Giudizio: 6.5/10
Proprio nell'anno in cui fortemente ci si interroga sul destino del cinema di Hong Kong sempre più compresso tra la presenza mainlander forte del potere economico e la conseguente fuga di autori alla ricerca di un pubblico più vasto e di investitori facoltosi, Trivisa si pone , assieme Ten Years , come il pregevole tentativo di dare voce a nuovi autori capaci di perpetuare la grande tradizione cinematografica hongkongese; se il lavoro corale votato come miglior film dalla critica di Hong Kong è un eccellente esempio di cinema indipendente e coraggioso, Trivisa è il risultato di una grande intuizione di Johnnie To e della sua Fresh Wave , il concorso riservato ai nuovi autori dell'ex colonia britannica, da cui provengono i tre registi che firmano questo lavoro.
Se a ciò aggiungiamo la particolare scelta narrativa su cui si base Trivisa non è azzardato assegnare al film una importanza che va ben oltre il reale valore artistico.
Costruito come la somma di tre cortometraggi diretti ognuno da tre diversi autori, Trivisa ha però la sua linea comune, sebbene le tre storie si intersechino fugacemente per brevi attimi: Frank Hui, Jevons Au e Vicky Wong infatti raccontano le gesta di tre personaggi che a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90 stimolarono le fantasie della cittadinanza grazie alle loro gesta criminose.
Kwai Ping-hung, divenuto famoso per aver sparato ad alcuni poliziotti, Yip Kwok-foon, lo svaligiatore di gioiellerie sempre col suo inseparabile kalashnikov e Cheuk Tze-keung lo spendaccione che trasportava i soldi dei rapimenti di ricchi uomini d'affari con la sua Lamborghini gialla sono infatti personaggi notissimi nella cronaca di Hong Kong oltre che conosciutissimi dal pubblico per le loro gesta.
Ma i tre episodi che si sfiorano legati solo dalla stramba quanto ardimentosa idea di metter su il colpo del secolo per affrontare in maniera tranquilla le difficoltà che l'handover di sicuro porterà con se, sono prima di tutto uno sguardo al passato di una società che oggi guarda a quel periodo con crescente nostalgia, alla ricerca di una identità sempre più labile.
Se Ten Years guarda ad un futuro ipotetico con sguardo ora preoccupato , ora ironico, ora realistico, Trivisa si rivolge al passato per andare a riportare a galla le radici di una popolazione sempre più confusa e preoccupata: non a caso frequenti sono gli inserti di materiale d'epoca relativi al periodo del passaggio di Hong Kong sotto la sovranità cinese.
E poi il fatto che siano tre giovani autori a raccontare le gesta di quei personaggi ormai datati suona come un omaggio e al tempo stesso una rilettura storica dell'epoca.
Gli anni 80 e 90 non erano solo giacche sgargianti e gangster stralunati e eccessivi, quegli anni gettavano le basi per la crisi di identità che oggi ad Hong Kong si vive con estrema preoccupazione e smarrimento.
Ecco perchè Trivisa, al di là del suo valore intrinseco che non ne fa certo un capolavoro, è film importante nell'ottica della rilettura storica e del presente che possono diventare il motore per una rinascita dell'industria cinematografica; le tre storie sono narrate con ritmo e con una buona ricostruzione e presentano personaggi fortemente cinematografici, a maggior ragione perchè realmente esistiti, ed inoltre le capacità dei tre giovani autori sono ben espresse in un lavoro che nel suo complesso miscela abbastanza bene il thriller e l'action movie con l'ironia tipica della commedia hongkongese.
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