di carbone delle vicinanze , vive Guangsheng, affiliato ad una famiglia in cui il capofamiglia funge anche da figura paterna per il giovane, il quale nutre una passione segreta , corrisposta, per la moglie del suo shifu; terzo elemento della famiglia, A-fu , il figlio sempliciotto e con un evidente ritardo mentale che passa il suo tempo in compagnia di un asino.
Quando una esplosione in miniera uccide il vecchio Zhongmin, Guangsheng è divorato dal rimorso per non averlo potuto salvare e cade in uno stato di profonda depressione e prostrazione al punto di non voler più avere rapporti con la sua amante , anzi allontanandola: più tardi il giovane A-fu farà ritorno al villaggio originario, una volta morta anche la madre e Guangsheng prenderà il ragazzo sotto la propria protezione, anche perchè nel frattempo, in armonia con il nuovo corso di privatizzazioni della società cinese, l'uomo è diventato il gestore della vecchia miniera con la speranza di diventarne presto il proprietario.
La coscienza del protagonista però è ancora scossa e a darle pace ci pensa il vecchio boss che compare spesso nel cuore della notte , davanti al falò per dialogare con lui: di fronte alla confessione dell'affare con la moglie il vecchio lo rassicura, lui sapeva e lasciava fare; quello che gli chiede è solamente di costruire un futuro per il figlio e di maritarlo, cosa alla quale Guangsheng si dedicherà con zelo e con successo; ora la sua vita è agiata, è quasi ricco e lenito nel rimorso dal fatto di avere esaudito tutti i desideri del vecchio; prima che una nuova complicazione sentimentale si affacci, lascia il villaggio e va a vivere in città, sperando sempre di poter parlare ancora col fantasma del suoi vecchio benefattore.
In questo Day and Night Wang Chang abbandona il tessuto sociale urbano che caratterizza gli altri due lavori per raccontare una storia di periferia, di quella Cina profonda, dove la tradizione e le usanze sono più radicate, e proprio in questa descrizione naturalistica-sociale sta il grande pregio del film: la riscoperta di un angolo vasto di un paese sterminato in cui il moderno è ancora lontano ed in cui la corsa al denaro diventa una ossessione ancora più perniciosa proprio perchè innestata su un tessuto sociale e tradizionale che si fondava su altri valori; è la Cina polverosa, quella con le strade del villaggio popolate dagli animali, quella dei lavatoi pubblici , quella delle facce bruciate dal vento gelido e annerite dal carbone, quelle della difficile sopravvivenza schiacciati dalla necessità di fare soldi.
Day and Night probabilmente non raggiunge i livelli di Luxury Car nè quelli di The Orhan of Anyang, perchè la storia alla fine non è solidissima, ma indubbiamente la descrizione paesaggistica e sociale che ci regala è degna dei migliori autori della Sesta Generazione, un omaggio e al contempo una testimonianza di un paese che sta cambiando ( come si era prefissato il regista di raccontare nel concepire la trilogia) ma che nei suoi angoli più lontani ancora conserva il fascino del passato.
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