Giudizio: 7.5/10
The Eremites ( Die Einsiedler ), opera prima del regista Ronny Tracker,bolzanino di nascita ma di formazione poliedrica grazie al suo peregrinare cinematografico, presentata nella sezione Orizzonti della 73° Mostra del Cinema di Venezia, è opera che colpisce per la sua tetra lucidità non sempre facile da trovare negli esordienti sebbene Trocker abbia al suo attivo numerosi cortometraggi e documentari.
Ambientato in Alto Adige, produzione austro-tedesca The Eremites racconta la storia di una civiltà , quella contadina-montanara, in via di disfacimento al punto tale che l'opera appare prima di tutto una ricerca analitica antropologica che scruta volti, tradizioni, silenzi e isolamento che sono i cardini su cui si poggia appunto la cultura montanare dei masi e degli alpeggi.
Albert lavora in una cava di marmo, posto di lavoro sempre in bilico per le difficili condizioni economiche, le sue origini sono montanare e mentre lui è sceso a valle a vivere i suoi anziani genitori vivono ancora nel cadente maso abbarbicato sui monti; la sua vita si divide tra il lavoro, il silenzioso e scarno legame amoroso con Paolo una addetta alla mensa della cava e le visite ai genitori.
Quando in un fortuito incidente il padre muore, la madre cerca di nascondere l'accaduto ad Albert, seppellendo in fretta e furia il cadavere nel prato prospiciente il maso, soprattutto perchè lei , autentica matriarca indurita da una vita fatta di pastorizia , di gelo e di isolamento, teme che il figlio possa tornare a lavorare al maso lasciando la città.
Marianne , la madre, è colei che per prima ha capito che quello stile di vita, quella civiltà silenziosa e dura sta per morire e non vuole che anche l'unico figlio rimasto muoia a causa della montagna come per fu per gli altri due sepolti da una valanga.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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