Giudizio: 6/10
Tipico film da Capodanno Cinese, An Inspector Calls di Raymond Wong e Herman Yau si distingue rispetto al canovaccio messo in atto dalla gran parte dei film che escono in concomitanza del Nuovo Anno del Calendario Lunare per il tentativo, in buona parte riuscito, di trasformare l'omonima opera del romanziere inglese J.B. Priestley del 1945, che già fu ispirazione cinematografica nel 1954 per la pellicola di Guy Hamilton, in una black comedy più consona alla tipologia di pubblico cui il film è rivolto.
Il riferimento originario è un dramma dai risvolti sociali con forte senso critico verso la società dei primi del Novecento in cui i fatti sono ambientati: i due registi, mantenendosi fedeli al plot ne hanno fatto una commedia brillante nella quale c'è comunque un morto di mezzo.
L'operazione come detto è in buona parte riuscita e questo è probabilmente l'aspetto più convincente ed interessante del film, che per il resto è la classica pellicola di intrattenimento buona per tutti i gusti.
La famiglia Kau, ora in fase di inesorabile declino, non vuole rinunciare alla fastosa festa di fidanzamento della rampolla Sherry con il ricco ereditiero Johnny come si conviene a tutte la casate degne di rispetto, sebbene per far ciò debbano affittare pacchiani e sfarzosi suppellettili e arredamenti per mantenersi a livelli " a la page"; poco prima che la festa abbia inizio ecco piombare nella villa uno strano ispettore, Karl, parodia chiarissima dei detective in stile Sherlock Holmes con tanto di impermeabile e pipa, il quale comunica che poco prima una giovane donna si è tolta la vita e che ognuno dei presenti è in qualche modo responsabile dell'evento.
Attraverso il racconto del detective prima e le parziali confessioni poi, scopriamo che in effetti la giovane donna, sempre sotto diverso nome, ha avuto qualcosa a che fare con tutta la famiglia che ha contribuito, in vario modo, alla scelta di togliersi la vita.
Sul più bello Karl scompare dalla villa e tutti i componenti della famiglia si convincono che nulla sia in realtà successo: la festa quindi può avere luogo senza problemi.
Ovviamente non sarà così.
Basandosi su ambientazioni a tratti grottesche, amplificate dall'imperante cattivo gusto pacchiano che regna nella villa, dove si svolge gran parte della storia e su una serie di dialoghi frenetici e gag verbali, An Inspector Calls richiama fortemente alla mente la tipica commedia HKese e l'indagine dell'ispettore diventa un pretesto per sciorinare battute su battute e per ironizzare con un certo sarcasmo sull'ambiente alto borghese di Hong Kong, dominato da ipocrisia e perbenismo spiccio.
Certamente il tutto poi si sposa non molto coerentemente col finale che lascia numerosi interrogativi, ma questo è stato il prezzo da pagare per mantenere quanto più possibile la storia vicina all'originale che fa da ispirazione.
Una volta tanto però il tipico film da Capodanno cambia le carte in tavola: niente storia costruita sui numerosi personaggi cui danno il volto una lunga schiera di star che si prestano per l'operazione, bensì il consueto corredo di attori ed attrici noti che si mettono al servizio di un canovaccio narrativo.
Soprattutto i due capifamiglia, nel cui ruolo si cimentano Eric Tsang e Teresa Mo, risultano quelli più riusciti, mentre Louis Koo non sembra troppo a suo agio nel ruolo dell'ispettore e Gordon Lam non appare sempre convincente; non manca la scia di comparsate più o meno da autore a partire da quelle di Raymond Wong stesso che si cimenta in svariati piccoli ruoli, fino a quella di Donnie Yen che si sdoppia addirittura in quattro, dando vita ad un complesso canoro che allieta la festa.
Insomma An Inspector Calls è lavoro che non richiede alcun impegno, leggero, di puro intrattenimento che però regala un indubbio tocco di originalità e , tutto sommato, di follia narrativa.
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