Giudizio: 7.5/10
La Terra è avvolta da una mefitica e onnipresente nuvola di polvere che entra dappertutto e si stratifica; un oscura malattia distrugge tutti i raccolti eccetto il mais; ormai c'è solo la lotta per sopravvivere che ha cancellato guerre ed eserciti per cui tutti fanno gli agricoltori per donare braccia ai raccolti che debbono sfamare il mondo; solitari droni privi di padroni solcano il cielo alimentati da batterie solari inesauribili inviando dati che nessuno analizza perchè anche la tecnologia ha lasciato il passo alla fatica nei campi per strappare le ultime risorse ad un pianeta che sta morendo.
Questo è il futuro, abbastanza prossimo, che Christopher Nolan realizza per costruire le premesse alla sua opera fantascientifica e filosofica: sembrano quasi gli anni novanta ma siamo nel futuro, un futuro arido e senza speranze.
Cooper una volta è stato uno dei più stimati e bravi piloti della NASA, ma anche per lui è giunto il momento di coltivare la terra sebbene con macchine autonome gestite elettronicamente nella sua fattoria insieme al suocero e ai due figli: soprattutto Murph , la femmina, ha un'indole che la avvicina molto al padre e non si arrende alla scomparsa della tecnologia ribattendo alle tesi degli insegnanti con i libri del padre, idealmente ormai gettati al rogo; persino la conquista della luna è stata ripudiata e spacciata per un grande inganno-trappola per far fallire i sovietici ossessionati dalla rincorsa alla conquista dello spazio.
Strani fenomeni sembrano avvenire nella fattoria di Cooper e grazie ad alcuni di questi, sapientemente decifrati, l'uomo e la figlia si ritrovano in un complesso gestito dalla NASA in clandestinità dove si sta mettendo a punto un piano per salvare l'umanità: Piano A evacuazione in massa verso galassie lontane dove coraggiosi pionieri sono stati inviati; Piano B una sorta di bomba genetica composta da centinati di embrioni fecondati e lanciati alla conquista di pianeti lontani.
Cooper è il prescelto per questa missione, o meglio per il Piano A e per lui inizia un viaggio intergalattico, novello eroe che dovrà garantire la salvezza della specie umana fra buchi neri e galassie, inganni e sentimenti, pianeti inospitali e scoperte di nuove dimensioni.
Se nella prima parte, didatticamente introduttiva, Interstellar si mantiene su binari quasi convenzionali per un film di fantascienza, nella seconda , e soprattutto nell'epilogo, la verve filosofica del regista esplode in maniera fragorosa, ben più, probabilmente che in Inception : dissertazioni che sovrappongono teorie scientifiche e filosofia, teleologia e fisica quantistica; il concetto del tempo che viene innestato su quello della relatività e della gravità; il tutto in un turbinio, a volte anche ostico, di sensorialità e di emozioni, perchè alla fine di tutto, anche di fronte a scelte drammatiche è il sentimento che sembra guidare la ragione e persino la scienza.
Nel finale, attraverso l'ingresso in un ambito-spazio tempo che trova altre dimensioni, l'impatto visivo fatto di linee e di geometrie sembra più di tutto richiamare Inception che per molti versi può apparire addirittura propedeutico ad Interstellar.
Quando Nolan plasma il concetto di tempo indubbiamente da il meglio di sè, motivo per cui Interstellar è lavoro che almeno nella seconda parte delle quasi tre ore di durata mostra notevoli pregi; ridurre tutto a ciò sarebbe però superficiale: le tematiche affrontate dal regista sono molteplici, alcune consuete al suo stile , altre meno e concorrono tutte in maniera armonica ( non sempre) a quello che appare un viaggio nella mente e nell'ambizione dell'uomo, nel suo futuro e nella sua condizione all'interno di un Universo spietato e oscuro.
Anche questa volta Nolan riesce a coniugare in maniera valida il kolossal hollywoodiano al film d'autore, ciò comporta un prezzo da pagare in termini narrativi ( alcune incogruenze, dialoghi a volte da cowboy nello spazio, una spettacolarità a volte fine a stessa) che vanno a compensare i riferimenti autoriali quando non addirittura le citazioni, prima fra tutte, ovviamente, 2001 Odissea nello spazio qui celebrata con il monolite che diventa robot.
Molte cose funzionano in Interstellar, soprattutto quelle che richiamano il cinema di Nolan pur senza essere autocitazioniste, alcune altre meno ( troppa Hollywood ad esempio, troppi personaggi stereotipati e troppo uguali ai film di genere) ma nel complesso il film è di quelli da vedere, da gustare, da seguire anche con un impegno che però raramente stanca: nonostante tutto Nolan è uno di quei pochi registi che sa fondere le varie facce del Cinema moderno rimanendo al contempo coerente con la sua ideologia e il suo stile.
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