Giudizio: 6.5/10
Nella sua indefessa peregrinazione all'interno dei vari generi cinematografici, Miike Takashi , soprattutto negli ultimi anni, ci ha regalato lavori che spaziano dal dramma storico alla rilettura di celebri manga, passando per la parodia dello yakuza movie e per gli horror-splatter; con Over Your Dead Body il regista giapponese firma un lavoro che si ispira, almeno in buona parte, ad uno dei testi letterari più celebri della cultura giapponese e al contempo costruisce una storia che per i suoi standard appare addirittura convenzionale che risente in maniera seppure indiretta del cinema più classico.
In Over Your Dead Body infatti la storia è quasi perfettamente suddivisa in due blocchi: da un lato la rappresentazione del dramma teatrale Tokaido Yotsua kaidan, appunto uno dei grandi classici del XIX secolo, dall'altro il racconto della vita fuori scena degli attori protagonisti che tende a convergere sulle stesse tematiche del testo letterario; se in scena viene proposto un dramma intriso di gelosia, tradimenti, avidità e rancori veicolati da fantasmi, nella vita reale vediamo la rappresentazione moderna delle medesime tematiche nelle quali i protagonisti si trovano ingabbiati inseguendo i loro istinti e la loro machiavellica avidità.
La storia d'amore del samurai Iemon, ben poco incline alle regole dell'onore e della irreprensibilità, con la giovane Oiwa che nasce nel sangue e prosegue nel tradimento e quella della attrice Miyuki tradita dal compagno Kosuke che scatena le ire degli spettri diventano nel corpo del film le due facce della stessa realtà, quella nella quale sono i lati più deteriori a venire allo scoperto.
La sovrapposizione tra finzione e realtà, caposaldo cinematografico tra i più utilizzati a tutte le latitudini e che frequentemente conduce a lavori tutt'altro che memorabili, nelle mani di Miike diventa al tempo stesso un omaggio al passato letterario e un espediente narrativo riuscito che crea un filo di continuità ben saldo tra i due blocchi su cui Over Your Dead Body è costruito.
Il continuo e sovente quasi inapparente saltare da un canone all'altro permette alla pellicola di avere una continuità che evita la dispersione e la confusione nonostante nel suo complesso il lavoro di Miike rimane per larghissima parte ancorato a ritmi piuttosto blandi.
Poi naturalmente il regista giapponese riesce comunque ad incastonare nel corpo della pellicola quelli che sono i suoi marchi d'autore: il ricorso al soprannaturale, le scene truculente, l'esplosione dei lati oscuri dell'uomo trovano spazio all'interno di una messa in scena molto misurata, elegante nei colori e negli abiti, ma le eccelse doti di Miike sono ormai universalmente riconosciute e questo aspetto potrebbe addirittura passare quasi inosservato.
Over Your Dead Body non è certo lavoro da far strabuzzare gli occhi ai fedelissimi fans del regista, anzi per moti aspetti si pone piuttosto agli antipodi del suo cinema anarchico che qui appare invece semmai rigoroso e persino convenzionale, ma nel complesso anche questo film dimostra quanto Miike sappia giostrare con generi, atmosfere e tonalità le più disparate mantenendo sempre la sua originalità e la sua capacità di sorprendere: stavolta gli basta una memorabile scena finale per lasciare la sua impronta indelebile.
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