mercoledì 18 giugno 2014

No Man's Land ( Danis Tanovic , 2001 )

Giudizio: 8/10

La terra di nessuno è quello spazio che si interpone tra le linee nemiche e dove il destino ha dato appuntamento ai protagonisti di questa storia, una delle tante, sicuramente la più famosa e premiata, che sgorgano dal conflitto serbo-bosniaco: opera prima di Danis Tanovic che darà il via ad una apprezzatissima carriera cinematografica che fa di lui il regista di punta della nuova generazione di cineasti nati dell'esplosione politica della ex-Jugoslavia.
Una trincea nella terra di nessuno nella quale si ritrovano Ciki e Cera bosniaci e Nino serbo, i primi due unici superstiti di una pattuglia sterminata dai nemici, il terzo finito lì con un commilitone in una missione di esplorazione.
Cera a dire il vero sembrava morto anche lui tanto che i serbi lo depongono , come estremo "regalo", su una di quelle mine balzanti: una volta ripresa conoscenza non potrà muoversi per non saltare in aria.

Nonostante i quasi patetici tentativi di mettersi sulla stessa barca per i tre, anche nella trincea della terra di nessuno regna la legge del fucile: chi lo ha in mano detta le regole anche quando le forze di pace dell'ONU intervengono, grazie allo zelo di un sergente francese, ancora non totalmente piegato al cinismo della guerra; l'ONU porta dietro di sè le immancabili troupe giornalistiche per le quali i teatri di guerra diventano un palcoscenico planetario.
Inutile dire che i tentativi di ricomporre l'incidente naufragano di fronte all'emergere delle beghe politico-militari.
Racconto molto scarno e diretto, ambientato in una anonima campagna, No Man's Land riesce per un po' a mettere insieme il reportage col film politico, la dark comedy con l'affilato sarcasmo, risultando questo aspetto il pregio migliore del film insieme ad un finale lacerante; la terra di nessuno diventa metafora della follia della guerra, qui raccontata senza rovine, senza bombe e senza corpi smembrati, dove trova spazio l'ottusità etnica, quella militare dell'ONU interessato solo ad apparire il più neutrale possibile davanti a tutto, l'invadenza della televisione che proprio con la guerra in Bosnia introdusse il concetto del "conflitto in diretta"; Tanovic descrive tutto ciò con molta misura senza mai tracimare nella retorica o nell'ipocrisia e racconta un episodio di quelli che non troveremo mai certamente sui libri di storia dal quale però ha la capacità di far emergere il nichilismo e la disperazione fino all'annientamento di coloro che sono gli anonimi protagonisti del conflitto.
La guerra di Bosnia è stato uno dei primi conflitti di popolo, in cui non sono esistiti porti franchi e zone neutre e il sapere raccontare piccoli episodi, in cui però è chiarissima l'essenza che sta alla base della contrapposizione e soprattutto quelli che sono gli effetti devastanti ,è stato uno dei cardini narrativi che hanno permesso a molti lavori di registi della ex-Jugoslavia di fare colpo: indubbiamente No Man's Land è uno dei più validi ed importanti.

2 commenti:

  1. A distanza di anni, e con maggior prospettiva storica, possiamo ben dirlo: un gran film!

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  2. Vero, bel film, come svariati altri che negli anni a seguire hanno ricalcato le medesime tematiche. Il cinema derivato dall'implosione della ex-Jugoslavia è senz'altro tra i più interessanti in Europa.

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