Giudizio: 8/10
Dopo avere attraversato Siviglia poco prima di sfociare nell'Oceano il Guadalquivir crea una vastissima zona paludosa ricca di coltivazioni di riso: è con questa sorprendente regione vista dall'alto che pare disegnare linee geometriche folli in cui strade, canali, campi, meandri e anse fluviali si intersecano che si apre La Isla Minima dello spagnolo Alberto Rodriguez , lavoro che ha fatto incetta di premi Goya risultando il film migliore dell'anno in Spagna.
Il film ha tutti gli ingredienti per risultare vincente: riflessi storici che rimembrano un'epoca neppure tanto lontana che appare però preistoria, un thriller dai toni spesso angoscianti e una storia di uomini così distanti tra loro che gli eventi hanno portato a dover vivere fianco a fianco.
Ambientato nel 1980 nel sud della Spagna appena uscita dal franchismo ma ancora pericolosamente percorsa da impulsi nostalgici e golpisti che minano le debolissime fondamenta della giovane democrazia, La Isla Minima narra di due poliziotti inviati appunto nella regione andalusa da Madrid per risolvere un caso di scomparsa di alcune giovani ragazze.
Nel piccolo paese la storia sembra essersi fermata, tra slogan franchisti ed effigi che inneggiano al dittatore e ai suoi illustri predecessori in Europa e riuscire a raccogliere informazioni sarà compito arduo visto che tutti sembrano avere qualcosa da nascondere gelosamente.
Ben presto i due si renderanno conto di essere nel pieno di una caso in cui sordide storie di ricatto e di disperazione dominano le vite delle vittime.
Ma soprattutto La Isla Minima è il confronto, a tratti sarebbe meglio dire lo scontro, tra due uomini dal passato e dal presente diverso: il giovane poliziotto idealista antifranchista, solitario e teciturno e il collega più anziano ex componente della famigerata polizia segreta di Franco; non è solo il passato che li divide, c'è anche la concezione del proprio lavoro, il modo di condurlo, il livello di partecipazione e di compassione che li pone su due pianeti diversi che mai si sarebbero incontrati se il caso in questione non li avesse messi sulla stessa barca.
Nella descrizione della piccola comunità di provincia dell'Andalusia c'è lo specchio di un paese appena uscito da un dramma epocale, dove resiste la diffidenza, la paura e l'incertezza, dove il desiderio più grande, soprattutto per i giovani, è la fuga , che è poi il tema intorno al quale ruota tutto il racconto. In questo La Isla Minima è un film che sottende tematiche politiche appena accennate ma dai forti connotati metaforici.
Ma la pellicola funziona anche come thriller, nel suo inseguire una verità che appare a volte troppo chiara per apparire vera e che invece si arricchisce passo dopo passo di una serie di elementi che intorbidano le acque e che scaturiscono tutti da un diffuso senso di paura che porta tutti i personaggi ad avere qualcosa da occultare; se aggiungiamo alla sottile tensione presente un senso di angosciante claustrofobia appare subito chiaro perchè come thriller il film abbia molto da regalare.
L'ambientazione fa il resto, in una natura piatta e dominata dall'acqua , dai campi sterminati e dalle strade che corrono su sottili lembi di terra: su ciò Alberto Rodriguez lavora molto per costruire un pregevole film di immagini e di situazioni, ricorrendo spesso alle riprese aeree e confezionando momenti di buon Cinema.
L'aver infine saputo incastonare il duro confronto tra due uomini, che poi è quello di due mondi contrapposti dietro il quale si cela una forte metafora sociale e politica, nel tessuto connettivo di un thriller pregevole, senza con ciò far scadere la qualità complessiva del film anzi dilatandola, è merito da ascrivere tutto ad una regia sapiente e ben dosata.
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