Giudizio: 8.5/10
Esordio cinematografico tra i più sorprendenti degli ultimi anni, Tesnota del giovane regista russo Kantemir Balagov, allievo del grande Aleksandr Sokurov, è un'opera che colpisce soprattutto per la maturità dimostrata dal regista sotto svariati punti di vista.
Ambientato a Nalchik, repubblica autonoma del Kabardino-Balkaria del Caucaso, in quel coacervo di etnie e comunità da sempre uno dei luoghi più instabili dell'immensa Russia, il racconto si svolge sul finire degli anni 90, quando il Caucaso si apprestava a vivere un'altra guerra drammatica in Cecenia; protagonista è la giovane Ilana e la sua famiglia di religione ebraica.
La ragazza aiuta il padre in officina e non ne vuole sapere di dedicarsi a lavori più "femminili", ha un carattere piuttosto vulcanico che mal tollera le regole ferree della casa e della comunità ebraica, in più frequenta un giovane che di etnia è cabardo di religione islamica inviso alla famiglia.
Dopo la cena nella quale il fratello minore David si promette sposo alla giovane Lea alla presenza di entrambe le famiglie, la giovane coppia viene rapita e viene chiesto un riscatto cospicuo che le famiglie non sono in grado di pagare: le regole della comunità impongono alle famiglie di rivolgersi ai propri fratelli ebrei , con ciò accettando anche la sottile ipocrisia e le bassezze della comunità stessa; per Ilana addirittura i genitori progettano un matrimonio per denaro che la giovane naturalmente rifiuterà.
L'evento drammatico piovuto sulla testa della ragazza , della famiglia e della comunità tutta porterà ad una serie di eventi che soprattutto per Ilana saranno un esordio nel palcoscenico del mondo reale.
Tesnota diventa ben presto quindi non un thriller come si potrebbe immaginare considerati gli eventi, bensì un dramma famigliare nel quale l'odioso gesto del rapimento porterà a galla una serie di tensioni sotterranee , di attriti sopiti ma non rimossi e un anelito di indipendenza e di libertà da parte della protagonista.
Balagov sceglie per il suo esordio un racconto reale, tramandatogli dal padre, che si svolge nella sua città natale alla quale è doppiamente legato, anche perchè è qui , presso la scuola di Cinema diretta da Sokurov, che iniziò la sua carriera cinematografica che lo porta a questo esordio che sin dalla sua premiere a Cannes ha raccolto meravigliati e persino roboanti consensi.
Dal grande maestro Balagov mutua il racconto di una silenziosa umanità tormentata, attraverso uno sguardo personale che si rivolge a personaggi defilati, al limite, ma racchiusi nello spazio quadrato del 4:3, personaggi che si posizionano di lato rispetto all'evento centrale del film, personaggi periferici perchè appartenenti a comunità piccole e di minoranza, persino la guerra della Cecenia, quella finita e l'altra che sta per iniziare sposta Ilana , la sua famiglia, la comunità ebraica e quella islamica ai lati della narrazione.
La maturità che Balagov dimostra non risiede solo nell'impronta autoriale che riesce a conferire al film, ma anche nella cifra stilistica che mette in campo: gli spazi angusti, i piani fissi con le scene che si svolgono ai margini dell'immagine, la costanza delle forme che emergono da una luce stentata, a volte desaturata, la bravura nel sapere tenere in mano sempre il racconto, anche quando le esigenze narrative impongono ritmi pacati e riflessivi, conditi da silenzi lunghi.
Ma soprattutto Tesnota è film che mostra pienamente la sua anima squisitamente e tradizionalmente russa, nel senso più grandioso dal punto di vista artistico, quell'animo e quello spirito che pervadono le opere di Dostojevski nelle quali il destino, la colpa e la tragicità delle gesta umane muovono le sorti dei personaggi.
In questa ottica è Ilana il personaggio che più di ogni altro incarna questa tragicità russa: il suo rancore verso il fratello e verso la madre colpevole di averlo sempre privilegiato, la sua scelta ribelle di gettare al vento la verginità pur di non sottomettersi al matrimonio di convenienza, il suo cercare in continuazione una vita ai limiti tra alcool e droghe, il rifiuto di sottomettersi ed accettare le regole della comunità dimostrano una vitalità disordinata ed esplosiva che non riesce ad incastonarsi all'interno della vita famigliare, trasformandola in un personaggio esplosivo e al contempo insoddisfatto perchè frustrato nella sua sfera affettiva.
Il carico di emotività che Ilana e gli altri personaggi del racconto si portano dietro è uno dei punti di forza di Tesnota ed approda in un dramma famigliare potente, inserito in un contesto di grande instabilità che coinvolge tutti: le tensioni politiche, quelle sociali, quelle etniche e la guerra che Balagov non ha pudore alcuno a mostrare nei suoi aspetti più terrificanti ed odiosi concorrono a creare all'interno della pellicola un clima di lucida tragicità.
A completare il tutto non si può non accennare alla potente e straordinaria prova della venticinquenne Darya Zhovner, altro esordio da tenere a mente, perchè le capacità dimostrate nell'interpretazione di Ilana sono quelle di una attrice di cui si sentirà parlare per tanto tempo.
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