Giudizio: 7/10
Gana è una giovane donna che vive in una cittadina di una zona montuosa della Bulgaria, svolge il suo lavoro di infermiera che assiste anziani non autosufficienti, quasi tutti affetti da demenza; sin dall'inizio è chiaro il suo atteggiamento non certo entusiasta con cui svolge il lavoro, inoltre insieme al suo fidanzato fa parte di un ingranaggio malavitoso che , attraverso il furto delle carte di identità degli anziani che ha in cura, è dedito a truffe.
Inoltre la donna è anche dipendente dalla morfina che si procura illecitamente trafugandola sul lavoro.
La sua vita è piatta, incolore, in una città squallida, con una madre apatica ed un fidanzato col quale scambia solo poche parole: una esistenza insomma di quelle che hanno imboccato una china senza speranza.
Ma quando a causa dapprima di un incidente di percorso con una delle vecchiette e poi della conoscenza di Yoan, un anziano che dirige un coro religioso, Gana si rende conto che la sua è una vita senza sbocchi, il desiderio di una redenzione si impadronisce di lei.
Il finale che si tinge di thriller ci darà una possibile risposta al desiderio della ragazza.
Primo lungometraggio della regista bulgara Ralitza Petrova dopo alcuni corti coi quali ha ottenuto un buon successo coronato da riconoscimenti festivalieri, Godless, a partire dal Festival di Locarno dove ha avuto la sua prima e dove ha fatto man bassa di premi, ha girato le rassegne di mezzo mondo raccogliendo ovunque premi e critiche positive.
In effetti il film della Petrova è lavoro che muovendosi tra ritratto sociale e dramma personale ha tutti i connotati per esser apprezzato nelle rassegne cinematografiche: attraverso la storia di Gana, la regista ci mostra la realtà tutt'altro che edificante della società bulgara.
Come la gran parte dei paesi usciti dall'orbita sovietica in cui la ritrovata democrazia è stata ( e per molti ancora è) più una iattura che una reale conquista, la realtà bulgara è descritta come un coacervo di drammatiche contraddizioni personali e sociali che influiscono sulla qualità della vita della popolazione.
Delinquenti senza scrupoli, poliziotti conniventi, corruzione dilagante, mancanza assoluta di etica che porta gli anziani ad essere considerati merce di scambio, degrado morale e materiale onnipresente, una tetra violenza che non trova ostacoli al suo corso: questo è il ritratto della Bulgaria moderna , nel quale la figura di Gana si erge ad emblema di chi ha perso ogni certezza e che guarda ad un futuro privo di vie d'uscita sostenuto solo dall'istinto di sopravvivenza.
La vita di Gana è di un grigiore privo di qualsiasi sentimento, di ogni minimo calore umano come dimostrano i rapporti inesistenti con la madre e col fidanzato; solo un bagliore di coscienza acceso dall'incontro col vecchio Yoan e veicolato dalla musica sacra sembra poter scalfire la corazza della donna.
Godless è un lavoro carico di ferite: quelle dell'era comunista e dei carceri, quelle della Bulgaria faticosamente avviata sulla strada della reale democrazia, quelle della incertezza e quelle della sopraffazione che fanno della protagonista un'essere privo di qualsiasi etica; quello che la regista sembra chiedersi è se la ricerca della redenzione troverà una via sicura o se sarà inevitabilmente destinata al fallimento.
Film dai ritmi tutt'altro che frenetici Godless ci presenta certamente una regista che ha ben in pugno la storia, che si serve di una tecnica di ripresa molto realista, che varrà la pena seguire da vicino e che, e qui viene il vero punto dolente della pellicola, sembra volere accentuare in maniera quasi manieristica lo squallore dell'ambientazione, partendo dalle strade scalcinate per finire ai paesaggi urbani da edilizia sovietica passando persino attraverso una orgia quasi grottesca ; il calcare troppo la mano su questo tipo di atmosfere toglie qualcosa al film, creando quasi un clima artificioso: una elegia del degrado insomma francamente forzata.
Ma al di là di questo Godless possiede indubbiamente buone qualità, universalmente riconosciute dalla sequela di premi racimolati, tra i quali anche quello per la migliore attrice al Festival di Locarno: in effetti la prova della esordiente Irena Ivanova è sorprendente per come riesce a compenetrare un personaggio che contiene dentro di sè tutte le contraddizioni che sono quelle di una società intera.
Ciao! Dalle mie parti sei stato premiato ^^
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