Giudizio: 9/10
Consultando qualsiasi classifica sul cinema cinese stilata da riviste, centri culturali o associazioni di critici cinematografici nei primi dieci posti campeggia sempre Hibiscus Town di Xie Jin uno dei registi più importanti del panorama cinese: vedendo il film si capisce bene il perchè.
L'opera vede la luce nel 1986, in piena fase di riforme e di liberalizzazioni, prima però dello shock dei fatti di Piazza Tienanmen avvenuti tre anni dopo, in un periodo in cui il processo di revisione della Grande Rivoluzione Culturale era già iniziato da un pezzo.
Hibiscus Town è lavoro dalle molte facce che prende come riferimento proprio il periodo della Rivoluzione Culturale a partire dal 1963 per estendersi fino al 1979; non è però un film storico è semmai un dettagliato resoconto di una epoca in cui storia, politica, umanesimo e sentimenti si miscelano in un racconto al cui centro ci sono però individui che subiscono le tumultuose onde rivoluzionarie dell'epoca.
Ambientato in una piccola città di campagna racconta la storia di Yuyin una giovane donna dotata di grande intraprendenza che vede la sua piccola attività di ristorante da strada, che gestisce insieme al marito, fiorire al punto di poter permettersi una casa nuova e un bel gruzzolo di soldi sotto il materasso.
Invidie e fervore rivoluzionario fanno di lei una candidata ad entrare di diritto tra i contadini ricchi e quindi reazionari e destrorsi che si meritano la gogna da parte del fanatismo rivoluzionario.
Fuggire per la donna non serve a nulla: tornata troverà tutto confiscato, il marito ammazzato perchè esasperato aveva tentato di uccidere una dirigente locale di partito, verrà sottoposta ad una feroce critica e messa a pulire le strade della città insieme a Shutian, altro reazionario in quanto chansonnier e come tale portatore di idee lascive e controrivoluzionarie.
Le volubili folate rivoluzionarie fanno vittime e riabilitazioni in continuazione , ma per Yuyin e Shutian non c'è spazio per una rivalsa se non sotto l'aspetto personale e sentimentale; tra i due nascerà un rapporto amoroso, anch'esso osteggiato dagli astiosi dirigenti di partito locali che decreteranno la galera per lui e la magnanimità per lei in quanto gravida, pur sempre a scopare la strada però.
Dal punto di vista storico il film affronta con grande chiarezza ed efficacia quello che fu l'impeto della Rivoluzione Culturale alimentato dai continui slogan e dalle campagne di repressione, ma quello che più stupisce in Hibiscus Town è il racconto di come una dinamica tragica e straordinariamente grande quale fu la Rivoluzione Culturale si vada ad infrangere sulla vita di tutti i giorni di un piccolo centro dove tutti si conoscono e dove vigono anche regole di convivenza peculiari: amori repressi, invidie, follie, rimorsi, ambizione, amori sinceri, legami di amicizia atavici e rispetto turbinano impazziti sotto i colpi della storia; le canzoni che parlano di sentimenti sono diseducative, la laboriosità e l'intraprendenza è spazzata via da vuoti slogan, il passato cancellato e l'individuo umiliato in favore di una ideologia che vede solo nel collettivismo e nell'utopia maoista la sua fede.
Il film è percorso da personaggi e momenti di grande impatto emotivo e Xie Jin fa ricorso ad immagini di grande poesia semplice e grandiosa al tempo stesso che fanno di Hibiscus Town un'opera emozionante e vera: è vera nella sua drammaticità storica, vera nell'accuratissima precisione con cui si descrive la vita di tutti i giorni, verissima nel raccontare emozioni e sentimenti, addirittura sorprendente nella sua lucidità nel tracciare una via d'uscita che non porti all'odio bensì solo all'indifferenza tra quelli che furono i carnefici e le vittime: non può bastare una riabilitazione a ridare ai nostri personaggi quanto perso, probabilmente serve solo a ridare loro uno straccio di dignità.
Le prove di Liu Xiaqing, a quei tempi magnifica icona del cinema cinese e di un giovanissimo esordiente ma già bravissimo Jiang Wen sono la straordinaria cornice di un film bellissimo.
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