Sempre più impegnata a mantenere una sua identità storica e culturale che possa sposarsi con il soverchiante potere economico della Cina continentale, la cinematografia di Hong Kong rincorre stili, tematiche ed atmosfere dell'epoca d'oro, spesso rifugiandosi nel classico remake: il regista di scuola Milkway, già assistente di Johnnie To, Law Wing-cheung, rispolvera The Iceman Cometh di Clarence Fok, lavoro dei tardi anni 80, per riproporre in un audace tentativo di sintesi, tutto ciò che il cinema Hkese è stato capace di offrire , in termini spesso magnifici, negli anni 80-90.
The Iceman è film ardimentoso in questo perchè accanto all'action movie c'è l'epica storica, la fratellanza, la commedia con venature persino demenziali e lascia intendere da subito, fin dai primi fotogrammi che ci troviamo in un ambito in cui vige una certa anarchia narrativa e di stili.
Nella Hong Kong di oggi , infatti, ritroviamo le mummie congelate di tre ufficiali della Guardia Imperiale di epoca Ming rimasti travolti da una valanga ed ibernati; qualcosa e qualcuno li ha portati fino ad oggi e si può bene immaginare il risultato di tutto ciò.
Uno dei tre He Ying, in epoca Ming fu accusato di cospirazione coi pirati giapponesi e ripudiato anche dai suoi fratelli commilitoni in una resa dei conti drammaticamente interrotta da una valanga colossale.
I tre si ritrovano, non casualmente, ai giorni nostri, anche per saldare i conti, all'inseguimento di strani riti e di misteriose macchine del tempo.
La struttura tipo "Ritorno al futuro" funge da subito: He Ying volteggia per la strade di Hong Kong viaggiando sui tetti dei bus e cambiando le linee al volo, beve nelle tazze dei gabinetti, trovando l'acqua puzzolente,si imbatte in un gruppo di persone alle quali confessa la sua provenienza.
Insomma una strana macchina del tempo, che sembra rispondere a esotici riti e magie, ha dato il suo appuntamento ai protagonisti nella Hong Kong di oggi, riusciranno a tornare nell'epoca Ming senza colpo ferire?
Al di là dell'abusata tematica del viaggio nel tempo, Iceman parte da subito bene, alterna momenti da commedia a scene d'azione spettacolari, regala una bella dose di umorismo e di sarcasmo, addirittura si lancia in impegnativi discorsi su tematiche sociali quali l'integrazione ed esplode in scene di pura demenzialità (le tazze del gabinetto che volano in alto spinte da esplosioni e che rilasciano in volo quantità enormi di materiale fecale, il sottofinale frenetico sul ponte che attraversa la baia in cui avviene la lunga scena madre d'azione , le minzioni a guisa di idrante, la corsa sulla neve usando gli scudi come snowboard ).
Per tutto ciò Iceman è lavoro che ha il suo valore e che tutto sommato si sottrae all'inevitabile paragone con film originale di 25 anni fa; inoltre la scelta di utilizzare il 3D gli regala una spettacolarità ancora più marcata; proprio nella sua atmosfera da commedia (perchè poi fondamentalmente questo è il film) risiede l'aspetto più valido ed interessante anche grazie al cast che sa ben alimentarla.
Donnie Yen è ironico al punto giusto, oltre che action director che sa lasciare il segno, Wang Biaoqiang è il consueto faccia da schiaffi carico di simpatia, Simon Yam inquietante al punto giusto e Huang Shengyi simpatica e bella come impone il suo ruolo.
Inutile dire che il finale è costruito per lasciare ampio spazio al sequel che infatti è gia in lavorazione e che probabilmente vedrà la luce per la fine dell'anno.
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